Toni Brandi esulta perché pensa che la caduta del governo abbia difeso le "terapie" che uccidono i gay

L'associazione Provita spende gran parte del suo tempo a sostenere di conoscere ciò che gli altri pensano. In fondo argomentare le proprie "ragioni" richiederebbe fatica ed è certamente più semplice sostenere che gli altri dicano qualcosa di assurdo per poi ottenere potere politico nel proporsi come il mezzo di legittimazione all'odio che spazzerà via quella gente e il loro pensiero. Ad esempio raccontano che i gay vorrebbero eliminare le differenze tra maschi e femmine attraverso una fantomatica "desessualizzazione" dei bambini, anche se ciò non spigherebbe perché mai dovrebbero voler togliere quelle differenze mentre si battono per poter sposare la persona che amano e non quella che Provita ha deciso debbano scegliere (e se davvero ritenessero non ci fosse differenza, perché mai non si sposerebbero una donna dato che in qual caso potrebbero avere tutti i diritti che l'integralismo cattolico vuole negare loro?). Ci dicono anche che i gay sanno di essere "malati" e di non volerlo ammettere, anche se è buffo che a dirlo sia un gruppo di eterosessuali animati da un forte odio verso chiunque non ostenti quell'italica virilità teorizzata da Mussolini. Ma è raggiungendo l'apice della mistificazione che ora l'associazione Provita spergiura che chiunque abbia votato "no" al referendum abbia votato a favore delle loro rivendicazioni integraliste.
Lo scrivono nero su bianco, asserendo con convinzione che il loro gruppo vicino a Forza Nuova sarebbe «apartitico» e che «il no al referendum è stato un no alle unioni civili, alle adozioni gay, all'eutanasia, al gender nelle scuole e a tante altre cose contro la vita e la famiglia». E noi poveri stupidi che credevamo che la gente avesse risposto al quesito referendario! Ma l'associazione integralista si dice certa che a nessuno fregasse nulla dell'abbattimento della bicamerale e che tutti erano ossessionati dal loro stesso odio verso quei gay e quelle lesbiche che loro non tollerano possano vivere in una società in cui il loro gruppetto di integralisti pretende di decidere come si debba venire al mondo, con chi si debba far sesso e come si debba morire. Tutto rigorosamente da imporre per legge in modo che a nessuno sia permesso poter agire diversamente da come loro hanno deciso debbano fare.
Ai microfoni di Radio Cusano Campus che il loro presidente, Toni Brandi, ha affermato: «Io credo sia tutto una serie di cose. Noi di Provita, ovviamente, ci siamo sempre schierati per il NO per ragioni morali, per ragioni bioetiche. Abbiamo visto com’è passata la legge Cirinnà, a colpi di richieste di fiducia, quando Renzi aveva promesso esattamente il contrario; abbiamo successivamente visto i tentativi di far passare la legge sulle liberalizzazione delle droghe e l’altra legge proposta dal senatore Lo Giudice contro le terapie riparative».
Esatto, Toni Brandi ci spiega la sua curiosa teoria volta a sostenere che i diritti dei gay sanciti dalla Consulta non erano dovuti e che i gay li avrebbero divuti elemosinare a quelle destre che si sono fatte campagna elettorale sulla pelle dei cittadini. Ma ben più aberrante è la sua contrarietà al divieto di quelle fantomatiche "terapie" che rischiano di uccidere o danneggiare irreparabilmente quei poveri adolescenti che ne sono vittima. La pericolosità di tali torture, basate sul tentativo di inculcare sensi di colpa nei minori per spingerli al rifiuto della propria natura, è vietata dall'Ordine degli Psicologi dato che non ha alcun senso "curare" ciò che non è una malattia così come non vi è alcuna prova che quelle barbarie possano avere una benché minima speranza di di restituire i figli cambiati secondo il desiderio dei genitori, ma ben documentata è la loro pericolosità. Quella barbare pratiche, che Brandi difende per partito preso, risultano causa di suicidi, abuso di droghe, alcolismo ed atti di autolesionismo. Ed è buffo che a difendere quello strumento di morte sia un uomo che abusa della credulità religiosa per cercare di appropriarsi di voti popolari o di parole come "famiglia" e "vita".
Interessante è anche osservare come Provita si dichiari in guerra contro i diritti civili altrui, in quella che loro hanno ribattezzato «la buona battaglia» quasi a volerne negare la vera natura: una jihadista contro chiunque metta in discussione la loro convinzione di essere espressione della massima perfezione, il metro di paragone unico ed ultimo con cui sentirsi legittimati a condannare chiunque altro. Il tutto attraverso l'abuso del fanatismo religioso che possa garantirgli impunemente incoraggiano violenze inaudite contro dei bambini indifesi.
E lo stato tace, mentre troppi minori sono esposti alla violenza di un gruppo violento e intollerante che si nasconde dietro ad una presunta "libertà di parola" per danneggiare interi gruppi sociali sulla base del suo pregiudizio. Il tutto creando un oggettivo danno a persone che rischiano di vedersi strappata via la loro vita da parte di chi incoraggia i genitori a ricorrete alla ferocia e all'odio verso i figli, incoraggiando un rifiuto verso di loro in un'età in cui quel gesto sia in grado di infliggere danni permanenti alle vittime.


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