Adinolfi è già all'attacco del 13enne allontanato dalla madre. E parla di distrofia di genere

Sappiamo tutti come Mario Adinolfi paia trarre piacere nel rovistare nel torbido pur di alimentare odio e violenza contro un intero gruppo sociale. Non stupisce, dunque, come l'integralista si sia affrettato a dare libero sfogo alla sua consueta bestialità nel vomitare odio contro quel bambino di Padova che pare sia stato allontanato dalla madre perché i servizi sociali lo avrebbero reputato «troppo effeminato».
Come consuetudine, l'affondo è stato pubblicato sulle pagine del sedicente sito cattolico Intelligonews, il quale introduce il tema sostenendo che sul «padre del ragazzo pende un'accusa di abusi sessuali poi confluita in un'assoluzione» e che «il ragazzo era stato affidato a una comunità diurna presso la quale stava dalle 7 alle 19. Da qui era partita una segnalazione ai servizi sociali da parte del personale della struttura che aveva notato i suoi atteggiamenti effeminati».
Ed è in tandem che il sito integralista e Mario Adinofli si sono lanciati nel sostenere che il fatto di non sventolare ai quattro venti i presunti abusi sessuali del padre debbano essere ritenuti un motivo sufficiente per sostenere che non si debba parlare dei motivi addotti per quella sentenza

I giornali titolano del tredicenne allontanato per gli atteggiamenti effeminati, ma andando a vedere nel recente passato del giovane emergono anche presunti abusi sessuali. Forse titoli troppo a effetto, si dimentica una storia più articolata e grave alle spalle? Una narrazione dei fatti parziale?
"Certamente è così. Il famoso dibattito tra verità e post-verità non è quello che viene un po' descritto banalmente sui giornali come il tempo in cui vengono spacciate le bufale attraverso il web. Il vero problema dell'analisi della verità è che la post-verità è diventata nient'altro che una verità che viene spacciata attraverso un cordone sanitario fatto di senso di colpa collettivo rispetto ad alcuni temi".

Ma è successivamente che Adinolfi tocca il fondo, tirando in ballo quella "distrofia di genere" che gli integralisti amano accostare ai gay o ai transessuali per poter sostenere che debbano essere ritenuti dei malati mentali:

Sicuramente è stato tolto alla madre, ma occultano il dato fondamentale degli abusi sessuali che hanno fatto scattare procedimenti giudiziari e titolano semplicemente su quel meccanismo di, diciamo così, disforia di genere in modo che scatti quel meccanismo di senso di colpa collettivo. E se lo contesti sei omofobo.

Ovviamente l'omofobia non ha nulla a che vedere con l'effeminatezza (che è effeminato non è certo detto che sia gay, ndr) ma pare che per Adinolfi anche la vita personale di un ragazzino sia solo uno strumento da poter sfruttare per creare quell'odio che rappresenta la sua maggiore fonte di reddito. Lui vuole che la gente odi i gay e quindi parla di "distrofia di genere" o di "omofobia" anche in contesti in cui i due termini non hanno ragione di essere tirati in causa. E il fatto che lo faccia sulla pelle di un 13enne lo qualifica per ciò che è.


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