Adinolfi: «È una verità scientifica dire che i gay sono anormali, biologicamente perdenti e pedofili»
L'integralismo sta trasformando l'Italia in una barzelletta. Dinnanzi ad una Silvana de Mari va in giro a dire che «da medico» sa con certezza che i gay sarebbero anormali, biologicamente perdenti e simpatizzanti della pedofilia (frasi che non solo appaiono discriminatore e diffamatorie, ma risultano anche basate su presupporti scientificamente falsi), Mario Adinolfi non è da meno nell'andare in giro a dire che «da giornalista» conferma ogni singola parola della dalla donna e certifica che quella sino «verità scientifiche».
Tutto ciò nella più totale incuranza di come il presidente dell'Ordine dei Medici di Torino si sia scomodato ad osservare come non ci fosse nulla di scientifico nei rantoli omofobi della donna. Eppure è senza citare fonti che Adinolfi ostenta piena certezza nel certificare tutto ciò in nome del giornalismo italiano, asserendo che basti una singola omofoba per poter rinnegare la verità scientifica, il lavoro dell'APA e dell'Ordine nazionale degli psicologi, così come pure la competenza dell'Organizzazione mondiale della sanità.
Non si capisce neppure come possa raccontare che lui reputa la signora Silvana De Mari come «una persona autorevolissima sia dal punto di vista medico che dal punto di vista neurologico e psicologico» quando in realtà si occupa di endoscopie. In quale modo la sua esperienza nell'esaminare cavità interne dell'organismo dovrebbe conferirle meriti e competenze psicologie e neurologiche?
Verrebbe da temere che Adinofi stia inventando una verità alternativa con l'unico obiettivo di ottenere un profitto personale ed economico, anche se tale atto sarebbe una palese violazione del codice deontologico del giornalismo.
Eppure il guadagno politico pare emergere anche nel costatare come la De Mari non abbia detto nulla che non fosse già stato asserito dalla propaganda integralista, come se si trattasse du un burattino mosso da altri. Non pare irrilevante che fosse una collaboratrice del giornale di Adinolfi o che fosse legata a quello stesso Magdi Allam che già nel 2014 veniva da strenuamente difeso da un Adinolfi pronto a spergiurare la necessità di garantire un presunto diritto all'omofobia e islamofobia. Sostenendo che l'odio e la menzogna fossero un benefit dovuto a qualunque regionalista volesse attaccare un intero gruppo sociale, scriveva:
Poi c'è il dibattito sull'omofobia, quello sull'islamofobia e altre colossali cazzate. Del cristiano fermato a un posto di blocco a Mosul, un cardiopatico che non usciva di casa da settimane e si era mosso alla ricerca di viveri, brutalmente torturato per costringerlo ad abiurare la Croce e infine ucciso come un cane in strada, non avete praticamente trovato notizia. Discutiamo sull'omofobia (presunta e inesistente) di Mario Adinolfi o Costanza Miriano, mandiamo a processo all'Ordine dei giornalisti il povero Magdi Allam per islamofobia, ma non troverete una riga sul fatto che senza considerare il massacro degli ultimi mesi in Iraq, nel mondo vengono uccisi 322 cristiani mediamente ogni mese, oltre dieci al giorno, per motivi direttamente connessi alla loro fede.
E se fa sempre ridere una persona che parla di sé stessa in terza persona attraverso affermazioni volte ad auto-assolversi dalle proprie colpe, è sempre con tenori volti a legittimare l'odio che dalle pagine del sito integralista Itelligonews è tornato a rivendicare un presunto diritto all'offesa e alla diffamazione a mezzo stampa.
Facendo finta di non sapere che Facebook è un'azienda privata che può autonomamente decidere le sue politiche e negando come spesso tolleri affermazioni anche forti (lui tesso si lagnava che non cancellassero i post che lui segnalava perché esigeva la loro rimozione), è con toni propagandistici e vittimistici che afferma:
«Io ho fatto una mesata di sospensione, sono un esperto in materia. C'è un'ondata di chiusure dei profili di amici del Popolo della famiglia. Noi abbiamo appena pubblicato un manifesto di solidarietà sia a Silvana che ad altri militanti del Pdf che hanno visto chiusi i propri profili perché evidentemente non in linea con i dettami Lgbt che ormai dominano la piattaforma di Facebook. Questo lo dobbiamo sottolineare per l'ennesima volta con grande dispiacere. Silvana De Mari ha un'unica colpa: aver detto in termini scientifici la verità. Ormai è intollerabile nella società virtuale».
In realtà la signora in questione ne risponderà anche nella vita reale, dato che le persone da lei accusate di pedofilia la porteranno davanti ad un giudice così come anche chi non è disposto subire insulti e calunnie gratuite spacciati per presunta "scienza".
Ed è proprio sostenendo che l'opinione unica e rara della signora De Mari debba essere presa come una verità rivelata in virtù del profitto che potrebbe trarne, Adinolfi spergiura:
«Io penso che l'unica cosa che ha dato fastidio in quell'intervista fossero i rilievi di tipo medico e scientifico. Essendo Silvana De Mari una persona autorevolissima sia dal punto di vista medico che dal punto di vista neurologico e psicologico, credo che il problema sia nato da questo. La censura è la modalità sistematica del modo di fare dibattito di certi ambienti. Noi come Pdf e come quotidiano La Croce abbiamo ritenuto di dover difendere con nettezza le verità pronunciate da Silvana De Mari e da tanti altri nostri militanti che in questo momento stanno pagando il prezzo del bavaglio come prova generale del prezzo successivo che vorrebbero farci pagare con la legge Scalfarotto, che è quella di silenziarci attraverso la galera».
In realtà sappiamo che i seguaci di Adinolfi non stanno proponendo "opinioni" quando minacciano di uccidere a fucilate una donna perché sgradita al loro leader in virtù del suo orientamento sessuale o quando vanno in giro a diffamare interi gruppi sociali. La dimostrazione è evidente: se dicessimo che Adinolfi è un predatore sessuale che abusa regolarmente di sua figlia, lui potrebbe denunciarci... dunque perché mai esige di poter dire la medesima cosa di persone che manco conosce per poi pretendere che alle sue vittime sia negato il medesimo diritto alla difesa? E perché bisognerebbe stare in silenzio mentre una donna afferma teorie false che servono solo a creare odio contro un intero gruppo sociale?