Gli squadristi dell'odio

Gli squadristi dell'odio stanno conducendo un gioco molto sporco. Dicono che sia evidente che i gay non siano normali. Decontestualizzano san Paolo pur di suggerire che i gay meritino la morte, riscrivendo la Costituzione in una chiave in cui sostengono che chiunque odi i gay debba sentirsi libero di procurare un danno al prossimo. Si giustificano pesino i pestaggi, diffondendo proclami in cui si rivendica che l'odio deve essere considerato un diritto umano.
È un fuoco incrociato, con un Adinofli che parla di «propaganda gay» se due popostar internazionali vengono invitate a cantare ad un festival della canzone. C'è Costanza Miriano invita i genitori a "curare" l'omosessualità dei figli spergiurando su Dio che il loro orientamento sessuale non debba assolutamente essere accettato ma solo condannato. C'è un Toni Brandi che dipinge i gay come dei nazisti, o quell'Amato che vuole che ogni tutela giuridica sia negata a chi è vittima della loro campagna diffamatoria. Si usa la paura per spaventare i sempliciotti, raccontando loro che i gay "omosessualizzeranno" i loro figli, che non ci sarà più libertà di parola, che l'Islam ci invaderà. Insomma, si è tornati all'epoca del nazismo in una situazione molto simile a quella che venne adottata dai nazisti per creare l'odio che portò poi alla creazione di campi di sterminio.
Dietro a tutto questo ci sono sempre loro, sempre gli stessi. Un Adinofli che pare pronto a qualunque cosa pur di accaparrarsi una poltrona. Una Miriano che vuole essere sottomessa. Un Brandi che continua a fare visita ai nazionalisti russi che hanno finanziato l'invasione dell'Ucraina. E questo parlando dei front-man, dato che i burattinai risultano quelle lobby internazionali che vedono nell'omofobia e nel fanatismo religioso uno strumento con cui poter dominare il pianeta.

E così come Adolf Hitler incaricò di Fritz Heider di dimostrare "scientificamente" l'inferiorità delle altre razze, così Mario Adinolfi ha incaricato la sua redattrice Silvana de mari di fare altrettanto contro i gay. Si tratta di un passo importante, perché serve a negare la discriminazione sia una colpa loro non discriminano i gay perché sono cattivi, sono i gay che sono inferiori a loro e che li minacciano chiedendo pari dignità. Lo rivendica la De mari e lo conferma quella Miriano che presenta l'omofobia con un atto di fede, spergiurando che sia Dio a dire ai cristiani che il loro principale scopo sia quello di guardare la pagliuzza nell'occhio del fratello senza curarsi della trave che è nel loro.
I Vangeli dicono il contrario? Pazienza. A loro non interessa, come non interessa quella religione che stanno condannando a morte nel loro strenuo tentativo di associarla alla loro ferocia. Per ogni esternazione di Adinolfi c'è qualcuno che non va più in chiesa, per ogni verità di fede della De Mari c'è qualcuno che diventerà anticlericale. È un processo lento e devastante in cui il profitto viene cercato anche a danno di quella Chiesa che si sta sfruttando a proprio vantaggio, anche a costo di esserne causa della fine.

E non si dica che Adinolfi è cristiano e che vuole il bene della Chiesa. Essere cristiani non significa certo andare Santoro con un rosario in mano, significa fare proprio un messaggio d'amore e di giustizia. Significa sapore che se Gesù si incazzò con i sacerdoti e i mercati del tempio, oggi non si possono riproporre nuovi mercanti che predicano male e razzolano peggio per sostenere che quella sia la volontà di Dio.
E davvero vogliamo credere che la volontà di Dio sia la sopraffazione del prossimo, il vantaggio economico, il promuovere torture psicologiche che rischiano di spingere i ragazzi al suicidio?


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