L'ultra-cattolica Silvana De Mari: «Per essere padri è essenziale che vi piaccia il corpo femminile»
È la ultra-cattolica Silvana De Mari ad aver firmato un "articolo" pubblicato sul sito dell'ultras anti-gay Alessandro Benigni, nel quale la "psicologa" pare infrangere tutte le norme del Codice Deontologico nel pretendere di poter decidere chi debba esistere e che cosa si debba rispettare. Riprendendo la propaganda d'odio di Mario Adinolfi, la donna scrive:
A proposito dell’infame boiata che con il denaro pubblico stanno trasmettendo su rai 3 raccomando a tutti di leggere Jephthah’s Daughters, storia delle vittime innocenti nella guerra per la famiglia “equalitaria”, le vere testimonianze dei bambini vittime di questo tragico esperimento antropologico. Vi parleranno del dolore atroce per il genitore negato, dello strazio per la vita da scimietta ammaestrata: sempre esibiti a spiegare la meravigliosa scelta del genitore di farli nascere orfani della stessa idea dell’altro genitore, vivendo in case dove la sessualità è negata. Due amici o due amiche dello stesso sesso che si scambiano pratiche erotiche, (una roba anche divertente tra i 12 anni e i 14 e mezzo, un trucco di madre natura che ci fa impratichire in una robetta facile prima di lanciarci a fare le cose serie), la sessualità non sanno cosa sia. Ci hanno rinunciato, hanno deciso di rimanere incastrati a vita in una fase puberale, e contenti loro contenti tutti, ma la sessualità in quelle case non c’è, e se non c’è non può essere raccontata. Una donna che non è in grado di accettare la potenza del corpo di un uomo dentro il proprio, di sentire la forza di due diversità che si incontrano, si scontrano e si fondono, non è capace di accettare la diversità del figlio maschio. La diversità biologica del figlio maschio e la diversità della figlia femmina che vorrà essere diversa da lei.
Ed ancora, con toni sempre più violenti, aggiunge:
Molte donne lesbiche hanno acquistato il seme di un uomo immondo. Molti uomini con malattie genetiche, saldano il conto al mondo per il fatto che loro sono nati malati e gli altri sani diventando donatori. Ci sono un centinaio di bambini, tutti fratelli tra di loro ( questo aumento il rischio di incesto involontario, ma l’incesto perché dovrebbe essere un problema, love is love) figli del donatore 7042, danese, e tutti che sviluppano una fibromatosi di von Recklinghausen.
Ed è sempre coltivando l'odio e attribuendo le sue elucubrazioni agli altri, aggiunge:
Che lo sperma abbia un nome e un cognome e sia rintracciabile, un uomo vero che sia disposto a sostenere lo sguardo di qualcuno che domanda: quindi io sono tuo figlio? Elimineremmo un bel po’ di cialtroni. Ma le madri lesbiche non vogliono un nome e un cognome, questo spezzerebbe il loro delirio di onnipotenza, le riporterebbe a un barlume di realtà, il bambino ha una madre e un padre. Non si può fare. Meglio rischiare la fibromatosi o la corea. La perdita della madre, della donna che ha portato la gestazione, è una catastrofe tale che per tutta la vita restano alti gli ormoni da stress, è come amputate le gambe per il gusto di amputarle, tanto poi ci sono le protesi.
Si arriva così a sostenere che l'attrazione sessuale debba essere ritenuto l'elemento distintivo ed unico che possa rendere genitori:
Se volete diventare padri, ma il corpo di una donna non vi affascina, non siete in grado di diventare padri. Prendete atto della cosa. Diventare genitori a distanza di un bambino e di una mamma poveri, anche una piccola distanza, che questo bambino vi conosca, che siate i suoi zii, che possiate vederlo crescere, essere fieri dei suoi successi e allora sarete persone che portano luce nel buio e ordine nel caos. Altrimenti diventerete persone che distruggono l’ordine verso il caos e annientano la luce nel buio. Fate il contrario. Siate Re Magi: coloro che portano doni.
Leggi l'articolo completo su Gayburg