ProVita difende "le tradizioni" dei Paesi africani che puniscono e perseguitano i gay

Sono 77 gli stati che penalizzano l'omosessualità, in 12 è prevista anche la pena di morte per chi è ritenuto "colpevole" di amare un'altra persona del proprio sesso contro il volere dei fondamentalisti religiosi. In alcune nazioni vigono anche pratiche violente e barbare come le ispezioni anali con cui, nonostante la totale assenza di scientificità del metodo e la totale violazione dei diritti umani, le autorità sostengono i poter scovare i gay per punirli. Eppure questa gente pare suscitare una certa simpatia in Toni Brandi e nella sua organizzazione di promozione dell'odio omofobico.
È infatti l'associazione integralista ProVita Onlus a stracciarsi le vesti dinnanzi a delle Nazioni Unite che hanno osato nominare un osservatore indipendente che possa tracciare un quadro dei diritti dei gay. Gay che, va ricordato, loro odiano con tutto sé stesso e contro i quali da anni conducono una violenta campagna di propaganda d'odio.

In un articolo intitolato "Gaystapo internazionale: ora è effettiva, l’ONU approva", scrivono:

Alla fine l’Onu ha deciso di confermare l’istituzione della Gaystapo internazionale. Il totalitarismo LGBT ha prevalso grazie all’aiuto dell’Occidente, che col suo potere ha schiacciato la libertà del Sud del mondo.
Ricordiamo in breve che recentemente le Nazioni Unite hanno deciso di istituire, per la prima volta in assoluto, un esperto “indipendente” che vigili, a livello universale, sul rispetto dei “diritti” delle comunità LGBT. Ad essere designato è stato il thailandese Vitit Muntarbhorn, che ha iniziato ad operare il mese scorso ed il cui mandato durerà tre anni.

Se i toni paiono quelli della peggior propaganda nazista, difficile è non osservare come il gruppi di Toni Brandi sostenga che uccidere i gay sia «una libertà», così come il loro solito abuso di virgolette pare indicare che i gay non abbiano dei veri diritti e che non possa essere ritenuto «indipendente» chiunque non abbia sposato la loro ideologia del disprezzo contro interi gruppi sociali.

In contraddizione con quanto sin qui affermato, l'associazione aggiunge poi che loro non sono d'accordo con chi incarcera i gay, ma sanno per certo che se l'Onu non voglia fare ciò che dichiara. Sarà, ma considerato come l'associazione ProVita sia legata ai personaggi che hanno promosso le leggi ugandesi che miravano ad introdurre la pena di morte per i gay, lì'impressione è che siano loro a non essere così trasparenti sui loro reali obiettivi. Fatto sta che scrivono:

In pratica, con la scusa della lotta alle discriminazioni dovute all’orientamento sessuale e di genere, è stata creata la Gaystapo internazionale che, a nome dell’ONU, ha il compito di reprimere ogni dissenso verso il totalitarismo arcobaleno e l’ideologia omosessualista.
Certamente, come abbiamo già detto, è ripugnante l’idea che qualcuno possa finire in carcere, essere torturato e addirittura ucciso per il solo fatto di essere omosessuale o trans. Nei Paesi in cui ciò avviene è giusto intervenire. Ma le violazioni dei diritti umani riguardano tante altre categorie di persone. E sappiamo bene che il vero intento delle Nazioni Unite e di quanti le controllano non è salvare la vita agli LGBT, ma imporre l’ideologia omosessualista a tutto il mondo, senza rispettare le tradizioni delle singole Nazioni.

Naturalmente non ci viene detto cosa sarebbe questa fantomatica «ideologia omosessualista» dato che l'omosessualità è un orientamento sessuale naturale e non certo un'ideologia, così come non è chiaro in che modo dicano che l'eterosessualità possa essere considerata una tradizione.
Ma è tornando a contraddirsi che l'associazione prosegue il suo discorso in difesa delle "tradizioni" dei Paesi che criminalizzano o puniscono con la morte i gay:

Ebbene, oggi l’Assemblea plenaria del Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu ha bocciato un emendamento presentato da oltre cinquanta Stati africani che chiedevano di definire più precisamente (e limitare) i poteri e l’attività di questo presunto “esperto”. Purtroppo l’emendamento è stato respinto da 84 voti contro 77 (le astensioni sono state 16).
Stati Uniti ed Unione Europea hanno esercitato una forte azione di lobbing per convincere la maggioranza degli Stati membri a rigettare la proposta africana.

Anche qui l'ipocrisia pare evidente. Se l'associazione ProVita è legata a Forza Nuova (al punto che il loro capo redattore è proprio il figlio del leader di quel partito così come Brandi risulta un suo amico di famiglia secondo quanto riportato dai filmati di propaganda russa)., interessante è come promuovano il razzismo per poi lodare gli stati africani solo in virtù delle loro maggiori discriminazioni.

Ed è inneggiando ad una sharia contro i gay e contro le loro famiglie che Toni Brandio lancia un proclamo sullo stile di quelli dell'Isis nel concludere:

Il Burkina Faso, a nome dei Paesi africani firmatari dell’emendamento, ha sostenuto che non vi è alcuna base giuridica che giustifichi il mandato di questo “tutore” dei “diritti” LGBT. Ma tant’è… l’ideologia ha prevalso.
Unico aspetto positivo: Croazia, Ungheria e Polonia hanno chiesto ed ottenuto di non subire indebiti interventi riguardo alla loro legislazione in tema di famiglia e matrimonio. Gaystapo o no, la famiglia ed il matrimonio sono solo quelli tra uomo e donna. Ma stiamo pronti: ci sarà da combattere eroicamente per preservare e difendere queste verità elementari.

E se Brandi dice che "l'eroismo" si celerebbe dietro il tentativo di cercare di negare pari dignità al prossimo per inneggiare ad una razza ariana che debba poter beneficiare di maggiori diritti in virtù del buco dove lui è solito scaricare le sue eiaculazioni (perché di questo si sta parlando), benvenga un'Onu che finalmente possa cercare di ricordare a questa gente il principio basilare per cui tutti gli uomini devono essere ritenuti eguali e meritevoli di pari dignità anche se c'è sempre chi starnazza perché vorrebbe essere considerato migliore degli altri per un presunto diritto di nascita.

In un altro articolo pubblicato da ProVita (in cui la parola «gayspatpo» continua a ricorrere dato che pare ormai evidente come l'organizzazione di Brandi reputi che il paragonare i gay a dei nazisti che nona accettano di lasciarsi sterminare dai "cristiani" pare fare presa fra i propri seguaci) spengano anche il perché della loro contrarietà a quell'organo. Insieme a svastiche tracciate dentro bandiere arcobaleno, lamentano:

La risoluzione del Consiglio per i Diritti Umani (HRC) dell’ONU intitolata Sexual Orientation and Gender Identity Resolution (SOGI) va ben oltre la (giusta ) condanna della violenza nei confronti delle persone LGBTQIA(…). Essa chiede l’istituzione di un organismo dedicato al monitoraggio delle discriminazioni di cui sarebbero vittime le persone a causa del loro orientamento sessuale: la Gaystapo internazionale, una specie di Interpol. Si riproporrà così la solita questione: come misurare in modo oggettivo dei presunti diritti che sono quanto mai vaghi e dai contorni sfumati?
Cosa ne sarà della libertà di pensare che i rapporti omosessuali sono contronatura e che quindi non vanno messi a modello? E la libertà di dire che il matrimonio è solo tra uomo e donna e che i bambini hanno bisogno di papà e mamma? E chi volesse fruire di bagni, spogliatoi e dormitori separati per maschi e femmine?

A questo punto andrebbe osservato che Brandi non ha la stessa opinione verso chi reputa che la sua ideologia sia contro-natura e che la sua organizzazione sia neonazista: chiunque dovesse anche solo osare ipotizzare tali situazioni verrà puntualmente denunciato. Peccato che ciò ci riporta all'ideologia di un uomo che sostiene (e propaganda) l'idea glie gli uomini non siano tutti uguali e che il suo odio debba poter prevalere sui diritti umani che poi lui esige per sé stesso.


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