Savarese: «La Chiesa non ha appoggi in Rai, per questo ci mostrano i gay come se fossero normali»
La propaganda integralista si basa sulla costante ripetizione di qualunque stupidaggine venga detta da uno dei loro leader, in una modalità tipica di chi mira a voler far apparire come legittimo ogni rantolo di odio. E se Adinolfi dice che i non vuole che un cantante gay possa andare a Sanremo e non tollera che i gay possano apparire in televisione, ecco che si assisterà ad un triste carosello di personaggi che ripeteranno ossessivamente quelle richieste nella speranza che qualcuno possa ritenerle accettabili. Ed è così che anche Filippo Savarese, portavoce della Manifest pour tous, ha volto ribadire che lui non tollera l'esistenza dei gay ed esige sia vietato loro di poter apparire in televisione dato che si reputa migliore e più meritevole di diritti civili in virtù di quanto piacere provi nel far sesso con una donna.
In una scandalosa intervista rilasciata al sito integralista La Fede Quotidiana, si dice «indignato perché la Rai ha deciso di mandare in onda in prima serata su Raitre il programma “Stato Civile”, che racconta le storie di diverse unioni gay». Caso vuole che non abbia mai manifestato la stessa reazione dinnanzi alle 142 apparizioni televisive registrate nel 2015 da Mario Adinolfi (si, proprio quello che si lamenta di non avere abbastanza visibilità, ndr).
Con la sua solita abitudine ad auto-proclamarsi maggioranza e rappresentanza di tutti gli italiani, Savarese ha poi aggiunto che «Assieme a Massimo Galdolfini, abbiamo diramato un lungo e duro comunicato di protesta verso la Rai, di più e di meglio non potevamo fare. Quello che la Rai manderà in onda in prima serata è un autentico oltraggio alla famiglia e alla maggioranza degli italiani i quali pagano il canone e si vedranno imporre, persino in fascia protetta, un programma dai contenuti pericolosi, che esalta come normale l’amore gay, le unioni civili e la teoria del gender. Lo trovo scorretto perché, come dicevo, il canone lo pagano tutti, compresi quelli che non sono a favore di questo programma e che ritengo essere in larga maggioranza».
Naturalmente bisognerebbe anche ricordare a quel signore che il canone lo pagano anche i gay, ma evidentemente lui vorrebbe imporre il suo totalitarismo oscurantista e violento senza manco passare dalle urne, sia mai che possa scoprire di non essere una maggioranza e di rappresentare solo quel miserevole 0,6% di integralisti che hanno votato per Adinolfi. E la cosa buffa è che si dice pure indignato di come lui non possa impedire ad altri di vivere solo perché lui sostiene che la religione sia una legittimazione ad odiare il prossimo con tutto sé stessi pur di esaltarsi dinnanzi a Dio (praticamente in quella che è l'antitesi dei Vangeli).
Sempre ostentando la sua proverbiale aggressività e il suo disprezzo per il prossimo, il portavoce della Manif pour tous aggiunge che la Rai sarebbe stata «arrogante» e che «questo non è un programma nuovo, la Rai lo aveva già proposto in seconda serata, veniva trasmesso alle 23. Ora andrà in prima serata e come sostenevo prima, in fascia protetta, quando ci sono anche i bambini. Significa di fatto, indurre a pensare in una certa direzione, senza contraddittorio».
Anche qui pare superfluo notare che i primi a voler negare qualunque contraddittorio sono proprio quei tizxi che non accettano che l'Oms abbia dichiaro l'omosessualità del tutto naturale, non accettano che altri possano avere famiglie diverse dalle loro e soprattutto non accettano che si parli di scienza quando loro preferiscono attaccarsi alla superstizione nel loro teorizzare l'esistenza di fantomatiche "teorie gender" che nessuno ha mai teorizzato in ambito accademico.
Ma il ridicolo si tocca nel passaggio in cui Savarese sostiene che le sue proteste non siano state ascoltate perché «i movimenti pro famiglia e quelli cattolici in genere non godono di buoni o forti appoggi, men che meno hanno risorse economiche e finanziamenti come la potente lobby gay. Del resto il neo direttore generale Rai quando era a Mtv dedicava grande spazio ai temi pro gay e gender. Ne aveva il diritto perché era una tv privata, ma ora con la Rai che è finanziata da tutti, no. È uno scandalo».
Se è sempre opportuno ricordare che la definizione di «pro-family» appare quantomeno inopportuno riferito ad un gruppo che si batte per impedire il riconoscimento e i diritti delle famiglie, pare quasi superfluo osservare la presenza di innumerevoli contraddizioni a partire dalla negazione di come una replica sia un ammortamento e non una spesa o come una struttura costosa come Rai Vaticano sia pagata da tutti i cittadini anche se al servizio di un unica confessione religiosa. E di certo qualche appoggio queste associazioni l'avranno, a fronte dei 6.428.569.808 euro che annualmente lo Stato Italiano toglie alle famiglie italiane per versali nelle casse della curia o anche solo in considerazione di come la Russia e le lobby integraliste statunitensi a lui vicine abbiano giri di affari miliardari. E davvero crede che senza appoggi di tipo lobbista qualcuno lo avrebbe fatto entrare in Senato per vomitare il suo odio contro i gay?
All'appello non poteva poi mancare un attacco a Tiziano Ferro, ossia all'alta sterile polemica sollevata nei giorni di Natale da Mario Adinolfi. Savarese sostiene che al cantante dovrebbe essere impedito di esibirsi perché gay e intenzionato a farsi una famiglia: «E’ un’ altra vergogna inaccettabile -dice- Il festival pare diventato una vetrina pro gay ed anti valori. Una domanda: quanto costano agli italiani certi ingaggi?».
Savarese si lamenta poi che la Cei non si sia schierata con lui nel chiedere che un cantante non possa esibirsi al festival della canzone se non dichiaratamente etero, sostenendo che «Il giornale Avvenire qualche cosa la ha detta, ma in modo blando. I vescovi italiani hanno scelto da tempo la linea soft sul punto e non possiamo farci nulla. Ci dispiace ,è una tattica che non porta da nessuna parte ed è ora di cambiar rotta».