Silvana De Mari ad Adinolfi: «Tutti gli iscritti del Mario Mieli di Roma provano simpatia per la pedofilia»
Continuiamo ad occuparci delle gravissime affermazioni che l'ultra-integralista Silvana De Mari ha rilasciato al "giornale" di Mario Adinolfi. In quella solita ipocrisia di chi dice che la sua discriminazione derivi da un profondo amore per chi è sbagliato e deve essere condannato sulla base dei propri pregiudizi, la donna scrive:
Io amo profondamente gli esseri umani, tutti, e so che è mio dovere agire e parlare perché ogni essere umano viva con pienezza la sua vita. Perché questo succeda, è necessario salvare la libertà e il coraggio. La libertà e il coraggio sono oggi sotto attacco, un attacco globale, mai avvenuto prima. Questo attacco è il politicamente corretto: qualcuno stabilisce prima cosa è giusto e cosa sbagliato, cosa è buono dire e cosa cattivo. Che sia vero o che sia falso è irrilevante. Quindi è necessario che voci rimangano libere.
E se questa teoria ci porterebbe a sostenere che dovrebbe essere garantita la "libertà" di uccidere o di stuprare una donna per strada dato che nessuno deve permettersi di dire che sia sbagliato, la fondamentalista aggiunge:
Il mio scopo, il nemico da abbattere e che abbatterò (o morirò nel tentativo) è la pedofilia [....] La pedofilia si è espansa come non mai, mentre si sta abbassando l’età delle vittime. Ed è una pedofilia sessuale, che si accompagna cioè a un qualche orgasmo del carnefice, che si accompagna con il piacere delle torture. Ne sa qualcosa Don Fortunato Di Noto che da trent’anni si batte contro la pedofilia con l’Associazione ‘Mater’ nel silenzio assordante dei benpensanti. Il sadismo è stato sdoganato ad un’attitudine come un altra, la pedofilia è stata sdoganata. Da chi? L’umanità è passata dal dogma dell’infallibilità del Papa al dogma dell’infallibilità dell’APA. Se si stabilisce che l’omosessualità non è un disordine di natura, allora anche la pedofilia lo può essere altrettanto. La si maschera come ‘attrazione per il bello dei bambini’. Piccole aperture sempre più ufficiali del movimento lgbt statunitense alla pedofilia. I pedofili si chiamano ‘map’, persone attratte da minori. Il circolo lgbt di Roma è intitolato a Mario Mieli, cantore di pedofilia, necrofilia e coprofagia. Posso assumere che tutti gli iscritti provino simpatia per queste pratiche? O che almeno non ne provino nausea? Posso? E così tutto diventa lecito in quanto non è patologico, non è una malattia. Capite che cosa sta accadendo oggi nell’indifferenza quasi generale?
Pare inutile osservare l'immoralità che deriva dal cercare di spacciare per "scienza" illazioni criminali come il sostenere che «se si stabilisce che l’omosessualità non è un disordine di natura, allora anche la pedofilia lo può essere altrettanto». Ma se ci si aspetta che sia l'Ordine dei Medici a prendere provvedimenti contro affermazioni tanto lesive della verità e della vita di milioni di persone, gravissima è anche la diffamazione che la donna riserva agli iscritti di un'associazione come il Circolo Mario Mieli di Roma.
Se tutti sappiamo come bastasse andare ai convegni di Adinolfi per trovare in seconda fila dei preti pedofili che abusavano di minori persino dentro il confessionale, altamente scorretto è il cercare di manipolare a proprio uso alcuni concetti, arrivando sino ad accusare falsamente che Mieli fosse pedofilo. Chiunque avesse un minimo di etica, dovrebbe quantomeno osservare come la psicologia di allora (era il 1977) condannava l'omosessualità come perversione, ed è proprio per opporsi a quelli che l’autore chiamava "psiconazisti", riabilita tutte le parafilie: coprofagia, zoofilia, necrofilia e sesso con i minori. Peccato che il punto di partenza fosse assai diverso da quello teorizzato dalla donna, dato che Mieli non ha mai teorizzato la libertà dell’adulto di poter abusare a suo piacimento dei minori, ma rivendicò il diritto dell’individuo sessualmente libero a poter disporre del suo corpo sin dalla più giovane età.
Se già appare grave è strumentalizzare certe affermazioni, intollerabile è il cercare di sfruttarle per diffamare e accusare di pedofilia tutti gli iscritti ad un'associazione da sempre in prima fila nella lotta contro quella pratica. E se ciò non bastasse, si pensi anche solo a come una decontestualizzazione dai periodi storici ci permetterebbe di osservare come presumibilmente Maria ebbe Gesù all'età di 14 anni mentre Giuseppe era presumibilmente maggiorenne: prendendo il fatto in sé e attribuendogli la dietrologia della De Mari, avvero dovremmo poterci sentire liberi di sostenere che chiunque non sia ateo debba essere considerato un simpatizzante della pedofilia?
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