Silvana de Mari: «I gay mangiano merda e fanno schifo. Odiano sé stessi, la vita e l’umanità»
I gay mangiano escrementi e fanno schifo. È in sintesi quanto dichiara Silvana de Mari nel suo ennesimo articolo diffamatorio di promozione all'odio. Addestrata dal suo ex-direttore Mario Adinolfi e protetta legalmente fa Gianfranco Amato, pare evidente come la donna ami cercare di suscitare nei lettori immagini che possano creare repulsione nella mente dei suoi lettori. Non a caso, nei brani diffusi dall'organizzazione integralista Provita la signora cercava di ottenere il medesimo risultato sostenendo che «loro ci mettono i loro peni sporchi di feci sotto il naso perché ne sentiamo l’odore». Non diversa è la sua strenua attività nel cercare di associare i gay ai pedofili, alle ragadi e altre orribili malattie che possano suscitare un senso di repulsione. Il tutto, ovviamente, non senza ricorrere a quelle bugie, generalizzazioni ed omissioni criminali che l'hanno portata a ricevere svariate denunce.
Ma andiamo con calma. Nel blog che viene suggerito dalla Giunti Editore a tutti i piccoli lettori che malauguratamente dovessero aver letto i suoi romanzi per bambini, la signora De Mari propone un articolo intitolato "La coprofagofobia è un diritto umano. No finanziamenti pubblici a coprofagi e filocoprofagi" in cui la signora racconta:
Dopo avere passato giornate a parlare di lesioni anali e infezioni, oggi parliamo di escrementi. Il tema di oggi è la coprofagia. Moltissimi intellettuali gay inneggiano alla coprofagia. Tra i più famosi Mario Mieli e la /il filosofa/o ex Beatrice Preciado, attualmente Paul Preciado.
Poi, reinterpretando il pensiero di Mario Mieli a suo uso e consumo, la signora omette di raccontare come la psicologia di allora (era il 1977) condannava l'omosessualità come perversione edi come per opporsi a quelli che l’autore chiamava "psiconazisti", Mieli riabilitasse tutte le parafilie: coprofagia, zoofilia, necrofilia e sesso con i minori. Il punto di partenza non era una presunta libertà dell’adulto nel poter abusare a suo piacimento dei minori, ma il sostenere il diritto dell’individuo sessualmente libero a poter disporre del suo corpo sin dalla più giovane età. Inoltre andrebbe notato come negli anni '70 l'essere apertamente gay significasse essere in contrasto con il moralismo e le regole sociali, eppure è proprio decontestualizzando la verità che la signora spergiura:
A Mario mieli è intitolato il circolo lgbt di Roma. Mario Mieli, definito da Liberazione il più grande intellettuale queer italiano. Autore del testo Elementi di critica omosessuale, dove parla della sublime bellezza di pedofilia, necrofilia e coprofagia.
Riporto alcune righe: «Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino non tanto l'Edipo, o il futuro Edipo, bensì l'essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l'amore con loro. Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega, calando sul suo erotismo la griglia edipica»
(Elementi di critica omosessuale, pag. 62, 2002)
Ovviamente il significato delle parole è evidente per chi conosce il contesto ma sono facilmente equivocabili la chi spera di poter usare una frase decontestualizzata per costruirci sopra un po' di carte. È un gioco non dissimile da quello che è solito fare il suo avvocato, Gianfranco Amato, quando va nelle chiese a leggere tre righe estrapolate da un libro di centinaia di pagine sostenendo che quelle frasi debbano essere ritenute più che sufficienti sufficienti a ritenere «pornografico» uno splendido libro come "Sei come sei". Accuse che vennero rigettate anche dalla Procura ma che lui è solito continuare a sostenere in ogni suo singolo convegno quasi come se la verità non fosse quella che noi conosciamo ma quella che lui vuole far credere sia. E lo stesso vale per la De Mari, pronta a dichiarare:
Per coloro che abbiano difficoltà a capire la astrusa prosa, c’è scritto che è giusto desiderare eroticamente i bambini e chi lo fa vuole bene ai bambini perché loro lo vogliono.
Quindi Mario Mieli riconosceva di avere desideri erotici nei confronti di bambini: questo lo classifica come pedofilo: come spiegato nell’ultimo dsm il desiderio semplice senza passare all’atto dà la classificazione di pedofilia. Poi discutiamo se sia un normale orientamento sessuale (teoria dsm) o la più orrenda e nauseante delle perversioni sessuali (teoria nostra). Possiamo definirla filopedofilia così tronchiamo le discussioni.
Della filopedofilia di Mario Mieli e, quindi, di tutti gli iscritti di un circolo intitolato a lui, parleremo un’altra volta.
E se l'accusa rivolta agli iscritti del Mario Mieli è ingiustificata e diffamatorio, la violenta propaganda dell'adinofiniana passa immediatamente al solito tentativo di creare immagini mentali che possano suscitare disprezzo fra i lettori:
Ora parliamo della coprofagia: Mario Mieli faceva spettacoli teatrali dove mangiava gli escrementi suoi e del suo cane, crudi e sconditi. E’ famosa la sua esibizione pubblica all’Ompo’s, durante la quale si esercitò in questi atti (anche con gli escrementi del suo cane). Il poeta gay Dario Bellezza (morto di AIDS) ironizzò così: «A Mario è rimasto altro che mangiar la m…, per far parlare di sé». Uno non mangia gli escrementi suoi e del suo cane per far parlare di sé: uno mangia gli escrementi suoi e del suo cane solo se il suo odio per l’uomo che vuol profanare profanando se stesso ha raggiunto livelli totali.
Se appare disgustoso come la donna paia provare piacere sessuale quando può dire che un gay è morto di Aids (anche se negli anni '70 nessuno sapeva cosa fosse e come proteggersi, motivo per cui è evidente che i gay non lo utilizzassero dato che l'uso dei profilattici era ritenuta utile solo per impedire gravidanze indesiderate, ndr), altrettanto evidente è come non servano né la De mari né Adinolgi per sapere che Mieli non fu un personaggio comodo o accomodante persino nello stesso movimento gay. Al "Fuori!" spesso gli consentivano di intervenire solo quando i giornalisti erano ormai andati via. Ma presentare un elemento come pretesto per sostenere che ogni suo gesto o ogni sua azione debbano essere compiuti da chiunque condivida il medesimo orientamento sessuale è inaccettabile. E per capire quanta malafede trapeli dalle sue parole basterebbe notare come attribuisca ad un orientamento sessuale delle pratiche sessuali presenti in egual misura anche in ambienti eterosessuali, così come non ci vuole molto a pensare a quali eterosessuali abbiano fatto cose ancor peggiori senza che si si possa sentire liberi di accomunare quai fatti a chiunque condivida quello stesso orientamento sessuale.
In un crescendo di violenza e di ferocia, si passa poi a sostenere che i gay sarebbero da intendersi come un'esternazione di «odio di se e dell’umanità». Afferma:
Un altro esempio di intellettuale gay, cioè di odio di se e dell’umanità, lo troviamo nella filosofa Beatrix Preciado, che da qualche tempo si è fatta castrare, ha subito un intervento ai genitali e sta prendendo testosterone e si fa chiamare Paul, ma le sue cellule, tutte, continuano a essere XX. Madre natura è un’arcigna megera, e sta ottusamente arpionata alla realtà
Riporto un brano di Beatrix, un’autrice gay famosa e importante , pubblicato il 17 gennaio 2014 su Liberation, che riassume il suo pensiero: sciopero dell’utero totale e definitivo per tutte le donne, sostituzione della dualità vagina / pene, con la dualità ano/ vibratore.
Denigrata anche la transessualità e passato un po' di tempo a ricamare altre descrizioni sull'uso di escrementi, è attraverso termini coniati da Forza Nuova che Silvana de Mari afferma:
L’omosessualismo odia la vita. E ama la coprofagia. Le feci sono morte. Questa roba è cultura di morte. Non sono quattro tizi che campano come gli pare, a te cosa ti cambia. Questa è cultura di morte.
Sostenuto che non di debba permettere ai gay di poter vivere la propria vita, così come sostiene il suo Adinolfi quando ha deciso di fare business attraverso la promozione dell'odio contro un'intero gruppo sociale, la De Mari passa a chiedere che alle associazioni gay sia tolto ogni finanziamento in modo da impedire che possano fornire aiuto e assistenza agli adolescenti vittima della sua persecuzione:
In una nazione libera qualcuno talmente problematico da mangiare escrementi deve essere libero di farlo, ma che il denaro pubblico finanzi il circolo intitolato a Mario Mieli, mangiatore di escrementi (crudi e sconditi) è un pericoloso incitamento a pratiche coprofaghe che stanno aumentando l’incidenza dell’epatite A. Possiamo dire che la coprofagia fa schifo senza essere inquisiti di razzismo?
Dopo un ragionamento delirante che cerca solo di creare odio, tornano altre affermazioni volte a sostenere che i gay moriranno in maniera terribile:
A questi indirizzi (oltre che a numerosi altri) troverete le informazioni sul rapporto tra epatite A e la cosiddetta omosessualità maschile, termine scorretto con cui si indica l’atto dell’erotismo anale, o, meglio, per usare un termina letterario e biblico la Sodomia. L’epatite A è un virus orofecale.
Ed ancora, dichiara candidamente come l'intento del suo scritto sia quello di creare schifo a danno di persone per bene a lei sgradite:
E per oggi possiamo chiudere. La coprofobia è un diritto umano. Anzi forse si dovrebbe chiamare coprofagofobia. Ma a noi non è che faccia paura. Coprofagoschifo. Il costringere la vittima a ingerire feci è un must nelle torture, nella sopraffazione totale dei prigionieri.
Lo scopo di tutto questo? Ottenere il blocco di qualsiasi finanziamento a qualsiasi titolo dei circoli lgbt.
Anche qui appare evidente che il suo paragone derisorio dell'omofobia pare serva solo a cercare di legittimare chi sostiene che un gay debba giustamente aver paura di camminare per strada dato che è giusto che qualcuno possa picchiarlo per il solo fatto di esistere.
E tutto questo odio e tutte queste menzogne verranno indirettamente difese dal Vaticano dato che il presidente dei Giuristi per la vita che le offriranno assistenza gratuita risultano guidati da un "cavaliere" dell'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.