Facebook ha sospeso Mario Adinolfi dopo il suo inaccettabile sciacallaggio della morte di Dj Fabo
Silvia Pardolesi risulta coniugata ad Adinolfi nei documenti redatti da un casinò di Las Vegas ma non secondo Santa Romana Chiesa e i dogmi che lui vorrebbe imporre agli altri per legge. Basta questo a provare un certo fastidio nel vedere la donna pronta a parlare di "marito" senza ricorrere a quelle degradanti virgolette che il tizio che dorme nel suo letto è solito riservare alle coppie gay sposate nel medesimo stato attraverso le medesime leggi. Fatto sta che la è seconda moglie di Adinolfi a ricorrere al classico vittimismo dell'integralismo nell'annunciare su Facebook:
È vergognoso che ancora una volta, per un'opinione difforme rispetto al politically correct, mio marito Mario sia stato censurato da Facebook. Per un mese non potrà né postare né rispondere a messaggi privati. Forza amore
Non serve grande fantasia per immaginarsi che il provvedimento sia stato preso nei confronti dell'ignobile commento con cui Adinolfi aveva attaccato la dignità di Dj Febo e la sua decisione di ricorrere all'eutanasia scrivendo: «Volete il sistema svizzero, che sopprime un disabile a listino prezzi? Hitler almeno i disabili li eliminava gratis».
E se purtroppo sappiamo che Adinolfi ama cimentarsi in vergognose provocazioni proprio per poi lagnarsi se viene chiamato a rispondere delle sue azioni, altrettanto evidente è come il suo odio abbia disgustato così tante persone da renderlo bersaglio di centinaia di segnalazioni. L'esperienza ci insegna che Adinolfi tornerà a vomitare il suo odio già entro poche ore e che passerà i prossimi giorni a lagnarsi dell'accaduto e a cercarsi di auto-proclamarsi martire del politically correct. Insomma, ancora una volta cavalcherà la morte come strumento per incrementare suoi guadagni personali, anche se pare indubbio che la società civile appare sempre meno incline ad tollerare ulteriormente la sua violenza e la sua inaccettabile inciviltà.