Intervista a Emiliano Fittipaldi, autore di Lussuria, che denuncia l’omertà del Vaticano che copre i preti pedofili
Da poche settimane è uscito nelle librerie "Lussuria" di Emiliano Fittipaldi. Dopo il successo di "Avarizia", Emiliano Fittipaldi si è occupato dei documenti che ci rivelano chi, nel Vaticano, tradisce il sesto comandamento. Perché, nonostante il pontificato di Bergoglio sembri comunicare l’idea di un cambiamento, nei primi tre anni di pontificato del suo pontificato sono arrivate alla Congregazione per la dottrina della fede 1200 denunce di molestie ‘verosimili’ su ragazzini e ragazzine di mezzo mondo.
Lo scorso 23 gennaio, Emiliano Fittipaldi è intervenuto ai microfoni della trasmissione radio L’Altra Frequenza – lgbt on air per parlare di Lussuria. Di seguito, riportiamo l’intervista.
Emiliano, cosa ti ha spinto a parlare dei peccati di Lussuria in Vaticano?
Lussuria parla di una Spotlight italiana. Ho cercato di fare un libro in cui si racconta come, ancora oggi, il Vaticano copra casi di pedofilia. Finora, nonostante le chiacchiere, questo pontificato ha fatto pochissimo. Dal punto di vista normativo, il Vaticano non ha cambiato nulla. Ancora oggi le denunce sono segrete. Ancora oggi, in Vaticano, chi parla di queste cose con la stampa, rischia il licenziamento o addirittura la scomunica. E intanto il fenomeno è ancora molto grave. Solo in Italia ci sono stati più di duecento casi di pedofilia su ragazzine e ragazzini e difficilmente queste cose finiscono in prima pagina sulla stampa. E io li ho raccontati e ho raccontato come questi sacerdoti vengono coperti.
Parliamo subito di qualche prelato “sospetto”, come George Pell, di cui racconti nel libro?
George Pell è stato accusato nell’ultimo anno da cinque uomini di aver compiuto crimini sessuali. Sono un garantista, però, e attendo le decisioni dei giudici. L’aspetto più controverso riguarda il fatto che lui è il numero tre del Vaticano, molto vicino a Francesco, ed è uno che in passato ha coperto preti pedofili, ha cercato di risolvere le questione civili con le vittime, riconoscendo cifre ridicole come risarcimento danni, tipo ventimila euro di media, il prezzo di una Fiat Cinquecento Accessoriata. Pell è uno che ha definito la Chiesa non direttamente responsabile per gli abusi sessuali compiuti da uomini di chiesa perché ha paragonato la Chiesa ad un’azienda di trasporti e ha affermato che come un’azienda di trasporti non è responsabile se un camionista molesta dei minori, così non può esserne responsabile la Chiesa. Nonostante affermazioni di questo tipo e nonostante abbia accompagnato sacerdoti pedofili in tribunale per sostenerli moralmente e nonostante abbia anche pagato l’affitto degli appartamenti di sacerdoti finiti in galera, è stato promosso negli ultimi anni al vertice del Vaticano
Ma le vittime denunciano?
Il sistema della denuncia in sé è nato per essere poco trasparente anche se è stato parzialmente modificato da Benedetto XVI, cioè le denunce arrivano dal vescovo della diocesi in cui avviene il fatto direttamente a Roma, al Sant’Uffizio, che oggi si chiama Congregazione della Dottrina della Fede. Solo che queste denunce sono sub secreto pontificio e quindi non ne sappiamo nulla. Non sappiamo nulla dei nomi dei carnefici, nulla delle circostanze dei crimini, nulla dei processi che spesso neppure si svolgono o perché i sacerdoti sono troppo vecchi o perché l’accusa decade subito perché l’atto di pedofilia viene considerato come semplice “attrazione per gli adolescenti” e l’unica punizione che i preti pedofili ricevono dalla Chiesa è una vita di ritiro e di preghiera. Quasi mai scatta la denuncia alle autorità civili. Faccio un esempio, quello di un prete molto influente di Comunione e Liberazione, che si chiama Don Mauro Pinzoli, che è stato spretato da Ratzinger per abusi sesuali, quando nel 2015 il magistrato ha chiesto alla Congregazione le carte, il Vaticano ha risposto di no, che le carte non sarebbero mai arrivate in Italia. Mauro Pinzoli si è beccato lo stesso quattro anni e nove mesi perché la magistratura è riuscita a fare l’inchiesta anche senza i documenti, quelli negati dal Vaticano. Eppure, paradossalmente, Papa Francesco gli ha restituito la tonaca.
E chi è, invece, Monsignor Rambo?
Monsignor Rambo sarebbe il cardinale Calcagno, un cardinale molto potente perché è il presidente dell’APSA, un ente economico che gestisce l’intero patrimonio della Chiesa, un ex bertoniano che colleziona pistole, fucili e armi. Nel 2005 ha avuto notizia di un sacerdote pedofilo nella sua diocesi, invece di denunciarlo al Vaticano o, ancor meglio, all’autorità civile, l’ha spostato di parrocchia in parrocchia. Peccato che due anni dopo ha scoperto che questo sacerdote pedofilo aveva di nuovo colpito. Ed aveva potuto colpire, proprio perché era stato coperto dall’omertà di Calcagno. E, nonostante ciò, Francesco ha recentemente riconfermato Calcagno nella sua carica.
Con Avarizia, hai dovuto affrontare anche qulche grana giudiziaria, poiché il Vaticano non ha “apprezzato” il tuo lavoro. Cosa accadrà con Lussuria?
Io mi auguro che non accada nulla. Con Avarizia sono stato processato perché accusato di aver divulgato dei segreti mentre avevo fatto solo il mio mestiere, cioè avevo raccontato cose che dovrebbero sapere tutti, ho fatto quello che dovrebbero fare anche i miei colleghi. Quel processo, comunque, è finito con un’assoluzione. Nel complesso, credo che con Lussuria non accadrà nulla perché il Vaticano ha capito che è meglio non dare risonanza a queste inchieste per non fare eccessiva pubblicità. Sta di fatto che se la Chiesa non interviene e non risponde su Lussuria è come se pronunciasse un’ammissione di colpevolezza. In Italia è difficile che questi casi vengano discussi dai giornali. In questi giorni il Whashington Post ha pubblicato un editoriale in cui si parla del mio libro, invece nessun giornale italiano gli ha dato spazio.
Il tuo è un libro anche sulla cultura dell’omertà che fa notevoli danni…
Infatti, io non parlo mai, nel mio libro, di fatti specifici. Lussuria non è un libro pruriginoso, è un libro che intende avere un rispetto assoluto nei confronti delle vittime che hanno vite devastate. È un libro che parla soprattutto di omertà e potere, un binomio molto frequente nei Paesi latini, quelli più cattolici, come l’Italia, la Spagna o il Sudamerica, Paesi in cui gli scandali sulla pedofilia non sono mai scoppiati in maniera così eclatante come negli Stati Uniti, pensiamo al caso Spotlight. Questo perché predomina ancora la cultura del silenzio nell'opinione pubblica, nei paesi cattolici e anche nelle famiglie delle vittime che spesso sono molto cattoliche.
Claudio Finelli