Komov a Il Giornale: «L'omofobia non esiste. In Russia c'è semplice avversione verso certi stili di vita tipici dei gay»
La stragrande maggioranza degli italiani non ha la più pallida idea di chi sia Alexey Komov, eppure pare che lui sia ormai omnipresente in quelunque contesto italiano si cerchi di sfruttare il razzismo, il nazionalismo e l'omofobia a fini propagandistici a sostegno dell'agenda estera della Russa. Dipendente del magnate Kostantin Malofeev (ossia dell'uomo che ha finanziato l'invasione russa dell'Ucraina) è legato all'estrema destra statunitense, al patriarcato di Mosca e a quell'associazione leghista che sta cercando di convincere gli imprenditori del nord-est a licenziare gli operai italiani per spostare la produzione nelle terre di Putin. Era presente quando Salvini è stato nominato segretario del suo partito, è spesso presente sui palchi dei raduni leghisti, sarebbe dovuto essere presente a Family day di Gandolfini e accompagna di sovente le conferenze omofobe di Brandi, Adinolfi e Amato.
E se sappiamo che probabilmente a Putin non interesserà un bel nulla dei gay in sé, sappiamo che che la promozione dell'omofobia è ciò che sta permettendo di ottenere sostenitori sia tra i cristiani che fra gli islamici, in quell'ottica in cui quell'odio potrebbe essere stato identificato come un anello di congiunzione fra quelle terre di suo interesse che sono culturalmente molto distanti fra loro.
In quell'ottica in cui le destre sono sempre al fianco dei gruppi neonazisti nella promozione dell'odio, il nazionalista russo è stato intervistato da Il Giornale. Ovviamente non si è detto chi era il suo capo, ma si è preferito presentarlo come «ambasciatore del Congresso Mondiale delle Famiglie all’ONU e portavoce della commissione sulla famiglia del patriarcato di Mosca». Dicono che intervenga «frequentemente in conferenze internazionali in difesa della famiglia naturale, della libertà educativa e contro le teorie del gender» in quell'ottica in cui pare si voglia spacciare per una verità rivelata tutte quelle sciocchezze su cui si basa la propaganda integralista. E infatti dalla sue risposte già si evince come ripeta le stesse identiche parole che Amato è solito raccontare nei suoi convegni di disinformazione, quasi a voler confermare come dietro a tutto ciò ci sia una regia comune. Dice:
L’identità, come insieme di caratteristiche di ognuno di noi è fondamentale, soprattutto nel contesto del rispetto della legge naturale che ci indica cosa è giusto e cosa è sbagliato. La legge naturale precede lo Stato e ogni legge umana. Si tratta di principi e vincoli iscritti nella nostra coscienza che non possono essere interpretati a piacimento dal legislatore di turno. In questo contesto è essenziale educare i bambini dalla tenera età in maniera naturale e sana.
E se non si capisce bene perché mai l'intervistatore gli chieda come le scuole vengano viste "dalla sede dell’Onu" a fronte di un uomo che all'Onu non ci è mai entrato se non per conto del suo capo al solo fine di per consegnare le sue carte (non è ambasciatore Onu, ma solo il portavoce di un'organizzazione integralista), Il Giornale pare interessato a conoscere come la Russia vorrebbe trasformare le scuole italiane. E Komov risponde con entusiasmo che il sistema di istruzione italiano gli appare «semplicemente catastrofico e centrato sull’individualismo, l’edonismo, il materialismo e il successo economico. I modelli di vita che si offrono ai giovani occidentali oggi, che sono anche imposti dai media, sono dei stereotipi molto dannosi per i nostri bambini: la donna ipersessualizzata e semplice oggetto sessuale e il maschio ricco, muscoloso, infedele, pieno di tatuaggi e spesso anche drogato. Cosa possiamo sperare che gli studenti possano imparare da questa scuola se non a essere egoisti, senza alcun valore e credo spirituale?». Ed è ovviamente sostenendo che Putin sia il più grande condottiero di tutti i tempi, aggiunge poi che la situazione russa sia preferibile a quella italiane perché «dopo la caduta del comunismo purtroppo per una decina di anni la scuola russa ha subito le influenze negative occidentali e Soros ha cercato anche di includere, senza successo, l’educazione sessuale nelle nostre scuole, investendo decine di milioni di dollari. Solo con la venuta al potere di Vladimir Putin nel 2000 le cose sono cambiate e l’educazione nelle nostre scuole è concentrata su valori tradizionali e gli studenti imparano che non sono su questa terra solo per pensare ai loro interessi ma anche per contribuire al bene comune [...] Quanto sopra è successo unicamente grazie a Putin che ha anche rivalutato la storia zarista, l’importante ruolo della Chiesa Ortodossa e anche le vicende di Nicola, ultimo Zar, e la sua famiglia che è stata giustamente canonizzata. Ora abbiamo anche un coraggioso Ministro per l’Istruzione, Olga Vasilieva, che si batte continuamente per migliorare l’educazione delle nuove generazioni concentrandola sui valori eterni della nostra società cristiana».
E dopo aver lodato l'indottrinamento dei giovani russi da parte della Chiesa ortodossa, Komov non manca di ripetere le tesi coniate dalle lobby internazionali riguardo all'esistenza del solito fantomatico "gender". Dice:
Le teorie del gender sono nate con il Prof. Money e sono state portate avanti da ideologi come Simone de Beauvoir che disse che «Donna non si nasce, lo si diventa», Judith Butler: «I ruoli maschili e femminili non sono determinati biologicamente ma sono costruiti socialmente» e Richard Friedman: «Dovremmo incoraggiare le persone ad essere chi si sentono di essere e non chi o ciò che la società vorrebbe che fossero». Le teorie del gender esistono eccome! La prevalenza della mutante identità di genere ha anche due conseguenze: che nella società familiare il sesso conta poco e perciò si promuovono le unioni civili gay e, secondariamente si dà la stessa dignità a ogni tipo di orientamento sessuale. Non a caso la pedofilia è in grande crescita in occidente. Ricordiamoci che le “Adozioni “gay”, utero in affitto, Gender nelle scuole, sono elementi di una grande rivoluzione antropologica che mira a distruggere l’identità più profonda dell’essere umano e a trasformarlo in un ente indistinto alla mercé dei grandi potentati che dominano il mondo.
L'intervistatore chiede così se esistano fenomeni di omofobia all'interno delle scuole russe, ma ovviamente Komov nega tutto in una chiave volta a legittimare l'omofobia:
Innanzitutto trovo ridicolo parlare di omofobia, nel caso vi sarebbe semplice avversione verso certi stili di vita, tipici dei gay. In Russia è stata passata una legge nella Duma, a stragrande maggioranza, per proteggere i minori da influenze negative e aggressive del mondo omosessuale. Secondo lei è questa omofobia?
E sui invito dell'intervistatore, Komov suggerisce quella che lui sostiene sia l'unica soluzione per una società che cerca di insegnare la tolleranza ai ragazzi dinnanzi a qualche gruppi di sfegatati integralisti che li vorrebbero indottrinare all'odio. Dice:
Ricordo che secondo una recente ricerca, in Occidente fino all’età di 17 anni i giovani spendono 63.000 ore davanti a internet e i media, 11.000 ore a scuola, 2.000 ore con i genitori e 900 ore in Chiesa. Perciò chi educa la vostra gioventà se non i media con materialismo, egoismo e sesso? L’unica soluzione è l’homeschooling, cioè studiare a casa con i propri genitori per passare ai bambini e ai ragazzi valori sani e cristiani.
Curiosamente non viene fatta alcuna domanda sul perché Putin abbia cancellato la libertà di espressione con la chiusura di tutti i media non allineati con il suo regime , prevvedendo anche a far "sparire" fisicamente giornalisti (Politkovskaja), oppositori (Nemtsov) e ex tycoon (Berezovsky) a lui contrari o che hanno provato a staccarsi dal suo clan. Nessuna domanda ha provato ad indagare suo continui arresti e sulle intimidazioni verso chiunque osi manifestare pacificamente contro Putin, cps come l'intervistatore non pareva interessato ad avere informazioni sulle illegittime invasioni della Georgia (2008) e della Crimea (2014). Ed ancora, pare che si preferisca chiedere come si debbano indottrinare i bambini all'odio al posto di domandargli perché mai la Russia si sia alleata con regimi discutibili come la Turchia e l'Iran. Ma si sa, è "per il bene dei bambini" che vogliono la nostra annessione...
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