La Boschi dice che ha visto il servizio delle Iene ed ha deciso di revocare i finanziamenti ai progetti anti-discriminazione
Alla fine ha vinto Adinolfi. Grazie al servizio da lui commissionato alle Iene, il governo ha emanato un provvedimento che getterà nuova merda contro un'intera comunità. Nonostante il direttore dell'Unar non fosse parte della commissione che decideva le erogazioni di denaro da parte dell'ente e nonostante neppure un centesimo di denaro pubblico abbia finanziato i circoli affiliati con l'Addons, sulla base dell'indignazione mediatica suscitata dal linciaggio mediatico ha fatto sì che la Boschi abbia emesso un provvedimento di sovvenzione per un progetto che avrebbe visto l'Università Sapianza di Roma impegnata nel contrasto all'omofobia.
A darne notizia sono le Iene, soddisfatte dell'opera svolta dal loro inviato. Nel provvedimento della Boschi si afferma che sia stata «ravvisata la sussistenza di gravissime circostanze di cui questa Amministrazione è venuta a conoscenza a seguito della pubblicazione della citata graduatoria, tali da far ritenere non sussistenti i presupposti richiesti dalla legge per l'ammissione alla medesima graduatoria e per la concessione di finanziamenti pubblici con riferimento dell'associazione Anddos con sede in Roma, tenuto conto delle informazioni relative alle reali ed effettive attività riconducibili alla citata Associazione e acquisite grazie al servizio diffuso domenica 19 febbraio 2017 da Le Iene, dal quale sono emersi elementi e fatti precisi e concordanti circa le attività svolte, incompatibili con l'interesse pubblico perseguito da questa Amministrazione attraverso la concessione di aiuti dispone di dare immediato avvio al procedimento di annullamento del Decreto di approvazione della graduatoria per la parte relativa al riconoscimento di finanziamenti in favore dell'Associazione Anddos».
Pare che, almeno per il momento, l'Unar non verrà chiuso nonostante tutte le destre sostengano la necessità di rimuovere l'unico organismo statale incaricato di contrastare la discriminazione. La decisione non è politica dato che la Boschi afferma che l'unico motivo per la mancata chiusura dell'ente è il rischio di ricevere sanzioni europee. Pare dunque plausibile che l'Ufficio anti discriminazioni possa essere smantellato e reso uno scatolone vuoto che non possa avviare alcuna attività sera di contrasto all'omofobia e al razzismo (peraltro in un momento in cui i partiti di destra fanno a gara nel cercare di sfruttare l'odio verso i migranti a fini propagandistici).
Lascia sconcertati come i riferimenti citati dalla Boschi per quella decisione sia un servizio televisivo e non una qualche indagine interna, motivo per cui pare plausibile pensare che chiunque possegga delle emittenti televisive possa decidere quali teste tagliare sulla base di becero sensazionalismo.
E tra i commenti che si incontrano sulla pagina Facebook delle Iene, c'è chi parla di forni crematori, chi sostiene che i gay rubano i soldi «alle persone normali» o chi dice che «nemmeno gli animali fanno queste cose». Fortunatamente, però, c'è chi si è informato e chi critica un nuovo servizio fatto di battutine contro i gay e di derisioni da parte di Filippo Roma.