La professoressa trentina scrive ai genitori: «Il sesso senza procreazione crea la pedofilia e l'ideologia omosessualista»


Le istituzioni italiane hanno fatto passare l'Idea che in Italia nessuno sia responsabile delle proprie azioni. Giorgio Ponte può insegnare nelle scuole che lui è indegno di qualunque rispetto in virtù della sua omosessualità, la signora De Mari continua ad operare dopo andare in giro a dire che i gay sono malati e pedofili. Insomma, tutto è lecito se si pronunciano insulti a danno di una categoria sgradita alla Chiesa Cattolica.
Non stupisce dunque, che se in una scuola trentina si organizza un progetto di educazione affettiva e sessuale gestito da psicologi e operatori sanitari all'interno di una seconda liceo, una professoressa possa sentirsi libera di impugnare un rosario e di scrivere lettere terroristiche rivolte ai genitori dei suoi alunni perché infastidita dalla richiesta di spiegare loro elementi di anatomia e fisiologia degli apparati riproduttori.

All'interno della sua missiva, l'insegnante afferma:

Il corso dovrebbe essere neutrale. Ma, nel momento in cui si impone che, in vista dello stesso, la classe riceva una lezione sugli aspetti anatomici e fisiologici della riproduzione (nonostante ciò non c'entri nulla con la programmazione annuale dell'insegnamento di scienze naturali) è evidente quale approccio alla sessualità stiamo avallando e quale invece mostriamo di disprezzare. E questo avviene anche nel momento i cui si calpestano il pudore e la purezza, invitando i ragazzi a confrontarsi liberamente sulle proprie esperienze e aspettative sessuali.

Poi, rifacendosi ai più beceri slogan dell'integralismo cattolico, aggiunge:

L’educazione sessuale dei figli spetta soltanto alla famiglia. L’educazione si realizza, gradualmente e pienamente, solo nella famiglia i cui il ragazzo è accolto, allevato ed amato. Da una sessualità spogliata dalla componente procreativa scaturiscono la pornografia, la pedofilia, l’ideologia omosessualista, la promiscuità sessuale e l’ipersessualizzazione dell’infanzia e dell’intera società si realizza, gradualmente e pienamente, solo nella famiglia i cui il ragazzo è accolto, allevato ed amato.

E se viene il voltastomaco nel dover assistere ad una docente che impunemente accusa i gay di pedofilia e di "ideologia omosessualista" attraverso termini propri dell'estrema destra neofascista, da sottolineare è come il (finto) sentimento religioso dalla signora in questione rischi di ledere il diritto dei ragazzi ad una sana educazione nella laicità che lo stato dovrebbe garantire all'interno delle strutture pubbliche. L'obiettivo del progetto, infatti, era quello di promuovere il benessere, prima con se stessi e con gli altri e poi in coppia. Agli studenti sarebbero state fornite informazioni sui comportamenti e sulle loro conseguenze, incentivando così i ragazzi a tenere atteggiamenti maturi e responsabili.
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