Malan e Giovanardi sostengono che l'odio verso i gay sia un diritto sancito da Dio e consacrato da Silvana De Mari
L'Italia è un Paese verso cui è facile provare vergogna. Non solo è una nazione che accetta che un essere come l'integralista Mario Adinofli venga invitato in televisione per propagandare le sue teorie neofasciste, ma è una terra in cui dei senatori pagati con denaro pubblico possono scrivere mozioni di propaganda d'odio contro interi gruppi sociale nella più totale impunità. C'è da essere schifati dinnanzi a come nei documenti ufficiali del Senato della Repubblica esseri come Giovanardi, Gasparri, Aracri, Compagna, Di Biagio, Augello, Candiani e Malan possano usare termini di propaganda nel chiudere una loro loro interrogazione parlamentare affermando:
Solo allora sapremo se l'omosessualismo è entrato di diritto nelle nostre vite, o se viviamo ancora in un Paese che segue la legge naturale.
Il riferimento è alla ritorsione con cui la signora De Mari ha annunciato di voler mettere usare fantomatiche "verità scientifiche" finalizzate a distruggere i gruppi gay e a negare qualunque diritto civile a chi non sia bianco, sedicente cristiano e eterosessuale. Da tempo, infatti, la seguace di Mario Adinolfi è impegnata nel sostenere che ogni cittadino italiano debba poter acquistare armi per uccidere gli islamici e che lei ritiene che l'omosessualità debba essere ritenuta una patologia perché Dio odia i gay e santifica la modalità con cui la sua vagina risulta capace di accogliere «bei peni grossi grossi e turgidi turgidi».
Dalle pagine del partito di Mario Adinolfi, da nonna ha anche rivelato che le sue dichiarazioni sono dichiaratamente orientate a creare odio e disinformazione a danno di in intero gruppo sociale, tant'è che è lei stessa ad aver dichiarato: «Ho deciso di eliminare i movimenti lgbt come ritorsione contro il Cassero. Li abbatterò». In uno stato normale la polizia avrebbe citofonato alla donna per chieder conto di quelle affermazioni, in Italia ci sono senatori che la difendono e che chiedono sia santificata nel nome di una fantomatica «legge naturale».
La «legge naturale» è un concetto riconducibile alla corrente giusnaturalista, secondo cui nella natura sono iscritte delle leggi morali universali. Secondo Tommaso d'Aquino, la legge morale naturale consiste in una partecipazione razionale dell'uomo al piano legislativo di Dio fissato da sempre per l'intero universo. È dunque sostenendo che Dio odi i gay e che Dio apprezzi la modalità con cui gli otto senatori amano far sesso con donne che il documento usa un concetto astratto come fonte di discriminazione, peraltro in evidente contravvenzione delle regole di laicità dello Stato.
E non manca pure la sottolineatura di un intento ideologico attraverso l'uso di un termine coniato da Forza Nuova, volto a sostenere che il rispetto dei gay sia una ideologica dato che è ovvio che i gay non meritino alcun rispetto.
E pensare che basterebbe attraversare la frontiera per trovare terre in cui la civiltà è andata avanti e in cui personaggi da Medioevo come i nostri senatori riceverebbero solo le risate che simili assurdità potrebbero generare, non certo uno stipendio che loro esigono sia versato loro anche da parte di chi è vittima della loro inaccettabile persecuzione incostituzionale. Esistesse un Presidente della Repubblica serio, potremmo aspettarci un intervento da parte sua... ma qui siamo in Italia e quindi non possiamo aspettarci nulla mentre c'è chi cerca di ottenere consensi politici sulla pelle dei cittadini.