Mario Adinolfi nega che pedofilia nella Chiesa sia un problema di cui ci si debba occupare
È La7 ad aver dato spazio mediatico alle patetiche teorie dell'integralista Mario Adinolfi, ossia di quel tizio che ha creato un business basato sull'odio e che continua ad ottenere visibilità in virtù di come non si faccia problemi a rendersi ridicolo dinnanzi alle telecamere o ad a insultare il mondo cattolico con il suo sostenere che sia composto solo da ebeti che credono davvero che esista una fantomatica "lobby gay" che vuole "omosessualizzare" il mondo mediante una "ideologia gender" che nessuno ha mai teorizzato.
E se una simile macchietta farebbe ridere chiunque abbia una manciata di neuroni, non è altrettanto divertente come l'integralista si sia macchiato di atti di grave amoralità come la promozione di quelle fantomatiche terapie che rischiano di spingere al suicidio gli adolescenti che ne sono vittime. E c'è poco da ridere dinnanzi a chi pare voler contribuire alla morte di alcuni ragazzi pur di ottenere un profitto economico personale al pari di un qualunque mercenario, di un bracconiere o di un cecchino.
E se quella violenza resterà un'onta che lo rende complice di una propaganda di morte, non meno grave è come dagli studi di La7 si sia lanciato nel difendere la pedofilia all'interno della Chiesa. Nonostante dsi tratti di un fenomeno che lui dovrebbe conoscere fin troppo bene dato che ai suoi convegni si è registrata la presenza di sacerdoti che abusavano di minori persino all'interno del confessionale, è per mero profitto che l'ultra integralista ha sostenuto che sia necessario chiudere gli occhi e far finta di non vedere un fenomeno che nella sola Australia rappresenta il 60% di tutti gli abusi commessi nell'isola.
Attaccando la libertà di stampa e il lavoro con cui Emiliano Fittipaldi ha denunciato come numerosi vescovi e prelati abbiano coperto gli scandali anche a rischio di creare nuove vittime, Adinolfi sostiene che «Già da Ratizinger sono iniziati interventi radicalissimi contro la pedofilia: questi libri sono operazioni di business».
Evidentemente il lavoro di Ratizinger non dev'essere bastato se numerosi prelati ancora commettono abusi nella più totale impunità, così come pare faccia ridere il suo sostenere che sia cosa buona e giusta cercare di ricavare denaro dalla promozione dell'odio contro interi gruppi sociali e non lo sia il denunciare crimini contro i minori perpetrati da preti pedofili che evidentemente lui vorrebbe tutelare.
Interessante è osservare come Adinolfi sostenga e difenda quei vescovi che, pur essendo in informazioni riguardanti casi di abusi, decidono di non coinvolgere le autorità dello stato per condurre "indagini" personali che per stessa ammissione dell'integralista non possono condurre ad un bel niente. Il tutto sostenendo dei numeri a livello mondiale che non rappresentano neppure una minima fetta di quelli appurati dalle autorità civili.
Insomma, oltre a dover rispondere dei ragazzi gay che ha spedito nei centri di tortura psicologica, probabilmente ora dovrà rispondere di aver difeso gli aguzzini che hanno stuprato quei bambini che lui sostiene di voler "difendere" attraverso una cultura del pregiudizio e dell'odio.
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