Perché l'integralista Adinolfi non si indigna dinnanzi ai locali "no-profit" per scambisti etero?
Nella sola lombardia i locali "no profit" per scambisti etero generano un giro di affari di oltre 50 milioni di euro. Sono tutti locali che ufficialmente si dichiarano senza scopro di lucro, tutti hanno l'obbligo di una tessera associativa e nessuno di loro ha creato indignazione in quell'integralismo cattolico che sembra sbavare come bestie rabbiose solo quando c'è l'opportunità di fomentare odio e violenza contro i gay. Eppure quelle realtà etero sono state ampliamene documentate in un ricco servizio realizzato da La Gabbbia, così come il servizio sottolineava anche in quel caso l'esistenza di casi di prostituzione, ma evidentemente l'assenza di gay da insultare e denigrare non aveva permesso il medesimo eco mediatico. Ancor più se si considera come Filippo Roma abbia cercato di prendersi qualche punto di share mostrando un un uomo che si faceva fistare da un altro maggiorenne consenziente in circostanze di assoluta legalità (motivo per cui pare incomprensibile la diffusione di quelle immagini).
Ovviamente nel caso delle Iene va considerato anche l'interesse politico di quell'attacco all'Unar, al punto che Giorgia Meloni si è subito affettata a chiederne l'immediata chiusura per punire un ente che ha osato invitarla a non insultare e diffamare gli immigrati. Peccato che il pretesto appaia patetico, dato che i fondi destinati dall'Unar all'associazione Anddos fossero destinati a progetti realizzati insieme all'Università Sapienza di Roma e non ai circoli affiliati, ma evidentemente l'obiettivo di decapitare l'unico ente che rappresentava un ostacolo al più becero populismo si stampo razzista e omofobico valeva una bugia.
Quindi ora sappiamo che in Italia si può far sesso e si può tollerare la prostituzione solo se sono gli eterosessuali a abenficiarne, nel caso dei gay si usa un qualunque pretesto per mettere alla gogna un'intera comunità e per chiedere che nelle scuole siano interrotti tutti i progetti di contrasto al bullismo omofobico.