Pillon: «Ai bambini si dica che li porta la cicogna. Chiediamo ai mussulmani di aiutarci ad impedire l'educazione sessuale nelle scuole»
Simone Pillon, tra gli organizzatori del Family day e tra i massimi guru dei movimenti anti-gay, pare non avere dubbi: ai bambini bisogna mentire e se dovessero chiedere come sono nati, si deve dire loro che li ha portati la cicogna.
In un articolo apparso sulla stampa cattolica radicale, l'ex presente del Forum delle famiglie dell'Umbria dice che lui «non mi rassegna» e che prova grande disappunto per le teorie pedagogiche su una sana educazione sessuale stata «educazione sessuale molto ben introdotta anche nel mondo cattolico». Scagliandosi contro un libro del professor Alberto Pellai, lamenta che «leggere che a bambini e bambine di 9 anni si spieghi il funzionamento della vulva, del meato uretrale e del clitoride mi provoca qualche fastidio». Poi aggiunge:
Quando poi leggo a pag. 137 che “due persone che si amano molto (…) Possono decidere di fare l’amore cioè di esprimere quello che provano in un modo molto speciale: stanno molto vicini e così l’uomo può far entrare il suo pene nel corpo della donna attraverso l’apertura della vagina”, il fastidio lascia posto all’orrore.
Insomma, il bambino non deve sapere a che cosa serve il suo pene perché Pillon ha paura del sesso e lo teme come se fosse criptonite. E come sempre il pretesto del suo finto perbenismo è il sostenere che lo fa per i bambini, nonostante tutto faccia pensare che sia lui ad avere seri problemi con il sesso. Dice:
Sono infatti convinto sia orribile trasmettere ai bambini di nove anni nozioni di meccanica sessuale quando magari non l’hanno chiesto e comunque non hanno né gli strumenti né la capacità di reggere l’immenso portato emozionale, psicologico e relazionale dell’amore. Stiamo togliendo ai nostri figli la magia della vita, la poesia dei corpi e delle anime, il mistero dell’amore, sostituendo il tutto con tristi pubblicazioni in ossequio agli “Standard dell’educazione sessuale” dell’OMS.
In realtà l'Oms non ha nulla a che fare con quel libro, ma si sa che l'integralismo cattolico vive di slogan e che sente la necessità di ripeterli in ogni occasione anche quando non hanno nulla a che fare con l'argomento trattato. Ma dato che l'obiettivo è sempre e solo politico, Pillon cerca di fomentare la solita isteria nel dire che «sono soprattutto terrorizzato che tutto questo avvenga a scuola, in un contesto di algida e comunisteggiante pubblica istruzione». Esatto, è colpa dei comunisti.
Sostenendo che l'educazione sessuale sia un compito dei genitori e che debba essere negata a chi ha genitori che non hanno alcuna intenzione di spiegargli alcunché, Pillon passa a promuovere quell'auto-formazione che potrebbe portare gli adolescenti a non conoscere il rischi del sesso non protetto o le modalità per non mettere incita la partner:
Ci sono cose che un uomo deve apprendere da suo padre e una donna deve apprendere da sua madre. E poi ci sono cose che ciascuno deve scoprire da solo. Da sempre spetta ai genitori il compito di custodire e tramandare il segreto della vita, quel segreto che ci rende pienamente umani, in cui riposa tutta la nostra forza e tutta la nostra dignità, quel segreto che porta l’uomo a sfiorare l’eternità, a sfidare il tempo e la morte, a toccare il cielo. Con questi libricini stiamo demandando a ignoti “specialisti” – per bravi che siano – il più prezioso dei legati che un genitore può lasciare ai suoi figli.
Si giunge al tragicomico quando Pillon spergiura che «la generazione che verrà sarà espertissima di tecniche sessuali» e che a 5 anni si insegnerà «il sesso fetish» a nove anni «il sesso del missionario» e a 16 «il sesso gay come al liceo di Perugia, poi le varie perversioni catalogate sui siti porno in una infinita girandola del sesso discount, per presto approdare al non senso».
E dopo aver sostenuto che l'oscurantismo sia la miglior soluzione per evitare le malattie sessualmente trasmissibili, aggiunge che:
Del resto non serve la fantascienza per capire che se a un ragazzino di nove anni spieghiamo a scuola come si fa a copulare non possiamo poi meravigliarci che passi in men che non si dica dalla teoria alla prassi, magari con la vicina di casa o con la compagna di banco. Perché non gli spiegargli come costruire una bomba? (Si, una bomba... Perché la potenza contenuta in quel gesto è una vera e propria bomba atomica, capace di portare vita o di portare morte a sé e agli altri a seconda dell’uso che se ne fa.) Noi stessi adulti non sappiamo governare l’immensa energia creatrice della sessualità, e pretendiamo che un libricino da 7 Euro faccia il nostro lavoro? Stolti.
Invitando i lettori a negare una sana educazione ai figli, propone:
Impariamo a tenere i nostri figli a casa nelle ore di educazione sessuale e profittiamo per legger loro “il piccolo Principe”, oppure raccontiamo loro di Ulisse e Penelope, di Amore e Psiche, di Ettore, di sua moglie e del loro piccolo Astianatte. Lasciamo che si commuovano leggendo di Tristano e Isotta, mostriamo nel cielo estivo le costellazioni di Perseo e Andromeda, sveliamo loro i misteri della vita affettiva con la bellissima storia di Tobia e Sara o con gli immortali versi di Dante e Shakespeare. Facciamo loro ascoltare la Turadont, portiamoli a vedere le statue di Canova o i dipinti di Chagall. E insegniamo loro la difficilissima arte del pudore, della verecondia, della riservatezza. Nutriamo la loro anima di amore, quello vero. Il corpo capirà da solo cosa fare quando l’anima avrà incontrato la sua anima. E quando sarà il momento. Senza fretta. Lasciando sempre spazio alla meraviglia.
Incoraggiando una crociata che possa impedire a qualunque struttura scolastica di poter fornire una sana educazione ai figli degli altri, l'avvocato tira in causa quei mussulmani che solitamente è solito disprezzare:
Per carità, viviamo in una società pluralista, e ognuno insegni ai suoi figli quel che gli pare. Sappia però bene - chiunque avesse in mente di avvicinarsi ai miei di figli con il manuale del piccolo Kamasutra - che non tollererò cose del genere, abbiano o no il bollino di qualche ministero inutile, di qualche sessuologo di grido, di qualche università venduta o di qualche prete svampito.
Sappia inoltre che non sarò solo, visto che avremo cura di spiegare nel dettaglio agli altri genitori (compresi i numerosi amici mussulmani), quello che si sta cercando di inculcare più o meno subdolamente ai nostri figli. Siamo per l’accoglienza no? Sono sicuro che saprete rispettare e accogliere il mio, il nostro, punto di vista.
Poi conclude:
Anche perché nell’art. 26 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, nell’art. 30 della Costituzione e nell’art. 315 bis del Codice Civile c’è scritto che abbiamo ragione noi.
Ma, come sempre, anche quella è una frase che estrapola dal loro contesto alcune norme, invocando i diritti dei genitori solo dopo aver colpevolmente dimenticato i diritti dei bambini. Una formazione sana e una tutela della salute è un diritto che non può essere negato solo perché si ha la sfortuna di avere un genitore come Pillon.