ProVita Onlus sostiene che i pedofili di destra vengano discriminati (poi cita virgolettati falsi per accusare Vendola di pedofilia)


I pedofili di destra sono più discriminati di quelli che la destra accusa di essere tali. È questa la vergognosa teoria sostenuta dall'organizzazione politica Provita Onlus attraverso un articolo firmato da Federico Catani (nella foto di apertura).
L'organizzazione guidata da Toni Brandoi parte con il parlare di Milo Yiannopoulos come di un «giovane caporedattore di Breitbart News, sito di informazione finito nel mirino degli ambienti politicamente corretti per le sue battaglie controcorrente a sostegno dell’attuale leader degli Stati Uniti». L'uomo viene lodato perché «sempre schierato contro le rivendicazioni della lobby LGBT, denunciando il piano totalitario che soggiace dietro le parole d’ordine dell’ideologia gender, del femminismo e dell’associazionismo gay». Insomma, è un personaggio che a loro piace perché teorizza la supremazia di una razza bianca, sedicente cristiana e formata da maschi eterosessuali che amano sottomettere le donne.
Il problema è che il loro amato Yiannopoulos è finito al centro di uno scandalo perché in un video difese esplicitamente la pedofilia sostenendo che quei rapporti «possono essere esperienze estremamente positive» e che «la pedofilia non è un’attrazione per un tredicenne, sessualmente maturo. La pedofilia è un’attrazione per bambini che non hanno raggiunto la pubertà». Ciò ha portato gli ambienti conservatori a scaricarlo e a prendere le distanze da lui.
Ma Provita pare non starci, sostenendo che probabilmente il discorso sia stato mal interpretato. Ed è a qual punto che catani si lancia in un agghiacciante excursus su quanto siano discriminati quai pedofili di destra che inneggiano al loro amato Donald Trump:

Non possiamo però non notare che i media politicamente corretti sono pronti a condannare solo alcuni, mentre mostrano assoluta tolleranza verso altri, nascondendone i lati più oscuri. Dichiarazioni favorevoli o comunque simpatizzanti nei confronti della pedofilia, nel corso degli anni, sono state pronunciate da esponenti di spicco del mondo politico-culturale italiano: prima Mario Mieli, poi Marco Pannella e anche Nichi Vendola, per esempio, hanno avuto parole più o meno tolleranti nei confronti dei rapporti sessuali dei bambini con gli adulti. Eppure nessuno di questi è stato ostracizzato. Anzi, si tratta di personaggi esaltati e presi a modello.

Purtroppo l'integralismo cattolico pare sordo a qualunque realtà ed ama ripetere ad oltranza le sue bugie nella speranza che la ripetizione possa farle credere verità di fede a chi è sottoposto al loro bombardamento ideologico. Pare dunque inutile ribadire che Mario mieli non promosse alcuna pedofilia, dato che si limitò a sostenere che anche i minorenni avessero una sessualità che doveva essere rispettata (ma ciò non significa che intendesse invitarli a fare sesso con adulti). L'evidenza deve essere tale che l'organizzazione politica si è trovata costretta a "commentare" l'accusa con un altro articolo diffamatorio apparso sulle loro pagine, in quel clima in cui dicono che la frase debba essere interpretata sulla base della loro opinione e non nel contesto dell'opera da cui l'anno estratta.

Va ancora peggio con l'accusa infamante che Provita rivolge a Nichi Vendola, giustificato attraverso un link ad un articolo del 1985 che è già stato ampliamene classificato come una conclamata bufala. A 32 anni di distanza Catani spaccia ancora quelle bugie nella più ipocrita e criminale negazione dell'evidenza di come la frase riportata dal quotidiano sia stata manipolata.
L'articolo sosteneva che Vendola avesse affermato: «Mi indigno anch’io quando vedo uno dei capi del centrosinistra che teorizza, e parlo di Nichi Vendola, o ha teorizzato, scrivendolo nero su bianco, il diritto dei maggiorenni di fare sesso con i bambini». In realtà la frase integrale pareva avere un significato assai diverso, dato che le reali parole furono: «Certo l’ età conta, ognuno forma la propria cultura in un momento storico preciso. Non è facile affrontare un tema come quello della pedofilia ad esempio, cioè del diritto dei bambini ad avere una loro sessualità, ad avere rapporti tra loro, o con gli adulti –tema ancora più scabroso– e trattarne con chi la sessualità l'ha vista sempre in funzione della famiglia e dalla procreazione».
La falsificazione del suo pensiero venne denunciata dallo stesso Nichi Vendola in un post del 4 novembre 2010 dal titolo "Fango", ma evidentemente all'organizzazione di Brandi il fango e la menzogna devono piacere proprio tanto, soprattutto se servono a difendere un pedofilo che vota Trump.

Meno chiara è l'accusa di pedofilia che Provita rivolge a Pannella, dato che l link da loro proposto rimanda ad un documento del 1998 che dava notizia di un convegno a cui avrebbe preso parte anche Pannella (insieme a professori di bioetica e a deputati di Forza Italia) per discutere di Internet e di pedofilia. A creare indignazione nell'associazione integralista, forse, è l'opinione di chi sosteneva che dovesse esserci differenza nel considerare i casi di pedofilia immaginati o quelli in cui tale fantasia si tramuta in atti fisici.

La rabbia di Catani pare aggravata da come sulla sua pagina Facebook emergano coleggamenti con Yiannopoulos. Ovviamente non mancano neppure i soliti nomi noti dell'integralismo cattolico che paiono ricordarci come ci sia sempre e solo un piccolo manipolo di personaggi dietro alla propaganda omofoba, tant'è che fra i suoi amici non mancano Alessandro Benigni, Maria Rachele Ruiu, Rodolfo de Mattei, Giuliano Guzzo, Renzo Puccetti, Filippo Savarese, Simone Pillon, Massimiliano Amato, Giorgio Ponte, Luca Di Tolve, Luca Pavani dell'Uccr, Mirko De Carli, Jacopo Coghe, Cristina Cappellini e Riccardo Cascioli.
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