A Napoli c'è il meeting delle famiglie arcobaleno, puntuale arriva la reprimenda degli adinolfiniani


Si è tenuto a Napoli, presso la saka della giunta di Palazzo San Giacomo, si una giornata di discussione che ha coinvolti avvocati, politici e attivisti impegnati sul fronte dei diritti delle famiglie arcobaleno in tutta Europa. Ovviamente l'evento è stato fortemente criticato dal partito omofobo di Mario Adinolfi, ormai quasi ridicolo nel suo ripetere che i diritti sarebbero una prerogativa riservata ai soli eterosessuali.
A lanciare l'affondo è il solito Luigi Mercogliano che, attraverso la sua pagina Facebook, afferma:

Chi può dire quanti soldi delle famiglie napoletane sono stati spesi e saranno spesi ancora oggi per organizzare, accogliere, ospitare e foraggiare i partecipanti al convegno che si terrà nel pomeriggio presso la sala Giunta del Comune di Napoli -che è di tutti e non di proprietà del sindaco o dei movimenti lgbt- che ha l'intento di venirci a "insegnare" che è giusto che le Procure "stanno cambiando a colpi di sentenze" l'Italia e che "l'esercizio e la tutela dei diritti di genere sessuali e riproduttivi" è un "processo tanto inevitabile quanto giusto", se non chi li ospita a spese dei napoletani e cioè il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris?

Osannato il dio denaro e sorvolando sull'imbarazzante numero di patrocini ricevuti dai comizi d'odio del suo Gianfranco Amato, l'adinolfiniano incalza:

Ecco, caro Primo cittadino di Napoli, visto che sulla locandina dell'evento pubblicizzata sulle pagine del sito internet del Comune vi è scritto che è "patrocinato" dall'Amministrazione cittadina, noi vorremmo sapere proprio questo: quanto hai speso con i soldi del Comune, quindi con i soldi di tutti noi cittadini napoletani che qui paghiamo le tasse e mal viviamo la nostra condizione di residenti per gli evidenti disagi e le altrettanto evidenti negligenze politiche, per osannare insieme alla lobby lgbt ed alla sua massima esponente delle Famiglie arcobaleno promotrice della manifestazione la presunta liberazione culturale di Napoli da quando ci sei tu al Governo della città.

Precisato come la sua ideologia lo porti a sistenere che lo suoi problemi debbano avere la priorità su quelli altrui e che i contributi versati dai gay debbano essere investiti a vantaggio esclusivo dei soli eterosessuali, parte il piagnisteo:

Da cittadino napoletano, che fatica e arranca tutti i giorni per tirare avanti la propria famiglia, mi sento preso per i fondelli se il Comune di Napoli non solo ospita ed esalta chi si vanta che un paese moderno sia quello nel quale negare il diritto sacrosanto di avere una mama ed un papà ad un bambino, oppure sfruttare la fame di una povera crista nel mondo pagandole l'utero per soddisfare il proprio capriccio di ricchi per avere a tutti i costi ciò che la Natura ti impedisce naturalmente di avere, sia in fin dei conti un Paese modello, oltre che un Paese moderno. Mi sento mortificato anche per il fatto che il Comune anzichè sostenere con sgravi fiscali e politiche sociali di assistenza e sostegno serie le famiglie con disabili o le famiglie come la mia, dove il capo famiglia è in contratto di solidarietà da quattro anni e da gennaio è in cassa integrazione a zero ore, ripeto, a zero ore dia soldi che sono anche miei a persone che vogliono negare diritti ai bambini e sfruttare la fame delle donne delle zone povere del mondo per soddisfare i propri capricci. E mi sento ancor più sbeffeggiato se questo accade mentre nella mia città ci sono padri e madri di famiglia che hanno perso il lavoro, che per questo non possono più sostenere le proprie famiglie assolvendo alle spese quotidiane sempre più pressanti e il Comune, al di là di proclami politici di facciata, non fa nulla e ripeto nulla per evitarlo. Mentre voi oggi farete il vostro bel coffe breack tra gli arazzi e i lussi del Palazzo, pensa a quante famiglie andranno a mangiare alla Caritas un pasto caldo perchè non se lo possono più permettere con le loro tasche. Caro Sindaco, se questa è la rivoluzione di cui tanto ti vanti allora te lo dico nella nostra lingua, il napoletano, e senza timore di smentite: "sta rivoluzione è nu bluff"!

Interessante sarebbe con che coraggio possa attaccare un incontro di poche ore, destinato ad occuparsi di tutti bambini che lui vorrebbe rendere orfani, quando per mesi ha fatto spendere tempo e denaro al Parse per cercare di impedire la felicità altrui. A lui non basta poter sposare chi vuole, esige che ad altri sia vietato e poi sostiene che il tempo speso per le famiglie altrui siano tempo sottratti ai suoi privilegi. Il bello è che va pure in giro a dire che lui sarebbe "cristiano" e che la sua guerriglia urbana sia un volere di Dio.
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