Amato invoca un intervento dei servizi sociali e dell'Unicef contro con chi mostra i propri figli in pubblico. Quindi contro Adinolfi?


Al convegni del loro partito, i figli minorenni dei relatori vennero esibiti dal palco come oggetti di propaganda politica, promettendo ai presenti che si sarebbe fatto di tutto per impedire ad altri di poter avere una famiglia. Nonostante la tenera età, quai bambini risultano chiavi dei pregiudizi dei loro genitori e richiamo di essere perseguitati, picchiati richiusi in centri di tortura psicologica qualora dovessero avere un'orientamento sessuale diverso da quello che i loro genitori hanno deciso debbano avere.
In quella fotografia Amato è solitario perché non ha figli minorenni da esibire, eppure non pare preoccuparsi troppo di ciò che sta accadendo attorno a lui. Ma se due stilisti osano calcare una passerelle in compagnia delle loro figlie, l'opinione di Gianfranco Amato pare cambiare e il leader integralista si dice «disgustato» da quelle vite che lui non avrebbe mai voluto potessero venire al mondo.

Con una ferocia inumana, scrive:

Nel guardare l’immagine di quei due uomini che esibivano in passerella le due povere creature come trofei, non sono riuscito a provare altro se non disgusto. E mi sono chiesto dove fossero i Servizi Sociali, dove fosse il Garante dell’Infanzia, dove fosse l’UNICEF. Una volta esisteva una sorta di pruderie nell’esposizione fotografica dei minori. Occorreva persino oscurare il volto o renderli irriconoscibili per tutelare la loro privacy. Ma quelli ottenuti in provetta non sono evidentemente bambini normali.

La foto in apertura è del giornale di Adinolfi e i volti dei minori non sono stati oscurati. E lo stesso accade ripetutamente sui profili social dei militanti del partito di Amato, con minori continuamente esibiti come trofei anche dallo stesso integralista.
L'evidenza è che ci siano due pesi due misure, se non proprio una certa malafede nel cercare di sfruttare i bambini come oggetto di creazione di odio contro quella comunità che Amato indica incessantemente come la fonte di qualunque male.
In un copione già visto, Amato non manca di tirare in ballo quel cristianesimo con cui lui giustifica ogni atteggiano anti-cristiano, in una continua e disgustosa manipolazione politica del sentimento religioso. Ed è con un paragone assai azzardato che si mette a sbraitare pure che i figli dei gay sarebbero degli schiavi:

Nella civiltà occidentale 2.0, totalmente scristianizzata, questi sono oramai dettagli irrilevanti. L’essere umano ridotto a “cosa” per il capriccio perverso di due adulti è ormai un assioma irrefragabile.
E così siamo arrivati all’esibizione in passerella dei “prodotti”, come se fossero un orologio di Cartier. Belli anche se un po’ carucci. Centocinquantamila euro per l’acquisto di un bimbo, non è cifra alla portata di tutti. E’ un privilegio per pochi. Una prerogativa d’élite. Del resto è sempre stato così. Anche nell’antica Roma lo schiavo non era un bene alla portata di tutti, sebbene fosse assai meno caro di un bambino che oggi si produce in provetta.

L'uso di una terminologia violenta e demonizzate è come un marchio di fabbrica per un uomo che si auto-proclama "generale" della criminalità e che spergiura che la Madonna gli sia apparsa per incaricalo di guidare una battaglia contro la pari dignità della genti. Ma la realtà è che gli schiavi venivano ridotti in schiavitù, quei bambini semplicemente non sarebbero mai nati senza i loro papà. Sarebbero potuti nascere altri bambini, ma non loro, non con la loro identità unica e meritevole di quella dignità che Amato pare voler negare loro.
È un paragona azzardato che pare ricordare quell'Adinolfi che ha paragonato chi decide della propria vita con chi veniva sterminato dai nazisti... e forse c'è un motivo se i due si sono incontrati e hanno fondato un partito comune basato sulle invettive e sullo stupro della realtà.

L'impressione, però, p che in realtà ad Amato non freghi nulla né dei bambini né della modalità con cui sono venuti al mondo. Tutti i suoi proclami paiono confezionati solo ed esclusivamente come strumento di demonizzazione delle sinistre e di esaltazione di quelle destre con cui lui incessantemente collabora. Non stupisce dunque come la tesi ai suoi rantoli sia:

Che tristezza vedere ora quel che resta della “sinistra” – ormai ridotta a partito radicale di massa – applaudire compiacente all’immagine di Sergei Grinko e Filippo Cocchetti che tengono in braccio le due gemelline esibite in passerella.

Ed ancora, sostenendo che lui sia migliore di tutti e che lo stia facendo per i bambini (quegli stessi bambini che rischiano di essere spinti al suicidio dalle fantomatiche "terapie riparative" promosse dal suo partito) chiude il proclamo con un: «Mi si stringe il cuore pensando all'egoismo spietato di quei due uomini e al tragico destino di quelle povere»creature.
Sarà, ma bisognerebbe quantomeno verificare se quelle «povere creature» non avranno una vita migliore di chi è costretto a rapportarsi con lui, la sua sterminata superbia e la sua violenta ideologia. Se non altro potremo star certi che le due bambine non rischiano rappresaglie qualora dovessero avere orientamenti sessuali o identità di genere non conformi alle direttive del "generale".
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