Anche un politico, tra preti peccaminosi, sposati e agenti segreti, nel libro verità di Francesco Mangiacapra
Il 21 marzo, alla Feltrinelli di Napoli, in Piazza dei Martiri, alle ore 18, avrà luogo la prima presentazione nazionale di un libro che, dalla sua pubblicazione, sta facendo discutere enormemente l’opinione pubblica. Si tratta del librò verità Il Numero Uno. Confessioni di un marchettaro, scritto sall’avvocato-escort Francesco Mangiacapra con il drammaturgo Mario Gelardi.
Lo storico Frédéric Martel, autore di Global Gay, libro cult lgbt internazionale, ci raccomanda di leggere il libro di Francesco Mangiacapra senza giudicare ma con la consapevolezza che “in questa economia alla deriva, dove i titoli di studio non hanno valore, la disoccupazione giovanile corrode la morale e dove l’ascensore sociale è bloccato, Mangiacapra ha creato la sua start-up sessuale unipersonale. E non ne fa mistero”.
Ed è proprio la lucida sincerità, l’elemento che fa più scandalo nel racconto di questo brillante, consapevole e colto prostituto: la sincerità con cui racconta la sua storia, con cui confessa il fatto di aver preferito vendere altre parti del corpo, piuttosto che la mente e con cui si dispone, serenamente, a passare in rassegna le diverse tipologie della sua clientela, dai preti peccaminosi alle coppie in cerca di nuove emozioni, dai disagiati mentali agli integerrimi padri di famiglia, passando per disabili, giovani ingenui innamorati, mitomani che vogliono fingere un abuso ed esperienze low cost.
Tra le storie raccontate nel libro, una riguarda un cliente vip, un politico gay non dichiarato che nascondeva la propria omosessualità perché esponente di un partito ostile ai diritti lgbt. Il lavoro di Francesco Mangiacapra però, in quest’occasione, non riguardava prestazioni sessuali ma la complicità con il politico in un’incredibile e macchinosa strategia di conquista dell’amato.
Per saperne di più, incontriamo Francesco Mangiacapra nella sua elegantissima e dannunziana dimora nel centro storico di Napoli.
Francesco, nel tuo libro c'è un capitolo intitolato "L'onorevole". Dunque tra i tuoi clienti c'è stato anche un politico?
Non è stato l'unico mio cliente del mondo della politica quello di cui racconto nel libro. Si tratta di un ex parlamentare di una fazione politica non esattamente fautrice dei diritti LGBT: inizialmente non sapevo chi fosse, si presentò a me come un ricco imprenditore e non gli feci troppe domande: il Rolex Daytona che aveva al polso faceva da garante. Solo tempo dopo, cercando il suo nome su Google compresi chi era: un ex deputato, ancora impegnato politicamente e in procinto di candidarsi alle successive elezioni del parlamento europeo. Probabilmente uno di quelli che una decina di anni fa contribuirono a non far passare i DICO.
Immagino non fosse dichiarato...
Era quello che si definirebbe un velato. E ti dirò che era un vero romantico, un uomo d'altri tempi.
Quindi a letto era romantico?
In realtà non sono mai stato a letto con lui! Mi ha pagato per una missione più complessa: sedurre il fidanzato del suo amante affinché quest'ultimo lo mollasse per mettersi con lui.
Addirittura?! E come è finita?
Questo lo scoprirete leggendo il libro! Posso dirti che ha fatto di tutto per conquistare il ragazzo che desiderava. Era un uomo abituato a non concepire l’esistenza di qualcosa che non potesse permettersi e per sincerarsi di tenersi stretto il suo amato bene, gli ha anche assicurato un lavoro da milleurista, in una delle sue aziende di Napoli, lavoro per il quale almeno tre brillanti laureati erano in attesa dopo aver frequentato uno stage in quella stessa azienda. Purtroppo, si sa come vanno queste cose in Italia: clientelismo e raccomandazioni contano molto più di titoli di studio e capacità!
Se lo dice un ex avvocato che ha scelto di mettersi a fare l'escort ci dobbiamo credere!
C'è chi, come me si prostituisce per mestiere, decidendo di farlo coram populo per non vessare la propria libertà, e chi invece si vende di nascosto per un lavoro da mille euro al mese e per opportunismo cede corpo, intimità e attenzioni in cambio di speranze, favori, raccomandazioni e occasioni, ma con la pretesa di salvare la facciata per restare le persone integerrime che vorrebbero apparire ma che non sono. Chi si prostituisce per mestiere non svende la dignità, perché conserva l'onore dell’onestà di essere se stesso fino in fondo e di arrivare a ottenere ciò a cui ambisce solo ed esclusivamente con i propri mezzi e non tramite l’altrui intercessione.
Dunque ne fai quasi una questione politica?
L'intento del mio libro è solo quello di liberarmi in un diario, di fare un'autoterapia che restituisca al lettore uno spaccato di vita su cui non è stato detto e scritto molto ma che, contemporaneamente, possa riabilitarmi socialmente consentendo a chi lo desidera, di “leggere” la persona oltre il prostituto. Un'esigenza nata dalla solitudine, dalla rabbia, dall'orrore verso i lati più beceri dell'ipocrisia umana ma soprattutto dalla vulnerabile sensibilità di sapere che dietro al velo c'è la verità.
Certamente non si tratta di un manifesto ideologico né di un'apologia della prostituzione come scelta di vita preferenziale.
Ma nel frattempo il tuo libro è finito catalogato proprio nella sezione sociologia, tanto che Frédéric Martel, il sociologo francese autore di Global Gay ha definito il tuo "un testo politico, quello di un prostituto politico".
Frédéric Martel è un intellettuale che riesce a vedere il valore delle persone oltre l'apparenza. Ha da subito compreso che l'intento del mio testo fosse una critica radicale al capitalismo post-industriale e alla globalizzazione dell'economia. Ma anche una severa testimonianza sulle attuali politiche che hanno abbandonato alla disoccupazione di massa l'Europa del Sud e in particolare il Sud Italia.
Dunque cosa diresti a un ragazzo che volesse intraprendere la carriera da escort?
Gli direi che il denaro che guadagna chi si prostituisce è denaro veloce ma non è mai denaro facile. Se fosse facile, lo farebbero tutti. Quando si pensa all’attività che svolgo, il primo pensiero delle persone è rivolto ai miei proventi, senza considerare che questi sono frutto di grande sacrificio, non soltanto fisico e psicologico, ma soprattutto relazionale e sociale.
Per questo mi sono spesso preclusi rapporti personali e sono difficili, se non impossibili da gestire, rapporti sentimentali. Perfino nelle amicizie e nei rapporti sociali il marchio delle mie scelte mi preclude occasioni di relazione e di incontro. Il mio guadagno è frutto delle mie rinunce sociali, della condanna che le persone mi impongono. È questo che vorrei che si tenesse presente in primo luogo quando si pensa a quanto incasso per venti minuti di lavoro.
Ma questo è il prezzo di una tua libera scelta...
…è il prezzo della libertà che mi sono preso di disinteressarmi dell’opinione, del biasimo e dell’approvazione altrui. Un lusso che pochi sono in grado di potersi permettere e che molti morbosamente sanno soltanto condannare perché intimamente desidererebbero conseguire.
Quindi, nessuno spazio per l'amore nella tua vita?
Chi si prostituisce trova il modo di vendersi ma non sempre è in grado di trovare il modo di darsi. Probabilmente incontrerò la persona giusta e ci riconosceremo, oppure forse sarò preso da me stesso, dall'ossessione del denaro e non sarò in grado di riconoscere l’amore: chi può prevedere cosa accadrà? Non ho mai chiuso la porta in faccia a nessuno. Ho solo tentato, a modo mio, di aprirmi la strada verso la felicità, quella strada che nella nostra generazione passa inevitabilmente dall'indipendenza economica, e non è stata la strada più facile né la più comoda.
Se qualcuno pensa che la mia sia una scelta di comodo, gli cedo il mio posto, anche se dubito che altri saprebbero occuparlo come lo occupo io.
Claudio Finelli