Avvenire si scaglia contro la prevenzione del bullismo e della discriminazione, fomentando isteria tra i bigotti
Avvenire appare ossessionato dalle persone lgbt e continua incessantemente ad invitare i suoi lettori a non accettare tutto ciò che non toccano con mano o che non sperimentano con le proprie sensazioni. Dicono sia necessario ignorare ciò che le persone transessuali testimoniano perché, se un loro lettore è uomo e si percepisce come uomo, sicuramente significa che qualunque altra realtà debba essere rigettata.
Siamo dunque dinnanzi ad invito che indirettamente porterebbe a sostenere che il giornale dei vescovi voglia invitare i propri lettori a non credere a Dio, dato che anche lì non lo si può toccare ma ci si deve affidare alla testimonianza di altri.
Ovviamente il tema non è quel Dio che costituisce il fulcro dell'attività commerciale della Chiesa S.p.A., ma il contrasto alla pari dignità delle persone lgbt all'interno delle scuole pubbliche. L'affondo è firmato dal solito Luciano Moia, pronto a lanciarsi nel sostenere la necessità di impedire qualunque progetto anti-discriminazione perché a lui piace pensare che i sessi siano siano due: uomo e donna.
Ma anche qui l'ideologia pare farla da padrone, dato che il giornalista sembra fare confusione tra il genere e il sesso. Se forse i sessi sono due (anche se quel binomio escluderebbe alcune persone), il genere è ben altra cosa. Altrimenti che senso avrebbe avere due termini distinti per definire lo stesso concetto? Basta anche solo consultare un qualunque vocabolario per sapere che "sesso" e "genere" non sono sinonimi...
Evidentemente l'obiettivo è quello di fare facile populismo e di raccogliere facili consensi attraverso una confusione pensata a tavolino per indottrinare più facilmente i lettori.o.
Ma grave è soprattutto come il quotidiano dei vescovi scriva tutte quelle critiche prettamente filosofiche contro una lettera aperta indirizzata ad alcuni genitori di Savigliano (CN) in vista dell'introduzione di alcuni programmi scolastici per prevenire fenomeni di discriminazione, pregiudizi e bullismo. L'obiettivo è quello di usare Dio come strumento per fomentare isteria e cercare di impedire che le minoranze a loro sgradite possano essere protette dalla violenza. Peccato che un obiettivo simile non abbia proprio nulla di cristiano.
Con quella ferocia di cui solo alcuni sedicenti "cristiani" paiono capaci, Moia si mette così a citare a casaccio alcuni autori di studi scientifici che lui sostiene servano a testimoniare che il "gender" esista e che sia pericolosissimo. Mortale. Un'aberrazione per cui vale la pena condannare a violenza e persecuzione dei bambini nel nome del suo pregiudizio (immancabilmente spacciato per verità assoluta in quella sua convinzione che le sue erezioni dinnanzi ad un paio di tette lo rendano più gradito a Dio).
Parla anche di «sindrome del sesso indefinito» e spergiura che la si debba ritenere «un patologia e non una tendenza di genere come vorrebbe farci credere il National Geopraphic nel numero di dicembre». Come sempre, gli altri sbagliano, lui ha ragione. Glia altri sono sbagliati, lui è l'unico giusto.
Quindi sappiatelo, cari ragazzi. Evidentemente ,eritate di essere derisi, perseguitati e insultati perché la vostra esistenza osa mettere mettere in dubbio i pregiudizi di Moia e le sue certezze sul fatto di essere la miglior opera mai realizzata da Dio, metro di paragone ultimo per giudicare e condannare il prossimo. Magari voi verrete picchiati a sangue, ma Avvenire sarà fiero di aver impedito che ai vostri compagni potesse essere insegnata un po' di sana educazione al rispetto. E tutto questo, ovviamente, nel nome di Dio.
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