Dopo 10 anni di rinvi, l'assemblea umbra rinvia nuovamente la discussione del ddl omofobia
C'è da vergognarsi di una politica che appare sempre pronta a danneggiare i cittadini pur di prostrasi dinnanzi ai diktat e ai distinguo voluti da una Chiesa che nel 2017 va ancora in giro a praticare esorcismi contro i gay. Senza alcuna vergogna, l'assemblea regionale umbra paia persino incapace di dichiarare che la violenza contro i gay è reato, strizzando l'occhio a quelle lobby che sostengono che quei reati debbano essere visti come una lecita opinione garantita dalla libertà religiosa. Ed è così che 10 anni (DIECI anni) non sono bastati a portare in aula un disegno di legge che era già pronto e che doveva semplicemente essere votato.
La discussione si sarebbe dovuta tenere domani ma, all'ultimo, è arrivato il contrordine e l'ennesimo rinvio. Tanto i gay possono attendere, chissenefrega. L'unica cosa importante è che paghino le tasse, poi si vedrà se si avrà tempo di parlare di loro o se dovranno attendere altri dieci anni.
A fermare l'iter della legge è stato il consigliere ultracattolico della minoranza destra De Vincenzi, il quale ha sollevato un presunto vizio procedurale. In nome di una norma finanziaria che non sarebbe stata aggiornata, l'intero progetto potrebbe essere affossato anche se qualcuno osserva che sarebbe bastata una verifica di pochi minuti. A mettere in dubbio la buonafede della contestazione è come a sollevarla sia stato quello lo stesso De Vincenzi che nei mesi scorsi chiese la messa all'indice di qualunque libro educasse alla diversità, sostenendo che la religione debba garantire il diritto alla discriminazione di chiunque risulti sgradito alle lobby dell'integralismo cattolico.
«Dopo 10 anni di attesa nessun rinvio è più tollerabile, qualunque sia la motivazione –dichiara Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos– questo ulteriore intoppo, descritto come di natura procedurale, nasconde invece per noi tutta l’incapacità e l’imbarazzo della maggioranza che governa questa regione a portare a compimento una legge che affronta le discriminazioni verso le persone omosessuali e transessual. Riteniamo che il primo responsabile di questo nuovo passo indietro sia proprio il Partito Democratico, che nelle ultime elezioni si era preso un impegno preciso con tutti gli elettori e le elettrici della regione e che lo sta lentamente tradendo. Non possiamo accettare che si impieghino 10 anni per discutere e votare una legge e che al momento del voto tutto salti per dei vizi procedurali. Ci dispiace, ma non ci beviamo la scusa del vizio procedurale. Tutte le persone che lavorano in Regione, dai dirigenti ai consiglieri, sono pagati per fare esattamente il lavoro che stanno dimostrando di non saper fare o di non voler fare. Questo significa una completa mancanza di rispetto per i cittadini e le cittadine di questa regione che Omphalos non è più disposta a tollerare».
L'associazione Omphalos ha annunciato l'organizzazione di un presidio: «Domani saremo comunque in Piazza della Repubblica –spiega Lorenzo Ermenegildi, segretario di Omphalos– dalle ore 11 per dimostrare tutta la nostra contrarietà a come il Consiglio Regionale sta affrontando un tema così importante. Ci sentiamo presi in giro, la comunità si sente presa in giro e abbiamo il dovere di esprimere tutto il nostro dissenso verso questo ulteriore passo indietro dopo 10 lunghi anni di attesa».