Gasparri inveisce contro i giudici, ma dimostra di non sapere manco che i bimbi non sono nati mediante gpa


Le scomposte reazioni delle destre dinnanzi alla sentenza di Firenze pare non lasciare alcun dubbio su come la gestazione per altri non fosse altro che un mero pretesto per negare i diritti familiari ai gay. Sottolineando come a loro non freghi un beneamato nulla della gpa se praticata da eterosessuali, la loro ira contro le famiglie gay è esplosa persino dinnanzi ad un bambino in stato d'abbandono che è stato adottato in Inghilterra da una coppia gay residente in quello stato. La loro richiesta pare inumana: esigono che ai due fratellini sia negato il diritto di cittadinanza pur non riconoscere dignità alla loro famiglia.

Tra i commenti più efferati si registra quello di Maurizio Gasparri (Fi), pronto a sostenere che: «Con la sentenza del Tribunale di Firenze abbiamo la dimostrazione di quanto fosse scorretta, incostituzionale e profondamente sbagliata la legge sulle unioni civili. Di fatto avviene quello che temevano. Ormai è il giudice a decidere sulla genitorialità, scavalcando il Parlamento e dettando legge. Con la decisione di oggi si introduce in Italia anche l’adozione per le coppie omosessuali, un precedente pericolosissimo che, insieme al riconoscimento della doppia paternità come avvenuto a Trento, scardina il nostro diritto». «L’utero in affitto in Italia è reato, così come non sono riconosciute le adozioni gay. Ma la sentenza choc del Tribunale di Firenze consegna il Paese a un nuovo gravissimo errore, soddisfacendo l’egoismo degli adulti e mortificando il vero interesse dei minori».
L'imbarazzante dichiarazione viene riportata dal Secolo d'Italia e pare confermare come Gasparri parli per partito preso e non sappia neppure conoscere i fatti. L'uomo dimostra infatti di non sapere neppure che i due fratellini sono stati adottati e non sono nati mediante gpa. Ma evidentemente quella realtà non si adattava bene agli slogan che ripete a pappagallo pur di compiacere l'odio degli integralisti.

Ancor più patetico è il leghista Calderoli, pronto a dichiarare che «All’indomani della festa della donna assistiamo dunque anche ad un ‘pensionamento’ del ruolo della mamma, rimpiazzato da quello dei padri che si alternano in entrambi i ruoli genitoriali». Parole che paiono davvero banali false, soprattutto se dette da un partito che durante i propri convegni rappresenta il ruolo femminile con una bambola gonfiabile.
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