Il partito di Adinolfi: «Non abbiamo nulla contro i gay. L'omosessualità non esiste. La lobby gay vuole l'accettazione della loro deviazione e perversione»
C'è da provare un brivido lungo la schiena ogni qualvolta un discepolo di Madio Adinolfi si avvicina ad un microfono e tenta di ripetere teorie che pare non aver compreso. È accaduto anche durante la "manifestazione" dinnanzi al teatro Ariston di Saremo che ha visto ben 17 fedelissimi di Adinolfi pronti a protestare contro la partecipazione di Mika, Tiziano Ferro e Ricky Martin. A spiegare ai microfoni de La Riviera il motivo di quella protesta fu Angela Ciconte, presidente del "Popolo della famiglia" di Torino.
Forse ignorando come numerose coppie eterosessuali ricorrano alla gpa, la donna si scaglia contro quei gay che lei accusa di voler mettere al mondo dei figli e subito prova a giustificarsi dicendo che «non stiamo giudicando gli omosessuali, non stiamo giudicando le persone, ma stiamo giudicando quello che viene fatto sulla pelle i bambini che non potranno mai trovare la propria madre. questa è la nuova schiavitù a cui ci ribelliamo, perché non dare una paternità o una maternità a un essere è la più grande schiavitù che possa essere in atto».
Si può presumere che quello che lei definisce «essere» siano in realtà quei bambini a cui loro chiedono sia tolta la tutela giuridica da parte di un padre o di una madre in virtù di come loro non vorrebbero ritenersi tali. Al solito il proclamo si ferma all'invettiva, senza indicare come loro procederebbero quando si è dinnanzi ad un bambino che ha due genitori a loro sgraditi e i giudici devono deciderlo se renderlo orfano nel nome di Mario Adinolfi o garantirgli il massimo delle tutele possibili.
Ulteriore confusione emerge quando la donna aggiunge: «Contrariamente a quanto ha detto Carlo Conti, noi non giudichiamo l'omosessuale. Noi diciamo che l'omosessualità non esiste. Perché il sesso esiste solo tra un uomo e una donna perché solo un uomo e una donna possono procreare, quindi stanno dando un nome a qualcosa di insistete».
La teoria esposta pare una mal interpretazioni delle teorie di Silvana De Mari, tramutate in un qualcosa che non spiegherebbe perché mai apprezzino così tanto quel Gandolfini che risulta sposato con una donna con cui non è in grado di procreare (tant'è che i suoi figli li ha adottati, non li ha messi al mondo). Inutile a dirsi, facile sarebbe anche provare che due gay possono tranquillamente far sesso e,checché ne lei dica, qualcosa si fa pensare che si possa far sesso anche tra eterosessuali senza che ciò sfoci ogni volta in una gravidanza.
Dopo aver ossessivamente sostenuto che lei non ha nulla contro i gay, la donna inizia a sostenere che non c'è nulla di positivo nei gay: «Io vedo che è stato dato un messaggio univoco. Hanno esaltato la bellezza di un qualcosa in cui di bello non c'è. Anche Mika che ha voluto ricordare l'arcobaleno... allora, l'arcobaleno è l'allena tra l'uomo e Dio quindi quello che loro vogliono dare come un messaggio positivo, di nuovo è stato un messaggio pillottato a loro uso e consumo. Io non sono a favore dell'omosessualità».
Ignorando che lo scorso anno i cantanti hanno liberamente deciso se portare dei nastrini arcobaleno sul palco per esprimere la loro posizione in vista dell'imminente voto sulle unioni civili, la donna si dice certa che la direzione del festival li abbia obbligati: «L'anno scorso la Rai ha mandato ogni cantante con il nastrino arcobaleno, quest'anno ha consolidato il messaggio precedente facendo andare Tiziano Ferro e tutti gli altri rappresentanti di questo mondo». Poi sentenzia: «La famiglia è intesa uomo-donna. la famiglia è intesa alla procreazione, Due uomini non possono procreare, quindi non possono chiamarsi famiglia».
Di fatto, dunque, qualunque famiglia eterosessuale non dovrebbe definirsi tale se non ha procreato, così come non si spiegherebbe perché si si sposi prima di aver messo al mondo dei figli se sia quella la discriminate che rende famiglie. O più probabilmente siamo dinnanzi ad un pretesto per cercare di creare una qualche giustificazione a quella che in realtà è semplice omofobia.
Perché se le avranno insegnato che è importante negare di provare odio contro i gay, difficile è non osservare come sul suo blog parli dei gay pride nei termini di «carnevalata omosessualista» promettendo che lei condurrà «una guerra» volta a togliere il futiro dei gay. Spergiura pure che «in questi anni la lobby LGBT ha fatto passare il messaggio dell’accettazione della loro deviazione e perversione come cosa buona, attraverso un’azione di propaganda a volte effettuata utilizzando dati falsi (come i finti casi di violenza omofoba poi puntualmente smentiti). Oggi la propaganda utilizza un nuovo schema ad uso e consumo dei cattolici: se non accogli il diverso non sei né buono né misericordioso». Vabbhe....
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