Niente di fatto per la legge umbra contro l'omofobia: i consiglieri disertano l'aula
I gay umbri non valgono l'attenzione dell'Assemblea regionale. È questo l'esasperante evidenza che emerge dalle continue prese in giro con cui i politici paiono volersi astenere dal prendere una posizione contro quell'omofobia che dà il pane quotidiano a personaggi come Adinolfi e che fa tanto piacere a quei preti che continuano a demonizzare la natura umana nel nome dei loro più perversi pregiudizi e nella loro mancata accettazione del creato.
L'assenza del numero legale ha nuovamente rimandato la discussione della norma... e non certo per la prima volta. Sono ormai dieci anni che si assiste a continui rinvii. Non si è manco presentato il problema di dover affrontare il tema della mozione salva-omofobi presentata dal Pd, preferendo saltare del tutto il dibattito per potersi andare a godere la giornata di sole nell'incuranza di chi è vittima di discriminazioni e violenze.
In aula mancavano almeno tre consiglieri della maggioranza (Pd) e due consiglieri del M5S. La loro presenza avrebbe permesso di discutere la norma, ma evidentemente non sono solo le destre neofasciste ad essere assoggettate alle lobby vaticane e ai loro desiderata.
La discussione è dunque rimandata al 4 aprile, sempre che non si trovi una nuova scusa per rimandare la discussione di altri dieci anni o sperando che il Pd non trovi il modo di decretare che neofascisti e preti possano sentirsi esentati dal rispetto delle norme che dovrebbero contrastare il loro odio.
Gabriele Piazzoni, segretario di Arcigay, parla di «Uno spettacolo imbarazzate e indegno. Oggi quell'aula ha fatto arrossire di vergogna tutto il Paese: non bastassero i teatrini puerili e omofobi degli integralisti, allarma l'evidente mancanza di responsabilità della forza di maggioranza, il Partito Democratico, che firma la proposta di legge ma poi non è in grado di garantire le presenze in aula per procedere al voto. Un ostruzionismo calcolato, un fuoco amico imperdonabile rafforzato dalla complicità del M5S che, quando si tratta di fare malapolitica, si presta volentieri a far da stampella ai suoi nemici giurati. Questo nulla di fatto è la sintesi sconcertante della politica italiana oggi, in cui i partiti non esprimono più un paradigma di valori e un programma politico, ma sono solo il terreno in cui si consuma una lotta tra bande autoreferenziale e disinteressata alla vita e ai bisogni delle persone. La fumata nera di oggi è il simbolo eloquente di una politica allo sbando, incapace di corrispondere alle attese minime dell'elettorato e alla continua ricerca di alibi. Agli eletti e alle elette che oggi hanno utilizzato i giochetti dell'aula per sabotare l'approvazione di una legge a tutela delle persone discriminate, assicuriamo che ogni ora che ci separa da quel voto sarà un'ora di rabbia e di vibrante protesta».