Don Stanzione: «L'omosessualità è una grave patologia. I gay purtroppo esistitono, ma non hanno alcun diritto»
Su Internet esiste un blog chiamato "L'omosessualità è un peccato" che è interamente dedicato all'odio contro un intero gruppo sociale attraverso articoli firmati da un tale don Marcello Stanzione, presumibilmente quello stesso don Marcello Stanzione che scrive per Riscossa Cristiana e che va in giro a dire che la musica rock sia satanica.
Tra i vari post volti a sostenere che papi, santi e testi sacri invitino ad odiare gli omosessuali, troviamo un agghiacciante articolo in cui si asserisce che «l’omosessualità è una condizione patologica che ostacola lo sviluppo integrale della personalità». Il sacerdote afferma:
La falsa idea che l’omosessualità sia una opzione normale della realtà sessuale è una opinione erronea oggi molto diffusa grazie ad una propaganda quasi quarantennale di potentissime lobby omosessualiste. Attraverso internet, la televisione, i giornali e una cattiva educazione sessuale si è riusciti a creare una opinione pubblica non ostile alla pratica omosessuale in base alla quale chi sostenga il contrario viene liquidato come intollerante, retrogrado, sessuofobo, roba da medioevo, da mandare appunto dietro le sbarre e di conseguenza diviene il bersaglio favorito dai mass media. La verità è che l’omosessualità è una condizione patologica che ostacola lo sviluppo integrale della personalità. E’ interessante che in tempi di psicologismo imperante, la lobby omosessualista fa tutto il possibile affinché non si sappia in giro che i tre grandi pionieri della psicanalisi e della psichiatria - Freud, Jung e Adler - erano concordi nel considerare l’omosessualità come una grave patologia comportamentale.
In realtà Sigmund Freud sosteneva che non ci si dovesse vergognare dell'omosessualità e nei suoi scritti asseriva nero su bianco che «non può essere classificata come una malattia». Jung sosteneva che l'omosessualità maschile conducesse ad una serie di effetti positivi come sensibilità, senso estetico ed empatia, mentre Adler sosteneva che l'omosessualità fosse «un disturbo non curabile».
Se sarebbe d'obbligo contestualizzare quei pareri all'interno della loro epoca, tutte e tre le citazioni paiono screditare le teorie stesse che don Marcello Stanzione sostiene nel loro nome. Afferma:
Attualmente il concetto di omosessualità come malattia mentale è scomparso dai manuali psichiatrici e questo è stato un vero e proprio colpo di mano antiscientifico ed ideologico della lobby omosessualista perché in tal modo si vuole ingannare le masse inducendo l’idea che l’omosessualità sia una realtà naturale, normale, innata di una persona e determinante il comportamento sessuale, facendo credere che tali si nasca. In realtà è stato provato esattamente il contrario: i fattori genetici ormonali non svolgono un ruolo determinante nello sviluppo dell’omosessualità perché essa è un fenomeno prettamente psico-affettivo e come tale va curato. Esistono numerosi psichiatri e psicologi che curano con successo la patologia omosessuale.
Parte così la solita santificazione di quel Nicolosi che è da sempre nel cuore di ogni omofobo quale legittimazione ad ogni forma di odio. Afferma dunque:
Il più famoso di questi è il dottor Joseph Nicolosi che ha ideato una terapia di recupero degli omosessuali. L’atteggiamento della lobby omosessualistica ha un vero e proprio stile mafioso perché innanzitutto è estremamente intimidatorio nei riguardi dei dissenzienti. Esemplare è a questo riguardo la vicenda di Tony Anatrella, sacerdote francese, psichiatra, autore di numerosissimi libri e che è stato il redattore della voce “Omosessualità e omofobia” sul “ Lexicon. Termini ambigui e discussi su famiglia, vita e questione etiche”, edizioni Dehoniane, Bologna. Il testo è a cura del Pontificio Consiglio per la Famiglia di cui mons. Anatrella è consultore. Il prete psichiatra, che ritiene l’omosessualità come una alterazione dell’identità sessuale e che quindi attiene alla categoria delle perturbazioni della personalità che dipende da conflitti intrapsichici non risolti, nel suo studio parigino curava diversi casi di omosessualità ed aveva pubblicato uno studio sull’omosessualità dal titolo significativo “Il Regno di Narciso” inoltre in un articolo del novembre 2005 su “L’Osservatore Romano” ricordava perché e percome le persone omosessuali non possono essere ammesse al sacerdozio cattolico. Tutto questo era più che sufficiente per attirargli la vendetta della lobby mafiosa omosessualista.
Tony Anatrella è oggi indagato dalla diocesi di Parigi per abusi sessuali su uomini, quindi non è proprio un personaggio che andrebbe citato in simili circostanze. Ovviamente il sacerdote non manca neppure di sostenere che:
Per quanto riguarda la posizione della Chiesa Cattolica nei riguardi dell’omosessualità essa è estremamente chiara e severa. Il magistero della Chiesa scaturisce da tre fonti: la Sacra Scrittura, la Tradizione e la legge naturale. Quanto alla Bibbia, la sua dottrina riguardo all’omosessualità è assai esplicita e non tollera interpretazioni ambigue. [...] La vera famiglia come istituzione fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna è uno di quei valori non negoziabili dei quali ha parlato tanto Benedetto XVI, cioè fondamentali nel deposito della fede, il cui abbandono implicherebbe l’apostasia.
E se pare inutile contestare l'evidenza di un uso distorto delle scritture a fini discriminatori dato che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, gravissima è la conclusione del suo articolo:
La Chiesa non può tacere. Per obbligo di fedeltà alla sua missione divina, riguardo all’omosessualità deve dire che essa non è mai assolutamente lecita. Se mai anche in Italia la lobby mafiosa omosessualista farà approvare leggi che impediranno di annunciare la dottrina cristiana sulla omosessualità sarò ben lieto di andare in galera per fedeltà alla legge di quel Dio a cui ho consacrato tutta la mia vita! Oggi moltissimi, di qualsiasi appartenenza politica o religiosa, la pensano come me, hanno però paura di intervenire pubblicamente sulla problematica dell’omosessualità che non riguarda solo la sfera psicologica o morale ma il progresso o la decadenza di una intera società. Gli omosessuali purtroppo sono sempre esistiti e sempre esisteranno ma non hanno alcun diritto e le loro rivendicazioni sociali devono essere tenute in alcun conto.
Esatto, siamo dinnanzi a chi afferma nero su bianco che «purtroppo» i gay esistono ma «non hanno alcun diritto e le loro rivendicazioni sociali devono essere tenute in alcun conto». Insomma, odio puro e incitamento alla discriminazione.