Le Cecenia non è un Paese indipendente, è parte della Federazione Russa
Mentre dalla Cecenia giungono testimonianze delle violenze, degli arresti arbitrari e delle uccisioni a danno della popolazione gay del Paese, in Italia c'è chi sta cercando di sfruttare gli avvenimenti a proprio vantaggio nel sostenere che il problema sia l'Islam. Peccato che una lettura religiosa degli avvenimenti sarebbe molto riduttiva, anche se tanto piacerebbe a quai quei gruppi di sedicenti "cattolici" che promuovono Mosca come capitale della loro idea di cristianità.
Ma la verità è una sola: la Cecenia non è un Paese indipendente; è parte della Federazione Russa. Il federalismo concede ampia autonomia, ma è comunque amministrato in un quadro generale: lo Stato centrale ha il dovere di intervenire qualora una regione violi alcuni principi. E se Mosca non interviene è perché non vuole intervenire.
Dal 2013 il Cremlino ha sancito che l'omosessualità debba essere considerata "propaganda omosessuale" ed ha cercato in ogni modo di promuover l'idea che debba essere ritenuta un vizio importato dall'occidente per indebolire rendere la Russia. Le autorità russe hanno vietato i pride, hanno eliminato qualunque forma di supporto gli adolescenti gay, hanno limitato l'azione dell'associazionismo e ha ostato quell'omofobia che trova sia il plauso dell'integralismo cristiano che di quello islamico. Ha persino tollerato i gruppi nazionalisti di Ekaterina Zigunova che andavano in giro a caccia di omosessuali, mostrando i loro raid nelle trasmissioni della tv di stato. Tanto basta a comprendere che ciò che sta avvenendo in Cecenia è stato possibile solo perché Mosca non ha avuto nulla da ridire. Checché ne dica la propaganda di alcuni partiti anti-europei e filo-russi, Putin sostiene svariati regimi dittatoriali, finanzia gruppi terroristici in Ucraina ed è molto tollerane con l'estremismo, soprattutto se vicini alla religione ortodossa. E questi sono i risultati.