Le Sentinelle in piedi di Brescia organizzano un comizio con Silvana De Mari e Luca di Tolve


Continua l'opera di propaganda omofobica da parte delle Sentinelle in piedi di Brescia. Questa volta il gruppo integralista proverà ancora una volta a patologizzare l'omosessualità attraverso una conferenza che vedrà alternarsi sul palco l'integralista Silvana De Mari al sedicente "ex-gay" Luca di Tolve, noto per la sua strenua promozione di fantomatiche "terapie riparative" dell'omosessualità.
L'ex redattrice di Adinolfi vien descritta come una donna che «fa paura a tanti, perché tutti sanno che racconta verità oggi assolutamente indicibili». E di lei scrivono anche: «Prendete la potenza retorica della Fallaci, la saggezza di Tommaso d’Aquino, l’ironia di un Montanelli, la fede di fuoco di una Caterina da Siena, frullate tutto e uscirà lei».
Ma quale sarebbe questa fantomatica «verità» di cui l'adinolfiniana sarebbe l'unica detentrice? È nei commenti che le Sentinelle in piedi di Brescia ce lo spiegano:

Cita patologie, dati medici, infezioni e cose terribili anche da scrivere (incontinenza delle feci, lacerazioni ano-rettali), situazioni che accadono quando le cose non si usano per il verso giusto, diciamo così. Pur presa sul lavoro e nel gioco di una continua provocazione, l'intervento della dottoressa è stato dal punto di vista medico ovviamente ineccepibile: ha illustrato la differenza tra le due mucose (anale e vaginale) e perché una delle due sia adatta a ricevere e l'altra no. Da scolpire sul marmo, poi, la definizione di sessualità: "il modo della biologia per creare le generazioni successive". Punto. Non capiscono i due che la Carità esige la Verità? Ognuno poi è liberissimo di fare qual che vuole, ma saranno anche liberi gli altri di informare sui rischi di certe pratiche. Oppure deve intervenire la censura politicamente corretta anche sui dati medici? Capite quant'è grave la situazione che viviamo quanto a libertà?? All'indomani di questa telefonata Costanza Miriano scriveva: "Cruciani ieri a Silvana De Mari ribatteva che l'omosessualità non è contro natura perché dove c'è un buco si può sempre infilare qualcosa. Vorrei invitarlo a bere aranciata da una narice". Solo gli stupidi possono pensare che le parole della dottoressa non siano parole d'amore, soprattutto verso le persone con tendenze omosessuali.

L'appuntamento è dunque per il 12 maggio al Teatro di Sant’Afra, dove l'omofobia verrà spacciata per «amore» nei confronti di gay che non devono poter vivere la propria sessualità se ciò infastidisce chi li odia.

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