Quei sedicenti "cattolici" che vorrebbero tradire la moglie (e se la prendono con i gay)


Migliaia di vite e di famiglie vengono quotidianamente minacciati da un piccolo manipolo di integralisti, veri e propri terroristi che fomentano paure irrazionali pur di trarre vantaggio politico dalla promozione di una cultura della morte (a dispetto di quei titoli di "pro-life" o "pro-family" che si autoattribuiscono mentre attaccano famiglie e decapitano vite).
La loro strategia del terrore è semplice: diffondere informazioni che quotidianamente e insistentemente diffamino un gruppo sociale alla stregua di come fecero i nazisti a danno degli ebrei. Il tutto occupandosi anche di darsi ossessivamente ragione a vicenda, perché sanno bene che una bugia ripetuta ad oltranza vien e poi percepita come una verità. Ed è così che se sulle pagine del quotidiano di Belpietro troviamo l'addetto stampa della Manif pour tous, Marco Guerra, pronto a promuove una finta interpretazione di un articolo di anni fa (salvo poi essere prontamente smentito da Heather Parisi che probabilmente l'inglese lo capisce meglio di lui), ecco che sull'organo propagandistico forzanovista di "Provita onlus" troviamo una Teresa Moro che sulla base di quelle false premesse non esita a tratte condanne di morte contro quelle persone che lei esige non possano diventare genitori.

Ma se pare evidente come quel riversare odio abbia funzione prettamente terroristica, tragicomiche sarebbero le tesi che dovremmo trarne se prendessimo sul serio ciò che loro affermano. Prendiamo un esempio: l'integralista Alessandro Benigni ha pubblicato sui social network un'immagine in cui sostiene che l'infedeltà sia «un valore gay per la famiglia». Come fonte cita un articolo di Marco Guerra (si, sempre lui) pubblicato dalla solita Nuova Bussola Quotidiana, in quella costante in cui l'integralismo ama darsi ragione citando sé stesso.
La tesi sostenuta è che gli eterosessuali siano per propria natura tutti fedelissime, dato che non esisterebbe alcuna forma di infedeltà nelle sacre unioni tra uomo e donna. Di contro si sostiene poi che i gay, in quanto gay, sarebbero tutti tutti dei poco di buono che non si asterrebbero mai dal fare sesso con chiunque gli capiti a tiro. Peccato che anche questa volta pare che Guerra non abbia capito le parole che cita, dato che la fonte primaria di quella catena di disinformazione è un articolo che si limita ad osservare che le donne siano più fedeli degli uomini e che tra i gay (ossia tra due uomini) ci siano più coppie aperte che tra lesbiche (due donne). E neppure si parla di infedeltà, ma semplicemente di un modo diverso di vivere la sessualità basato sull'essere uomini o donne. Ma gli ideatori della fantomatica "ideologia gender" paiono disposti a negare le naturale differenze tra uomo e donna non appena intravedono la possibilità di poter trarre un profitto a danno di un orientamento sessuale, riversando su esso una considerazione assai diversa.

Spergiurato che non ci siano differenza tra uomini e donne, si arriva a congetture comiche dato che Guerra inizia a dirsi certi che tutti gli eterosessuali inizieranno a mettere corna alle mogli per colpa dei gay. Insomma, i gay avrebbero dei super-poteri tali per cui il riconoscimento delle loro famiglie avrebbe la capacità di distruggere le famiglie altrui per osmosi.
Tralasciando come l'infedeltà coniugale sia già ampliamene all'ordine del giorno per numerose coppie eterosessuali, Guerra pone tutta la sua attenzione sula clausola sull'obbligo di fedeltà che Alfano ha voluto togliere alle unioni civili nelle convinzione di fare uno smacco ai gay. Ed è così che il suo ragionamento lo porta a sostenere che le coppie sarebbero fedeli solo perché temerebbero di dover pagare gli alimenti alla moglie e non certo per una scelta di vita, motivo per cui la rimozione dell'obbligo comporterebbe l'immediata corsa al tradimento.
Per stare in piedi un tale ragionamento necessiterebbe di una evidente premessa: Guerra e Begnigni paiono divorati dalla voglia di tradire le loro mogli e non lo farebbero solo per paura di perderci dei soldi. La loro teoria mira dunque a a sostenere che la fedeltà non sia una scelta o una forma di rispetto per l'altro, ma la conseguenza di una norma giuridica che limita la libertà sessuale dell'uomo. E per proprietà transitiva dovremmo anche poter sostenere che quell'unione non possa essere ritenuta naturale se per funzionare necessita di clausole legali decise da un qualche politico.
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