Scialpi come Adinolfi: «Questa è la cupola della lobby gay. Diritti svenduti, mercificati per puro business»
Giovanni Scialpi denuncerà Gayburg per quella che lui definisce un «reato per danno d'immagine». Lo annuncia lui stesso dal suo account Twitter.
A scatenare le ire del cantante è il commento alle esternazioni che lo hanno visto pubblicare alcune immagini tratte dalla peggior propaganda omofoba associate al suo accusare i partecipanti dei gay pride di essere gente che andrebbe in giro per le strade della città italiane «con il culo al vento».
Sarà, ma generalmente nei gay pride si vedono famiglie, anziani, lavoratori... non certo quella Sodoma e Gomorra che lui descrive forse sperando che simili asserzioni possano portargli ulteriore visibilità dopo le sue lamentele per un'Isola dei Famosi che lui sostiene non avrebbe mai dovuto dare visibilità al coming out di Eva Grimaldi dato che lui vantava un diritto di prelazione sui coming out da copertina.
In un susseguirsi di rancorosi messaggi, Scialpi afferma anche che i pride siano «una provocazione» da parte di quei gay che i suoi fan accusano di essere capaci solo di «schiappettare» per le strade delle città. Ed ancora, a suscitare la sua ilarità è il parlare al femminile quale forma di disprezzo verso l'orientamento sessuale altrui dato il loro sostenere che il maschile «sia troppo nobile» per essere poter essere usato verso uomini gay a loro sgraditi.
Tra minaccia e l'altra, l'affondo peggiore è giunto con il cominucato stampa diffuso in serata dal cantante, dal diffamatorio titolo "Comunità Gay business o attivismo? Le lobby e la cupola che genera soldi più che diritti".
Non pare un caso che i termini "lobby gay" e "cupola" ricordino molto da vicino i proclami diffusi da Mario Adinolfi, offrendogli conseguentemente legittimazione e piano appoggio (chissà non si volesse ancora una volta di strizzare l'occhio a quel pubblico "cattolico" che tentò di conquistare facendosi fotografare dinnanzi alle statue della madonna sui giornaletti scandalistici di Cairo Editore).
Nel suo comunicato, il cantante si lancia in una lunga lista di asserzioni auto-celebrative volte a proporsi come il solo e unico paladino dei diritti lgbt, allegando anche foto che però parrebbero dimostrare come il suo impegno sia sempre stato affiancato dal tentativo di ottenere titoli e visibilità da esso in una costante ostentazione del suo "attivismo" solo dinnanzi ai fotografi. Il tutto per affermare:
Tutto questo non lo dico per vantarmi ma perchè poi rimango esterefatto quando leggo su web uno pseudo articolo di un blog gay che enuncia " Scialpi diffonde immagini della propaganda integralista per insultare chi si è battuto per i suoi diritti".
Bene qui ci si va a scontrare con quelle che nel nostro ambiente vengono chiamate senza giri di parole "le froce" , quelle che parlano senza cognizione alcuna, che si nascondono dietro a pseudo associazioni/gruppi solo per criticare denigrare... niente di costruttivo, solo esclusivamente l'apoteosi del nulla della frivolezza delle piume e paillettes e di certi tipi di riviste che si trovano notoriamente sui tavolini di ogni parrucchiere.
Sparlano e farneticano su mie ipotetiche esternazioni Twitter, manipolate a dovere da un certo tipo di stampa che fa parte del cerchio magico della non tanto nascosta "Lobby Gay".
Difendendo gli insulti che ha rivolto ai milioni di partecipanti ai pride che hanno marciato con dignità anche se lui li accusa di aver mostrato i loro «culi al vento» durante le loro manifestazioni, aggiunge:
Leggo sproloqui del genere : "il cantante spara a zero sulla base di mero pregiudizio contro quella gente che si è battuta per fargli avere i suoi diritti"... e chi sarebbe questa gente? Quella che balla sui carri sponsorizzati da discoteche e locali promuovendo prezzi stracciati o qualche free drink per il dopo gay pride? Le grandi attiviste LGBT che fanno coming out a comando, stranamente nel cuore della messa in onda di un reality con tanto di servizio e copertina su un noto settimanale ,guarda caso in concomitanza della festa della donna?
Le grandi parlamentari che propongono il proprio DDL portando a casa il nulla pur di avere una legge che porti il proprio nome, sbattendosene della Stepchild adoption e permettendo che ci trattassero neanche come sodoma e gomorra accettando la clausola di non fedeltà? Di un altra famosa (mahhh) attivista, forse troppo impegnata a fare l'opinionista in Tv e a promuovere i suoi ultimi libri?
Questa è la cupola della lobby gay dove se la suonano e se la ballano sempre e comunque... diritti gay svenduti, mercificati per puro business e proprio tornaconto.
Insomma, meno male che c'è lui perché gli altri sono tutti dei perfetti deficienti... Quindi sappiate che Scilapi è l'unico vero difensore dei diritti gay contro «le froce» e quelle pericolosissime «lobby gay» che lui e Adinolfi riusciranno ad estirpare grazie alla comune ideologia del disprezzo che li porta a ritenersi superiori e migliori di tutti gli altri.
E scusateci voi se abbiamo contestato ogni singola modifica al ribasso della legge sulle unioni civili senza mai mancare di rispetto ad una deputata che ha dovuto fare i salti mortali e ha dovuto inghiottire non poco sterco per portare a casa quel risultato a fronte delle resistenze di un integralismo assai radicato. Un integralismo che da oggi potrà citare Scialpi per delegittimare le rivendicazioni di quei gay che marciano ai pride mentre lui manca di rispetto verso di loro, forse dimenticandosi che se può dichiararsi gay è perché una travestita lanciò una bottiglia di birra contro un poliziotto all'interno dello Stonewall Inn. Davvero è certo che si sarebbe ottenuto il medesimo risultato senza quella rivolta? Davvero crede che i pride non siano serviti a niente solo perché lui ne parla come se non ne avesse mai visto uno?