Alcuni membri del governo risultano coinvolti nei campi di concentramento in Cecenia
Secondo una nuova relazione curata dalla Human Rights Watch , ci sarebbero note figure del governo dietro ai rapimenti di massa di uomini sospettati di essere gay in Cecenia. L'accusa si basa su decine di interviste con alcune vittime delle torture perpetrate in quei campi di concentramento e sul confronto con giornalisti ed attivisti lgbt.
Gran parte delle responsabilità vengono attribuite al presidente ceceno Ramzan Kadyrov, da tempo per impegnato in una repressione di quelli che lui definisce «gli indesiderabili». In quella categoria rientrano uomini gay, consumatori di sostanze stupefacenti, guidatori ubriachi, dissidenti politici e musulmani salafi.
Il rapporto fa anche i nomi di Kadyrov e del presidente del Parlamento ceceno, Magomed Daudov. La persecuzione è iniziata a febbraio, non appena un uomo sotto l'influenza di droghe è stato arrestato dalla polizia che, dopo aver frugato sul suo telefono, ha scoperto era gay. Lo hanno torturato per farsi rivelare l'identità di altri uomini gay e quelle informazioni sono state poi consegnate nelle mani di Magomed Daudov, relatore del parlamento ceceno. È a quel punto che alte cariche dello stato avrebbero deviso di avviare la repressione "in difesa" della una visione fortemente conservatrice della vita che permette di tenere sotto controllo la popolazione.