Il prete che si cimenta in un saluto romano per commemorare l'assassino squadrista
Don Orlando Amendola, cappellano del Campo X del cimitero Maggiore di Milano (dove sono sepolti i caduti della Rsi), è stato immortalato mentre si cimentava in un saluto romano in onore di uno squadrista morto nel 1977 durante una rapina a mano armata che sarebbe dovuta servire a finanziare i gruppi dell'eversione di estrema destra.
Il sacerdote ha allungato il braccio destro accanto alle tombe e alla bandiera di Avanguardia Nazionale, lodando il camerata e parlandone come di un «eroe della solidarietà» che lui reputa fosse dotato del «coraggio di combattente» quando «vedeva l’ideale umano oltraggiato». Il tutto scandendo per ben due volte la frase: «Per il camerata Umberto Vivirito… presente! Per il camerata Umberto Vivirito… presente!».
Salvatore Umberto Vivirito, ex militante neofascista di Avanguardia Nazionale, morì il 21 maggio 1977 a seguito di una ferita da arma da fuoco rimediata durante una rapina ad una gioielleria milanese. Entrò nel negozio e uccise il titolare con sei colpi di pistola, ferendo gravemente anche sua moglie. Il suo obiettivo sarebbe stato il finanziamento di un imprecisato gruppo eversivo di estrema destra.
Di fianco al sacerdote è visibile un camerata con in mano una bandiera di Avanguardia Nazionale, una la formazione neofascista nata nel 1960 e poi dichiarata fuorilegge dal Ministero dell'Interno nel 1976 (salvo poi rinatascere l'anno scorso con Stefano Delle Chiaie come leader).
La commemorazione si è poi conclusa con il rito fascista del “presente” da parte dei presenti, prete compreso.