Napoli, due ragazze allontanate dai militari per un bacio

«Eravamo a Piazza Dante, verso l’una e aspettavamo una nostra amica, dietro la statua. Ci siamo date un bacio, tra l’altro anche con la massima discrezione. Ad un certo punto sento dietro di me una voce: “Complimenti, avete vinto il premio per il bacio d’oro, adesso se cortesemente potreste spostarvi in un parco o più in là in piazza a fare queste cose…”. Era un militare dell’operazione “Strade sicure”. Noi, ovviamente, chiediamo il perché. Il militare ci risponde “Allora vi piace attirare l’attenzione?”. A quel punto ironizziamo dandogli ragione, ma continuando a chiedergli cosa ci fosse di sbagliato nel nostro gesto. Il militare quindi si allontana, non sapendo cosa dire e noi restiamo lì ad aspettare la nostra amica e a commentare ciò che ci era appena successo. Dopo 2 minuti il militare torna e ci chiede i documenti. Noi continuiamo a domandargli il perché e lui ribadisce che ha il diritto di chiederli a chiunque in piazza. Noi però ci rifiutiamo di mostrarglieli, dato che non ne capivamo il motivo e ci allontaniamo, nonostante un ragazzo vicino a noi insistesse a farci restare dicendo che il militare non aveva nessun diritto di obbligarci ad andare via».
È quanto raccontando due ragazze che sono state vittima di un'evidente abuso di potere a Piazza Dante, a Napoli. Un episodio che pare facile sminuire, ma che mostra come i semplici gesti della quotidianità possano diventare causa di ostentata omofobia quando si ha a che fare con personaggi accecati dall'odio.


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