Dopo due anni, Cerno ottiene l'avvio delle indagini contro l’hater che lo minacciò di morte
Sono passati due anni da quanto Tommaso Cerno, direttore de L'Espresso, sprse una denuncia contro un hater che lo minacciò di morte di Twitter. "Finocchio di merda, stasera sei invitato a cena... porta anche i tuoi amichetti, mi raccomando", aveva twittato un utente a corredo di una fotografia di una tavola apparecchiata con cappi da impiccato.
Per due anni Twitter si è rifiutato di comunicare alle autorità italiane il nome dell'utente che ha pubblicato quella minaccia ma, grazie alla strenua opposizione ad un'archiviazione da parte dei legali di Cerno, finalmente il tribunale è riuscito ad intimare la consegna del nominativo. Ora l'uomo verrà indagato dalle autorità italiane.
La vicenda pare dunque confermarci che l'anonimato della rete non è totale e che può esistere giustizia, perlomeno per chi ha grosse disponibilità economiche e la possibilità di dedicare anni alla richiesta di giustizia. Per gli altri vigerà ovviamente l'impunità, ma purtroppo sappiamo che lo stato italiano non ama costituirsi parte civile delle vittime così come avviene nel resto del mondo, motivo per cui si può parlare di una mezza battaglia in uno stato in cui bisognerà accora battersi perché la legge possa diventare davvero uguale per tutti.