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La Cassazione ordina l'iscrizione all'anagrafe del figlio di una coppia lesbica

La Corte di Cassazione ha riconosciuto ad coppia lesbica, sposatasi in Gran Bretagna, il diritto di poter iscrivere loro figlio all'anagrafe con i cognomi di entrambe le madri. Di fatto si tratta di trascrivere quanto sancito dall'ufficio dello stato civile britannico che, per l'appunto, sull'atto di nascita aveva iscritto il bambino come figlio di entrambe le mamme.
Ovviamente i problemi sono nati quando quel documento è finito nelle mani dell'anagrafe del Comune di Venezia: l'ufficiale di Stato e il tribunale hanno negato la trascrizione. A rovesciare la decisione è intervenuta la Corte di Cassazione che ha sancito come il diritto preminente del bambino ad avere una famiglia e a mantenere le relazioni affettive già consolidate "pur in assenza di vincoli biologici o adottivi" fosse imprescindibile.
Non solo. La Corte ha anche evidenziato come "la fattispecie perfezionata dagli uffici dello stato civile di un Paese estero non è contraria all’ordine pubblico".
Per l’associazione Luca Coscioni e l’associazione radicale Certi Diritti si tratta di un “altro colpo per la legge 40, a 12 anni esatti dal referendum sulla suddetta legge”. Filomena Gallo e Leonardo Monaco, segretari delle due associazioni, puntualizzano: “Il Parlamento, con questa nuova doccia di realtà, farebbe bene a superare in fretta gli ultimi divieti della legge 40, come il divieto di eterologa per le donne single e lesbiche prima che ci pensi la Corte Costituzionale a finire di demolire una delle più brutte leggi della storia della nostra Repubblica”.


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