La Corte di Strasburgo ha condannato la legge russa sulla "propaganda gay"

La Corte europea dei diritti umani ha condannato la Russia per le leggi che vietano la cosiddetta «promozione di orientamenti sessuali non tradizionali» tra i minori. La sentenza di condanna sottolinea come tale legislazione «viola il diritto alla libertà d'espressione ed è discriminatoria» oltre a «incoraggiare l'omofobia e rinforzare i pregiudizi».
La norma era stata portata all'attenzione della Corte da tre attivisti gay che vennero ripetutamente condannati per aver protestato tra il 2009 e il 2012 contro varie leggi, tra cui anche la penalizzazione dell'espressione pubblica di un orientamento sessuale che non fosse prettamente eterosessuale.
La sentenza diverrà definitiva se nei prossimo tre mesi non arriveranno richieste di appello, anche se da Mosca già annunciano ricorso. Ad oggi, però, Strasburgo ha già rigettato le "argomentazioni" russe volte a sostenere che una simile legge serva a "proteggere la moralità" ed ha ordinato a Mosca risarcire i tre attivisti con cifre che variano dagli 8mila ai 20mila euro.


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