La pagina omofoba su Facebook: «Quanti altri Marco Prato ci sono nei circoli LGBT?»
Pare non avere limiti la ferocia con cui alcuni gruppi legati a Forza Nuova sfruttano i social network per promuovere odio omofobico nella più totale impunità da parte di uno stato che pare non esistere e conferma la sua incapacità nel garantire i diritti umani fondamentali delle minoranze.
Il gruppo d'odio denominato "No alla legge Cirinnà" è stato il primo a lanciarsi nello sciacallaggio del suicidio di Marco Prati, arrivando a scrivere:
Nessun pentimento per l'orrore commesso. Si è rifiutato fino all'ultimo di rendere conto della sua ferocia. Di pagare per i suoi delitti. Quanti altri Marco Prato ci sono nei circoli #LGBT? Quanti di loro siedono su poltrone di potere, nel Governo, nel #PD, mascherati da attivisti per i "diritti" omo?
Solo in un Paese senza legge si può tollerare che un branco di violenti omofobi possano impunemente permettersi di accusare chi frequenta i circoli lgbt di essere degli assassini. Ma qui siamo in Italia, c'è il Papa e i gay devono starsene zitti e buoni mentre i gruppi neonazisti li insultano impunemente. Ed in fondo perché mai non dovrebbero poterlo fare, dato che basta scorrere le pagine di Mario Adinolfi per incontrare una mandria di intolleranti che trovano divertenti dichiarare che tutti i gay sarebbero dei pedofili, in quella diffamazione a mezzo stampa che la solo in Italia pare non attrarre l'attenzione della Questura nonostante la legge prevede che qualunque attacco mirato ad un gruppo sociale dovrebbe essere investigato senza che sia necessario presentare una denuncia.
A volersi piegare al loro livello, potremmo domandarci quante madri che gettano i figli dalle finestre ci siano fra le file del Popolo della Famiglia o quanti genitori pronti a soffocare la prole nel sonno militino in Forza Nuova. Se ormai si può accusare chiunque di qualunque cosa senza doverne rendere conto o presentare prove, perché mai non dovremmo poter fare lo stesso. Ciò significherebbe accettare l'idea che la democrazia sia morte e che il diritto non valga più nulla, ma senza segnali controcorrente da parte dello stato, il timore è che potrebbe anche essere vero.
Leggi l'articolo completo su Gayburg