Lo sciacallaggio di Simone Pillon non risparmia neppure le vittime del terremoto di Norcia
Se apparivano comiche le teorie computistiche sostenute da Simine Pillon dinnanzi ad un semplice questionario dell'Università di Manchester che mirava a identificare la relazione tra le capacità matematiche degli studenti e la loro visione di determinate tematiche, assai più drammatico è come l'uomo paia disposto ad uno sciacallaggio delle vittime di terremoto pur di legittimare le sue teorie. Dalla sua pagina Facebook, l'ultra-integralista spiega ai suoi proseliti:
Allora... il test di matematica criptogender è costato all'unione europea 183454,80 euro.
Avete capito bene. Centottantatremila454,80.
Roba che a Norcia ci ricostruivano case per almeno 20 famiglie.
Invece buttiamo soldi accumulati con le nostre tasse per nascondere domande di gender in un finto esame di matematica. Il tutto per "lo studio del successo accademico in funzione del "gender". Così recita la presentazione dello studio.
Se pare aberrante che si possano scomodare dei terremotati per finalità propagandistiche, fa anche sorridere come Pillon si spinga nel sostenere che la ricostruzione delle case dei terremotati costerebbe solo 9.172 euro a famiglia (calcolo che si ottiene divenendo la cifra per venti, ma che scenderebbero a 327,59 euro a famiglia se si considera come la cifra iniziale andrebbe divisa sui 28 Paesi dell'Unione).
A volerci mettere sul suo stesso piano, potremmo facilmente osservare che se lo stato italiano risparmiasse quei 6415797808,00 euro che annualmente vengono versati alla Chiesa Cattolica, stando ai suoi stessi conti dovremmo poter dire che ciò basterebbe a ricostruire ben 699.441 case (oppure 19 milioni di case se si dovesse considera la divisione sui 28 Paesi europei, dato che la prima cifra è comunitaria mentre la seconda riguarda solo i contribuenti italiani).
Non meno scorretto è il tirare in ballo un fantomatico "gender" quasi si stesse parlando di quella strana cosa con cui l'integralismo ama giustificare l'omofobia e il sessino. Ma dato che il documento in questione è scritto in lingua inglese, appare evidente che il termine venga usato nella sua normale accezione di normalissima parola presente nel vocabolario inglese ("gender" significa "genere", tutto qui).
Se poi ci si addentra nel documento, difficile è trovare le tracce di quanto ipotizzato da Pillon a fronte di un testo che parla semplicemente di una ricerca volta ad «approfondire lo studio del divario di genere» al fine di «migliorare la probabilità di individuare fattori che possono spiegare il perché il raggiungimento di obiettivi scolastici dipenda dalla variabile di genere» come risulta da precedenti studi. In altre parole, l'obiettivo sarebbe quello di individuare prassi ed elementi che possano permettere l'ottenimento di risultati scolastici migliori da parte di tutti. Ed anche riguardo al capitolo in cui lui sostiene siano celate fantomatiche "domande di gender", il documento spiega chiaramente come si sta semplicemente prendendo in considerazione anche «stereotipi e variabili socioeconomici» degli studenti.
Complicato è anche il sostenere che quei fondi europei servirebbero per un semplice questionario dato che il documento indicato indica chiaramente come il progetto inizierà solo il 1° gennaio 2018 e si chiuderà il 31 gennaio 2020.
E se poi dovessimo analizzare l'intero contesto, andrebbe sottolineato come il tutto si inserisca nel progetto istituito dal regolamento n. 1291/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, votato l'11 dicembre 2013 al fine di generare eccellenza scientifica, creare una leadership industriale e affrontare i problemi della società. Per questo motivo pare surreale come tra i proseliti di Pillon ci siano alcuni suoi fedelissimi che gli danno ragione ironizzando: «Non sono soldi sprecati quelli per questo fondamentale strumento di indagine! Con le aziende in crisi che chiudono, i cittadini disoccupati, la crisi demografica, gli africani che verrebbero a nuoto pur di farsi mantenere da noi, i nostri ragazzi e giovani che vivono alla giornata sognando di diventare calciatori o veline (non sono aggiornato ma penso che sia cambiato di poco), mi pare fondamentale schedare chi non approva il pensiero lgbt. In fondo centoottantamila euro sono anche pochi».
In realtà quel progetto non intende schedare chi odia i gay ed inneggia alle proprie erezioni erezioni come quanto di meglio siano in grado di vantare per pretendere privilegi economici esclusivi a danno della collettività, ma a garantire una nuova generazione che possa risultare competitiva. ma evidentemente questa gente preferirebbe vedere i propri figli morire i fame pur di saperli privi dei loro pregiudizi contro qualunque forma di diversità osi mettere in dubbio la loro convinzione di essere la più alta ed elevata espressione di quella nuova "razza ariana" teorizzata dale lobby internazionali dell'integralismo religioso.
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