Omofobi attaccano la diretta Facebook del Pride: “Schifosi”, “morite”, “io sono per il lanciafiamme”
Mentre Adinolfi continua a spergiurare che l'omofobia non esiste, continuano a giungere prove di un crescente clima di intolleranza che parrebbe promosso proprio dalle frange dell'integralismo cattolico. Personaggi come la De Mari, Amato, Brandi e lo stesso Adinolfi sono la prova che in Italia basti citare Dio per poter offendere denigrare, diffamare i gay e si può tranquillamente attentare alla loro felicità senza correre alcun rischio. Se dici che Adinbolfi è uno stronzo finisci in carcere ma se lui dice che i gay sono pedofili e assassini non gli succede nulla.
Forti di quest'aria di impunità che circonda l'omofobia, alcuni provocatori hanno attaccato la diretta Facebook della pagina di Repubblica dal Roma Pride di sabato scorso 10 giugno. La denuncia è stata lanciata da Gay.it che riporta una serie di frasi e insulti molto violenti che sono stati pubblicati: "Io sono per il lanciafiamme", "l’ISIS quando serve non c'è mai", "siete malati sessualmente", "stata rovinando l’Italia“, “siete peggio degli animali"...
Frasi inaccettabili che mostrano perché serva una legge contro l'omofobia e serva subito. Senza un qualunque segnale che condanni simili frasi (ed augurarsi che qualcuno metta una bomba al pride non è un'opinione, è un incitamento alla strage) la situazione rischia di degenerare sempre di più.