Padre Livio sospeso per aver augurato la morte alla Cirinnà. Resterà impunito per aver chiesto l'impiccagione di Fittipaldi e Nuzzi?
La sospensione di don Livio dall'Ordine dei giornalisti ha gettato nel panico fra più violente frange dell'integralismo cattolico, improvvisamente ritrovatesi a dover prendere atto che il sacerdozio o un blasfemo uso della religione non bastano a giustificare qualunque forma di violenza venga commessa al fine di compiacere la loro ferocia e il loro profondo odio contro l'umanità.
Troviamo così messaggi in cui una qualche sedicente cattolica si rende ridicola nell'inventarsi fantasiose verità alternative in difesa del sacerdote, magari altalenandoli a a messaggi in cui il termine "normalità" viene contrapposta ai gay al solo fine divertirsi nel ricorrere ad insulti e offese sempre peggiori che possano sottolineare la loro strenua fede verso l'ideologia hitleriana che teorizzava l'esistenza di una "razza ariana" meritevole di maggiori diritti civili per diritto di nascita.
Vien da sé che quel castello di carte rischia di cadere rovinosamente al suolo dinnanzi ad una curia che non offre più i suoi spazi alle preghiere che Gianfranco Amato ha organizzato contro i gay o se un prete non può manco più dare della «meretrice» ad una senatrice nonostante si sia permutato di tirare in ballo il nome della vergine Maria quale presunta "giustificazione" ad un'aggressione verso chiunque non sia allineato con il suo pensiero unico.
L'obiettivo non è certo un segreto e viene sottolineato dallo stesso padre Livio nelle sue note difensive. Il sacerdote sostiene nero su bianco che l'arroganza di chi vorrebbe negare pari dignità al prossimo debba essere messe sullo stesso piano di chi chiede pari dignità e che lui esiga «un compromesso» tra chi pretende privilegi dettati dalle proprie erezioni o chi cita il principio fondamentale della pari dignità. E la sua richiesta non era certo da poco, dato che il direttore di Radio Maria esigeva «lo scalcio della legge le adozioni e i tanti riferimenti al diritto matrimoniale e di famiglia».
Insomma, alcuni bambini sarebbero dovuto essere resi orfani nel suo nome mentre si sarebbe dovuto anche assistere alla demolizione di una Costituzione che garantisce la difesa della famiglia naturale (ossia secondo natura e non certo secondo i domi fascisti dell'integralismo cattolico) per reintrodurre le regole faciste volte a creare distinguo e differenze negli affetti dei cittadini.
Il solo sostenere che tra il male e il bene siano equivalenti e che ci debbano essere «compromessi» con il diavolo equivale al sostenere che non si sarebbe mai dovuto dare pari dignità ai neri dato che in piazza c'erano bianchi che manifestavano contro di loro, così come un «compromesso» tra un nazista ed un ebreo avrebbe dovuto portaci a ritenere che magari si sarebbe potuto risparmiare il campo di sterminio ma che mai li si sarebbe dovuti ritenere meritevoli di pari diritti.
E se una volta tanto è stato riconosciuto che non basta un abito talare per poter rendersi responsabili di «un grave attacco alla persona» bastato su quella che il sacerdote riteneva fosse la grave «colpa» di aver osato esprimere «opinioni morali e politiche diverse da quelle da lui professate», dovremmo domandarci perché mai il sacerdote non sia stato punito anche per tutti gli altri gravi attacchi personali da lui perpetrati nel nome della vergine Maria. Ad esempio è nel novembre del 2015 che dai microfoni di Radio Maria padre Livio si lancià nel chiedere l'impiccagione di Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi, autori di due libri-inchiesta sugli scandali vaticani.
Evidentemente divorato dall'odio di chi aveva osato aprire il vaso di Pandora su ciò che avviene all'interno della sale vaticane, il sacerdote affermò: «Gli autori di questi libri, le case editrici, diventeranno milionari. Poi vengono a far le prediche, dite che l'avete fatto per guadagnare! Voglio semplicemente dire, a chi ha venduto i documenti, a chi li ha comprati… dico loro che Giuda dopo aver concluso l'affare andò ad impiccarsi. Andò a cercare l'albero dove si impiccò. Mi dispiace per lui, per tutti i suoi… diciamo i suoi discendenti, a cui auguro di pentirsi. Quello che mi scandalizza sono i Giuda di ieri e di oggi».
Sostenendo poi che ogni cattolico abbia il dovere di nascondere gli scandali e le malefatte dei sacerdoti al fine di difendere il loro potere temporale, il direttore di Radio Maria etichettò anche come «sterco» e «letame di mucche» i due libri inchiesta. Evidentemente prima viene il potere politico, poi quel Dio che può essere nominato invano per ottenere altro potere politico.
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