Tempi: «I politici vogliono i matrimoni gay per celebrarli al posto dei preti. Il nazismo fu colpa degli atei»
Con quella ferocia inumana di cui solo alcuni sedicenti "cattolici" paiono capaci, il settimanale ciellino Tempi è tornato ancora una volta a cercare di fomentare isteria e odio contro tutte quelle famiglie che non rientrano nei loro distinguo. La loro tesi è che la famiglia non sia tale per natura, ma sia un qualcosa che deve essere stabilito mediante rigide regole decide dai leader religiosi. Ma dato che una teoria simile probabilmente non raccoglierebbe sufficienti proseliti, ecco che si passa allo sfruttamento politico della paura, magari spergiurando nel nome di Dio che la mancata discriminazione altrui comporterà la morte dei propri familiari. Il loro invito è ad essere come fere feroci che devono ammazzare l'altro perché temono che la convivenza possa togliergli risorse o ricchezze.
In uno dei tanti articoli di promozione all'odio firmato da Rodolfo Casadei, l'integralista afferma:
Fino a ieri restavo incerto fra le varie ipotesi di spiegazione del perché si voglia imporre all’universo mondo quel grande ossimoro che è il matrimonio omosessuale. Tappa intermedia e necessaria del percorso che conduce all’eliminazione della famiglia tout court, istituzione divenuta obsoleta e non più funzionale alle esigenze di crescita del tasso di profitto dell’economia neocapitalista? Inevitabile esito dell’egualitarismo e del relativismo impliciti nella visione che della realtà ha l’uomo moderno, cioè l’uomo che non accetta gerarchie e che si detta da sé le proprie norme? Istituzione volta a facilitare la marcia verso il post-umano, verso la trasformazione dell’uomo in prodotto ingegneristico (le persone dello stesso sesso potendo procreare solo per mezzo di ausili tecnologici)? Bisogno di riconoscimento e di accettazione da parte delle persone con tendenze omosessuali che la cultura dominante centrata sull’emozione e il sentimentalismo non può rifiutarsi di soddisfare?
In poche righe l'integralista ha riassunto la feroce campagna d'odio che il settimanale sta conducendo da anni a danno di un intero gruppo sociale. Si parte con il dichiarare falsamente che lo sperma di un gay non sarebbe fecondo quanto quello di un integralista omofobo, anche se in realtà un gay potrebbe tranquillamente mettere incinta una donna mentre i fatti ci dicono che è il matrimonio del loro amato Gandolfini a risultare sterile per natura. Ma, dato che a Gandolfini si professa eterosessuale ed integralista, evidentemente a lui deve essere data la possibilità di adottare qualche decina di bambini mentre il medesimo gesto da parte di una famiglia gay deve essere condannato e additato come un «atto di egoismo» da parte di persone che «pretendono» pari dignità a fronte di chi sbraita che dovrebbero essere ritenuti inferiori a loro. E questo a danno di migliaia di famiglie e di tutti quei bambini che Tempi non avrebbe voluto potessero nascere.
Con una violenza verbale che sembra costantemente finalizzata a sostenere che i gay debbano essere ritenuti inferiori a lui, l'integralista si lancia nel solito uso politico dell'omofobia quale mezzo di promozione di quell'estrema destra che lui sostenga sia la massima rappresentazione della sua curiosa visione del cristianesimo. Scrive:
In ognuna di queste spiegazioni c’è una parte di verità, ma il mosaico sarebbe rimasto incompleto se non avessi letto titolo e sommario dell’articolo apparso sul Corriere della Sera online del 17 maggio: “Ivan Scalfarotto sposa il compagno. Prima unione civile nel governo”, recita il titolo, mentre il sommario precisa: “A celebrare la funzione sabato a Milano sarà l’assessore comunale Pierfrancesco Majorino”. Definire sposalizio l’unione civile fra Scalfarotto e il compagno Federico è una classica scorrettezza comunicativa che né l’Unar né il ministero per le Pari opportunità, diuturnamente impegnati a sorvegliare il linguaggio utilizzato dai giornalisti quando scrivono di famiglia e di orientamento sessuale, sanzioneranno mai, essendo entrambi gli enti impegnati a reprimere l’omofobia reale o immaginaria, ma non l’uso truffaldino delle parole per promuovere l’agenda politica che prevede l’introduzione anche in Italia del matrimonio fra persone dello stesso.
Una volta affermato che chi non manca di rispetto verso le famiglie gay dovrebbe finire in carcere, si passa alle asserzioni più assurde:
Ma nel caso dell’articolo del Corriere c’è molto di più: c’è l’assessore Majorino trasformato in sacerdote, poiché, leggiamo, «celebra la funzione». Dunque l’unione civile non è civile, ma religiosa! Non è un simil-matrimonio civile, ma un simil-matrimonio religioso. La sua celebrazione è circonfusa di sacralità. Questa scoperta, di cui sono debitore al Corriere, è stata per me una vera illuminazione. Perché i politici di tanti paesi e ora anche quelli italiani hanno sentito l’esigenza di creare l’istituto del matrimonio fra persone dello stesso sesso? Per poter celebrare questi cosiddetti matrimoni come fossero veri riti religiosi e quindi riappropriarsi del sacro. Dico riappropriarsi, perché dai re sacerdoti sumeri fino a Hitler e Stalin i governanti hanno cercato di identificare in sé potere civile e potere religioso, essendo la religione e il vincolo del sacro i più forti fattori di coesione di una società. I totalitarismi atei e pagani del XX secolo altro non sono stati che religioni in versione secolarizzata: hanno tolto ai loro popoli il Dio cristiano per sostituirlo con altri riti e liturgie di massa, centrate principalmente sul culto idolatrico del capo. Sono riusciti nel loro intento anche perché sapevano bene che gli esseri umani, come singoli e come collettività, hanno bisogno di sottomettersi e sacrificarsi a una entità superiore, che dà senso alla loro vita e alla loro morte. Se non può venerare il Dio vero, l’uomo si dà a un Dio falso, come quello dei jihadisti che compiono stragi con attacchi suicidi in nome di Allah.
Un ragionamento che pare surreale, soprattutto se si considera come Casadei faccia parte di quelle lobby integraliste che rinnegano Dio al fine di sostituirlo con un culto pagano dell'eterosessualità quale unico domo di una religiosità che serve a giustificare l'odio contro i gay, contro gli silamici, contro le donne o comunque contro il prossimo. Il loro unico domo è che sia sufficiente fare sesso con una femmina (meglio se sottomessa all'uomo e priva di ambizioni personali) e si otterrà il loro plauso, basta amare qualcuno e la loro condanna sarà feroce e violenta.
L'obiettivo è, come sempre, quello di sostenere che la religione sia solo odio e chiunque non ostenti odio debba essere ritenuto un nemico della religione. Insomma, l'opposizione deve essere messa a tacere ponendo le proprie idee come veri e propri dogmi di fede a danno del creato e di quel finto sentimento religioso che viene abusato come giustificazione ad ogni loro più perverso desiderio.
A dir poco indegno è anche il paragone con il nazismo, non solo perché i neonazisti sono i loro attuali alleati, ma perché ciò significherebbe negare che Hitler abbia sfruttato il cristianesimo come giustificazione della sua propaganda. Non a caso attaccò gli ebrei, ossia persone che lui diceva dovessero essere ritenute responsabili dell'uccisione di Gesù. E il negare tutto questo è come il voler chiudere gli occhi dinnanzi ad una Chiesa cattolica che spesso si schierà al fianco dei nazisti nella promozione della loro ideologia.
Date le premesse, vien da sé che Casadei si rifugi ancora una volta nelle solite citazioni decontestualizzate volte a sostenere che è Dio ad odiare i gay e che il suo smisurato odio contro un intero gruppo sociale sia solo l'esecuzione della sua volontà:
Ora, tutte le volte che nel corso della storia il potere politico ha cercato di riprendersi il potere religioso per tornare ai re-sacerdoti degli inizi della civiltà sumera, se aveva ancora un po’ di forza il potere religioso ha reagito. La Chiesa cattolica reagì agli Ottoni con Gregorio VII nel secolo XII, reagì alla religione secolare comunista nel XX secolo con l’anticomunismo di Pio XII. E oggi? Come reagisce di fronte ai politici che vogliono istituzionalizzare il matrimonio fra persone dello stesso sesso per potere poi celebrarne il rito in pompa magna (la pompa essendo rappresentata dal battage sui media più che da solennità del rito)? In parte reagisce ovviamente ricordando che al Dio dell’Antico Testamento e al Dio del Nuovo Testamento (Romani 1, 26-32; 1Corinti 6, 9-10; 1Timoteo 1, 9) non è gradito il sesso anale, come pure altre pratiche sessuali perverse. Ma in parte reagisce cercando di strappare ai politici il privilegio di benedire i connubi omosessuali. Cioè facendo concorrenza ai Majorino sul loro stesso terreno. I tentativi di sdoganamento dell’omosessualità attiva, che hanno avuto pieno successo in alcune Chiese episcopaliane, presbiteriane e luterane, si stanno da qualche tempo manifestando anche in vari ambiti e livelli della Chiesa cattolica. Le cosiddette “veglie contro l’omofobia” che si svolgono in questi giorni in decine di parrocchie in tutta Italia sono, al di là delle intenzioni dichiarate ufficialmente, un primo passo del lungo cammino che conduce alla celebrazione in chiesa di cosiddetti matrimoni omosessuali, anche se sicuramente, quando verrà il momento, sarà usata una terminologia diversa per rassicurare i fedeli più preoccupati. In questo modo la Chiesa si riprenderebbe l’esclusiva di ciò che la politica cerca di toglierle.
Peccato che per poter gettare nel cestino tutta questa lunga invettiva basterebbe ricordare a Casadei come il matrimonio non sia una prerogativa dei preti, così come testimoniano le statistiche che indicano come il numero di matrimoni civili abbia ormai superato quelli religioso. E pareva saperlo anche la sua gente, con quella Costanza Miriano che si è sposata in chiesa ma non in Comune perché così avrebbe potuto farsi assumere da un marito che non risultava tale dinnanzi alla legge.
Più in generale, si potrebbe anche ricordare a lui e alla sua gente che non possono certo essere i sacerdoti a decidere chi possa accede alle garanzie riservate da uno stato laico dinnanzi a matrimoni che legalmente sono dei veri e propri contratti, motivo per cui tutto il discorso sci porta a ritenere che forse è proprio lui quello che ambisce a trasformare i preti in politici che possano influenzare la legge laica dell'Italia.
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