Forse non tutti sanno che fu proprio la Lega a firmare i trattati che impongono la gestione dei migranti che arrivano sulle proprie coste
Checché ne dica Adinolfi, non è tanto la promozione dell'omofobia quanto la paura dei migranti che sta determinando una virata dell'Italia verso l'estrema destra. Non passa giorno senza che Mattero Salvini parli di loro etichettandoli come «clandestini» o senza che un qualche integralista li accomuni ai «terroristi». E non meno feroce è l'aggressione riservata loro da quei gruppi di sedicenti "cristiani" che non tollerano chiunque non abbia la loro stessa religione, il loro stesso orientamento sessuale e il loro stesso colore della pelle. Insomma, un extracomunitario come Gesù in Italia non lo vorrebbero mai.
Il problema è che l'Italiano medio è convinto che basterà votare Salvini e la Lega Nord si occuperà di cacciare chiunque non dimostri di essere italiano da generazioni. Peccato che una simile tesi non solo sia razzista, ma è anche una congettura formalmente sbagliata. Un qualunque partito promuova l'intolleranza sarà sicuramente un partito che avrà tutta la convenienza a creare un problemi che possa rendere sempre attuale la loro propaganda. Se Salvini cacciasse davvero tutti gli extracomunitari o se le politiche migratorie venissero gestire seriamente, chi mai sentirebbe il bisogno di votarlo? Sarà forse il motivo per cui la legge leghista sull'immigrazione, nota come la Bossi-Fini, è probabilmente una tra le più sconclusionate al mondo e basterebbe anche solo leggerla per osservare come i regolari siano puniti e come la delinquenza e il lavoro nero vengano praticamente promossi.
Ma non solo, Salvini ama attaccare ferocemente quell'Europa che chiede all'Italia di occuparsi di chi arriva sulle sue coste. Peccato che sia il Regolamento Dublino II a prevedere che «lo Stato membro competente all'esame della domanda d'asilo sarà lo Stato in cui il richiedente asilo ha fatto il proprio ingresso nell'Unione europea»... ed indovinate un po' chi lo firmo? Fu proprio la Lega sotto il Governo Berlusconi II. E se ciò non bastasse, in quegli anni era proprio il leghista Roberto Maroni ad occupare la scrivania di ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, con una responsabilità diretta sullo specifico tema.
Se poi uno vuol essere razzista, lo sia. Ma almeno sappia che non lo sarà mai se inneggia ha chi ha sottoscritto i trattati che hanno determinato quella situazione che a loro proprio non piace. Il rischio è che potrebbero finire per assomigliare a quell'Adinolfi che dice di lottare contro Renzi dopo aver passato la sue giornate su un camper al fine di farlo eleggere.