Il cardinal Cafarra eleva l'omofobia a dogma di fede
Gianfranco Amato e Carlo Cafarra sono due tra i più efferati promotori dell'omofobia come unico dogma della loro fede. E se il primo si lancia nel riproporre un discorso del secondo parlando di «lucido pensiero del cardinale» o di «analisi spietata ma tragicamente perfetta», già sappiamo dove si andrà a parare.
Il religioso esordisce dicendo che non è vero che le vie del Signore sono imperscrutabili, sostenendo che lui sappia con profonda esattezza cosa Dio debba pensare riguardo al matrimonio. Ed ovviamente la sua tesi è che l'unica cosa che interessa a Dio è che gli uomini facciano sesso con una donna e che le donne facciano cristianamente sesso con un uomo. Null'altro. Dio sarebbe praticamente un mezzo pervertito che passa le sue giornate a pensare alla penetrazione vaginale.
Cafarra racconta anche la sua convinzione sul fatto che l'omofobia sarebbe la massima espressione della «cultura della verità» e che la tolleranza debba essere additata come una «cultura della menzogna». Si dice certo che le eiaculazioni vaginali di Amato rappresentino «la forza di attrazione che ha la sua sorgente nel Cuore trafitto del Crocefisso-Risorto» mentre l'amore sincero tra due uomini sarebbe espressione del «potere di Satana che non vuole essere spodestato dal suo regno».
E qui siamo al primo colpo basso, con un tentativo di tirare in causa demoni ed entità maligne per fomentare la paura e i pregiudizi contro un intero gruppo sociale, il cui amore viene condannato come una espressione «satanica». Arriva persino a sostenere che la lotta per l'eguaglianza sociale di tutte le famiglie sia da intendersi come «l’ultima terribile sfida che Satana sta lanciando a Dio». Ed è sempre proseguendo su quella quella linea che il cardinale arriva a dichiarerei che un «elemento rivelatore dello scontro in atto tra Verità e Menzogna è costituito dalla nobilitazione dell’omosessualità».
L'omofobia viene così elevata a dogma di fede con un Amato che di suo pugno scrive: «La conclusione di Caffarra è chiarissima e si può sintetizzare guardando alla creazione come una realtà costituita da due colonne. La prima è relativa all'irriducibile dimensione materiale dell’uomo, e la seconda è relativa all'unione coniugale tra uomo e donna». Una presunta «colonna fondante» che i due dicono sia minacciata satanicamente mediante «la nobilitazione del rapporto omosessuale quale si ha nella sua equiparazione al matrimonio» che, secondo quanto riporta Amato, il cardinale indicherebbe come un'espressione «dell’opera di Satana» qualora non sia contratto tra un uomo e una donna.
E dato che in questi proclami non manca mai un qualche insulto gratuito o un qualche tentativo di denigrare gli affetti delle proprie vittime, il cardinale non si sarebbe astenuto neppure dal sostenere che per i gay «l’amore è solo la maschera del piacere».
Sinceramente si può anche provare una certa pena per un vecchietto senza moglie e senza famiglia che pontifica su come dovrebbe funzionare una famiglia, arrogandosi pure il diritto di attribuire le sue fantasie ad un Dio che non è lì per replicare. Ma difficile è accettare lezioni sull'amore da chi scrive parole che trasudano odio, indice di come forse lui non abbia mai avuto la fortuna di conoscere che cosa significhi veramente amare.