Il membro della Rete Oncologica Veneta che vorrebbe promuovere l'omofobia con le immagini di pazienti affetti da tumori anali e condilomi
Alessandro Benigni è parte di quel piccolo manipolo di integralisti che sta coordinando un'efferata campagna d'odio a danno di gay e lesbiche. Non passa giorno senza che bombardi i suoi seguaci con immaginette e semplificazioni atte a promuovere l'intolleranza o senza che se ne esca con strani discorsi sul fatto che se una mela è una mela e un'arancia è un'arancia, allora è ovvio che i suoi affetti debbano essere ritenuti diversi da quelli dai gay e che solo lui meriti riconoscimenti civili sociali.
Strenuo fomentatore di strane teorie computistiche, è nel corso di un video registrato del partito omofobo di Mario Adinolfi che lo troviamo pronto a sostenere che ai convegni integralisti ci sia «una spia che non desta sospetti» e che alcuni blog gay userebbero telecamere e microspie occultate all'interno di speciali occhiali da 007 al fine di carpire e registrare le parole che Gianfranco Amato pronuncerebbe nei suoi convegni quando lui «non ha capito il rischio e si è sentito assolutamente garantito a parlare così». Una teoria che non solo appare comica, ma si configura come un vero e proprio autogol da parte di chi ci sta dicendo che i leader integralisti differenziano le loro affermazioni pubbliche da quelle più efferate che riserverebbero alla loro gente quando pensano che nessuno li possa sentire. Purtroppo dal video non ci capisce a quale frasi Benigni si stia riferendo.
Non meno grave è come la sua pagina Facebook appaia come un vero e proprio centro di indottrinamento e reclutamento di guerriglieri omofobi. Ad esempio ci si può imbattere in strane conversazioni in cui la gente pare provare nostalgia nel ricordare i tempi in cui l'omosessualità veniva considerata una patologica e in cui sui libri si poteva trovare scritto che «l'omosessualità era un disturbo psichiatrico derivante da un complesso di Edipo mal superato». Asserzioni a cui Alessandro Begnirgni replica tronfio che «l'omosessualità egodistonica è stata derubricata credo nell'87. Altro discorso è la letteratura scientifica che considera tutt'ora l'omosessualità un disturbo la cui eziologia è diversamente ipotizzata (fattori epigenetici, sociali, etc)».
In realtà l'Oms cancello l'omosessualità dalla lista delle malattie mentali il 17 maggio 1990 e non è chiaro che cosa diamine dovrebbe centrare la sua citazione dell'omosessualità egodistonica (ossia quella che viene vissuta contrattualmente). Pare inutile ricordare anche che nessun testo scientifico oggi considera l'omosessualità un «disturbo» a meno che non sia stato confezionato da un qualche gruppo religioso, in quella sfilza di imprecisioni che ci dimostra chiaramente con quanta superficialità ci si addenti nel sostenere tesi che ledono la dignità altrui al solo fine di legittimare ogni più bieca forma di pregiudizio.
Ma è a quel punto che incrociamo l'improponibile messaggio di una donna che risulta lavorare come medico di medicina generale in Veneto e che figura persino membro del comitato scientifico della Rete Oncologica Veneta gestione diretta della Regione, pronta a scrivere:
Peccato nn posso postarvi una foto medica sulla condilomatosi di un paziente. Tumore anale e un cavolfiore romano di condilomi. Che dire? Normale? Ma si a voi che cambia? Love is love?
In tutta risposta Alessandro Benigni le replica: «Mi sono trattenuto dal postare i video dei primari d'ospedale. Reparti infettivi». Insomma, siamo dinnanzi a gente che vorrebbe poter usare la cartella clinica diun paziente per generalizzare il discorso e fomentare odio contro un intero gruppo sociale, magari sostenendo che i gay siano tutti malati di HIV o che gli etero non abbiano alcuna patologia legata alla loro attività sessuale.
Ed è sempre la medesima tizia a sfoderare tutto il suo cieco odio anche in un altro messaggio, ove scrive:
Sono medico e la penso come il prof di filosofia. Se tu stai bene come sei buon per te ma da questo a pretendere che siamo d'accordo ti sbagli. Divertiti finché sei giovincello e spero per te senza aids condilomi e lue. E te lo dico con dati in mano. Almeno mettete, i condom. Anxi due tre sovrapposti
Una frase che anche in questo caso suscita l'ilarità in Begnigni, pronto a scriverle: «Tre, per sicurezza. In un mare di lubrificanti e tanta pazienza».
Scorrendo la sua pagina Facebook, osserviamo come la donna promuova la raccolta di firme contro le vaccinazioni obbligatorie dei bambini, sostiene che la povertà degli italiani sia colpa degli immigrati, proclama la sua fedeltà a Massimo Gandolfini ed ostenta il suo odio verso i mussulmani mentre sbraita il suo disappunto all'idea che dei i militari italiani possano essere collocati alle porte del suo amato Putin. La troviamo anche pronta a sfottere deliberatamente le associazioni che permettono di fare i test rapidi per l'HIV, a dichiararsi disponibile ad offrire «vitto e alloggio» a qualunque miliziano dell'Isis fosse intenzionato a «sgozzare» un parlamentare italiano o ad inneggiare alla dittatura di Mussolini. Ovviamente si professa cristiana e si vanta di come faccia ore di macchina per andare a dire un rosario.
Ttra un insulto alla famiglia di Vendola, una qualche immagine omofoba, le immancabili offese gratuite e l'ossessiva diffusione di fake news e di proclami anti-Islam presi da siti nazionalisti, pare evidente la matrice politica e nazionalista in cui si colloca la signora. Il tutto mostrandoci anche la ferocia di una pagina in cui c'è un'assoluta predominanza di messaggi contro il prossimo, quasi come se la sua intera esistenza non fosse altro che un ossessiva aggressione contro chiunque non sia lei stessa.
A condire il tutto è come la pagina risulti frequentata dai soliti nomi noti dell'omofobia organizzata. In un messaggio in cui la donna attacca il Papa per il suo aver invitato i cristiani a chiedere scusa ai gay, tra i commenti troviamo quel Tiziano Tubertini che venne radiato dall'ordine degli psicologi perché andava in giro a dire che lui poteva "curare" i gay. In un altro messaggio compare il nome di Sergio Landi della Manif Pour Tous che spiega come lui sia riuscito a truffare la Rai ed abbia evaso le tasse sul canone. L'evidenza è che tutti questi personaggi siano sempre vicini a quei pochi nomi che risultano onnipresenti ovunque venga coltivata l'omofobia.
Tanto basta a farci presagire che ci sia un problema a fronte di personaggi politicizzati che, nel nome del loro credo religioso, paiono pronti ad anteporre i loro pregiudizi alla scienza, magari sventolando pure quel titolo come se bastasse a dargli credito dinnanzi a flotte di omofobi. E tutto questo con l'aggravante di come non si sia dinnanzi ad opinione personale, dato che il premettere che si stia parlando «da medico» presuppone necessariamente che da medico se ne debba rispondere nel nome di una deontologia professionale ben delineata.
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