La Congregazione per il Culto dice no alle ostie senza glutine, sì a quelle geneticamente modificate
Il celiaco che volesse far la comunione in chiesa dovrà necessariamente danneggiare la propria salute. Lo ha deciso la Congregazione per il Culto Divino e sacramenti in una lettera indirizzata ai vescovi di tutto il mondo. Il documento a firma del cardinale Robert Sarah, che riprende un documento del 2003, stabilisce che «le ostie completamente prive di glutine sono materia invalida per l'Eucaristia». La loro tesi è che la quantità di glutine possa essere infinitesimale e che quindi vada bene accontentarsi di danneggiare poco la salute chi soffre di celiachia.
Il testo declama che «le ostie completamente prive di glutine sono materia invalida per l'Eucaristia. Sono materia valida le ostie parzialmente prive di glutine e tali che sia in esse presente una quantità di glutine sufficiente per ottenere la panificazione senza aggiunta di sostanze estranee e senza ricorrere a procedimenti tali da snaturare il pane». Ma se quella tradizione viene ritenuta ferrea anche a danno della salute dei fedeli, più malleabile è la rigidità dinnanzi a ciò che può far risparmiare qualche soldo. La missiva, infatti, sancisce che «la materia eucaristica confezionata con organismi geneticamente modificati può essere considerata materia valida».
Insomma, come sempre pare che gli unici dogmi scolpiti nella pietra siano quelli a danno delle minoranza. Ma quando si può risparmiare qualcosina, ecci che diviene lecito snaturare la tradizione con prodotti ogm.