L'intervista del Mondo Delle Idee a Francesco Zanardi, presidente di Rete L'Abuso
Francesco Zanardi è dal 2010 il presidente di Rete L'Abuso, una onlus che si occupa di dare sostegno gratuito, anche legale, alle vittime di pedofilia.
Il Mondo Delle Idee lo ha intervistato per conoscere meglio le sue attività, dalla nascita legata alla volontà di rispondere con l'attivismo agli abusi subiti all'impossibilità di ottenere giustizia a fonte di reati prescritti. Racconta infatti di come «le pedofilia in abito clericale ha un altissimo tasso di impunibilità perché la vittima, sempre cattolica, anziché usare i canali giudiziari spesso e volentieri si rivolge al vescovo. Il vescovo temporeggia e con questo temporeggiare spesso si arriva ai termini di prescrizione». Ai primi aderenti venne così in mente una semplice considerazione: se i reati subiti erano ormai prescritti, probabilmente il prete responsabile di quelle violenze stava ancora abusando di altri ragazzini e quindi hanno pensato di trovare un qualche abusato non prescritto per chiedere alla Magistratura di procedere.
Tra le altre tematiche affrontate c'è una considerazione sul come ad incidere sull'alto numero di abusi di pedofilia in abito ecclesiastico possa essere la modalità conflittuale con il sesso viene vissuto all'interno della Chiesa, soprattutto per quei ragazzi che entrano in seminario verso gli 11 anni e che vengono privati di quel naturale sviluppo e di quelle fasi che sono la normalità per ogni loro coetaneo. Interrotto lo sviluppo sessuale, «molti di loro si ritrovano a cercare da adulti, spesso anche in modi morbosi, quell'aspetto sessuale mai sviluppato».
Zanardi sottolinea anche il vuoto legislativo che esiste in Italia. All'estero i predatori sessuali continuano ad essere seguiti e monitorati, da noi il pedofilo che pesce dal carcere viene considerata una persona totalmente libera (anche di tornare ad abusare). Ed ancora, sottolinea come il timore a parlare con i minori di argomenti collegati al sesso sia la prima causa dell'immunità della pedofilia: la vittima, forse non così consapevole di non avere colpe per quanto accaduto, avrà sicuramente dei problemi ad affrontare un argomento che viene vissuto come un tabù. Se si spiegasse ad un bambino quali sono gli atteggiamento sbagliati di un adulto nei suoi confronti, sicuramente il bambino sarebbe perfettamente in grado di riconoscerli e potrebbe parlarne con un genitore o con una persona fidata.
I dati segnalati dall'associazione cono inquietanti: sono 130 i sacerdoti attualmente in fase di indagine e circa 150 condannati in via definitiva solo negli ultimi 15 anni. E riguardo all'atteggiamento del Papa e i suoi proclami contro la pedofilia, Zanardi teme che «sembra proprio che non voglia cambiare le cose». In molti stati esiste un obbligo di denuncia alle autorità civili da parte dei vescovi e se il Papa volesse davvero cambiare le cose, basterebbe anche solo che introducesse quella procedura anche dove non è prevista. Anche perché la responsabilità penale è ben altra cosa rispetto alla massima pena vaticana che si limita ad una eventuale scomunica di chi ha coperto casi di pedofila (una scomunica peraltro applicata assai di rado).
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