Malta approva il matrimonio egualitario con 66 voti su 67. Adinolfi ha la faccia tosta di polemizzare


Mario Adinolfi si dice convinto che l'amore altrui sia una cosa «ridicola» in virtù di come reputi che il suo far sesso con la sua seconda moglie debba essere inteso come un atto di valore giuridico che possa conferirgli maggiori diritti civili e maggiore dignità sociale.
Dalle pagine del sito integralista Intelligonews, Adinolfi si scaglia contro l'approvazione del matrimonio egualitario a Malta, sostenendo che un voto di 66 voti a favore e di un unico contrario sia da intendersi come una lesa maestà alla sua volontà discriminatoria. Si dichiara «preoccupato» che alcune persone possano ottenere i suoi stessi diritti ed afferma:

È un dato di fatto e un segnale molto preoccupante, perché vuol dire che il pensiero unico si è fatto davvero unico, ma nello stesso tempo il gesto di resistenza di un deputato apre un segnale di una modalità con la quale si può fare opposizione a queste normative, in nome di una dimensione morale: questo secondo me è un dato importante che arriva dalla politica maltese, che ricordiamo è una enclave di tradizione britannica, che risente di quel tipo di impostazione. Ma questo atto di resistenza in nome di principi morali, non pensato sul piano politico ma su quello che definirei 'giusnaturalista', è secondo me una strada tracciata che in Europa si può cominciare ad immaginare; anche se dobbiamo registrare che anche la Cdu di Angela Merkel ha votato a favore dei matrimoni gay, con 75 deputati tedeschi che si sono espressi a favore della proposta della Spd. Il segnale, dunque, è che il pensiero unico si fa sempre più totalizzante ma che ci sono elementi e possibilità di resistenza se fondati su una radicalità diversa, che secondo me ha capacità di crescita in Italia e in Europa. E probabilmente anche a Malta, che, lo ripeto, rimane sempre una piccola realtà''.

In altre parole, se la maggioranza non condivide il suo odio, la maggioranza deve sicuramente essere considerata in errore perché perché è ovvio che Mario Adinolfi abbia ragione a prescindere. Possibile che qualche pazzo non lo ritenga il capo spirituale dell'Universo anche dopo che si è auto-proclamato massimo ed unico detentore della «verità» di Dio sull'uomo?

Il suo delirio prosegue con frasi sempre più opinabili:

È la fotografia del delirio del pensiero unico, che arriva a stravolgere l'identità stessa della persona: quando si iniziano a toccare le corde vitali della dimensione personale, come l'identità, ciò che è famiglia, ciò che è realmente amore dentro la dimensione procreativa, salta il quadro complessivo e dunque si possono leggere norme che sono allo stesso tempo pericolosissime e anche ridicole, perché c'è anche un risvolto grottesco in tutti questi tentativi di imposizione di linguaggio e di terminologia: sono parole evidentemente forzate e nella forzatura tutto si colora di grottesco. Questi sono elementi su cui si può fare battaglia sul piano culturale, linguistico, giornalistico e politico.

Sarà, ma se davvero l'unico scopo del matrimonio fosse la procreazione, perché mai c'è chi può sposarsi e non avere figli? O perché mai la legge non prevede un obbligo alla procreazione? A questo punto sarebbe quasi più facile vietare qualsiasi unione matrimoniale sino a quando non si sia data prova di aver ingravidato qualcuno, in un meccanismo che prevederebbe che Galdolfini ne debba essere dato che la sua unione è sterile e i figli li ha dovuti adottare esattamente come potrebbe fare qualsiasi coppia gay se solo l'integralismo non cercasse di impedirlo...
Chissà, magari qualcuno potrebbe persino osservare che la procreazione può tranquillamente avvenire anche senza matrimonio (Salvini ce ne ha dato prova) così come Adinolfi stesso risulta la prova di come possano esistere più mogli partorienti senza che la procreazione abbia fatto una famiglia.

Se il leader integralista è davvero convinto che sia importante lasciare un mondo peggiore alle sue figlie, faccia pure. Ma non si lamenti se 66 persone su 67 preferiscono lavorare per infrangere le discriminazioni e garantire un mondo migliore per tutti.
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