Mario Adinolfi difende chi non affitta ad animali e gay
Mario Adinolfi non perde mai occasione per difendere a spada tratta qualunque forma di discriminazione e di odio sia a danno dei gay. Sarà anche che il suo fatturato si basa interamente sulla quantità di legittimazione all'odio che riuscirà a vendere, ma pare davvero difficile pensare che un essere umano possa arrivare ad una tale bassezza da difendere un albergatore che dice di non affittare a cani e gay.
Eppure così è successo, difendendo la Casa vacanza Ciufo e i suoi messaggi volti a rifiutare le prenotazioni di Booking effettuate dai gay (da loro messi sullo stesso piano degli animali), l'integralista scrive:
Fatemi capire bene: sono obbligato ad affittare il mio appartamento ai gay, non posso più scegliere?
Stando alla sua teoria, sappiate dunque che dovrebbe essere un vostro diritto non fornire beni e servizi agli animali e agli Adinolfi. E chissà se affermerebbe lo stesso se qualcuno dicesse che non affitta camere ai sedicenti cristiani o agli integralisti... visto il personaggio, probabilmente si strapperebbe le vesti e inizierebbe a sbraitare con un ossesso.
Ma a preoccuparci non dovrebbe tanto essere l'opinione di un trafficante d'odio quanto quella di quei proseliti che nel suo nome si sentono legittimati nella violenza. Tra loro troviamo chi non esita a sostenere che quel rifiuto sia «condivisibile per motivi religiosi» in quell'ottica in cui la divinità promossa da Adinolfi sia ritenuta una giustificazione per rinnegare l'invito di Gesù all'accoglienza («ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato». Matteo 25,35).
E dato che la discriminazione promossa dal leader integralista è contro tutto e contro tutti, c'è pure qualche suo seguace che afferma: «C'è un buonismo falso-moralista da far cadere le braccia. Vorrei sapere in quanti affitterebbero una stanza a dei rom, tanto per intenderci». Sarà, ma se il rom affitta la camera su Internet e la paga, negargliela è un atto illegale. Ed ancora, c'è chi aggiunge: «Certo ragazzi, solo l'idea che nel mio letto, due uomini facciano schifezze inenarrabili, a me fa ribrezzo. Anch'io non l'affitterei». Ebbene sì, la loro massima preoccupazione è quella di immaginare e condannare ogni più perversa fantasia sessuale passi nella loro mente ossessionata dall'omofobia.
Naturalmente non serve particolare intelligenza per comprendere che Adinolfi stia indirettamente difendendo il nazismo, capace di difendere l'equivalente di quei cartelli che all'epoca vietavano l'ingresso nei negozi a cani ed ebrei. E non meno pericoloso è come l'integralista difenda anche la pressione psicologica contro quei ragazzi che dovessero avere difficoltà ad accettarsi e rischiano di trovarsi dinnanzi simili messaggi di rifiuto (quasi non fosse bastato il suo rendersi complice della promozione di quelle fantomatiche "terapie riparative" che potrebbero spingere al suicidio gli adolescenti a lui sgraditi).
Il guadagno economico di un integralista vale davvero la vita delle sue vittime? Non sarebbe forse il caso che lo stato si decida ad iniziare a difendere la popolazione da chi cerca di tratte profitto dalla morte altrui?
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